UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… BONGIORNO AUTOIRONICA

Mi dicono che Giulia Bongiorno, ministro per la pubblica amministrazione, nella vita privata è affabile e apprezzabilmente autoironica (pubblicamente appare austera, severa, determinata: un formidabile avvocato). Agli amici avrebbe confidato: “Se giocassi al calcio, non direi che non tocco palla… I miei compagni di squadra, la palla non me la fanno vedere mai!”

OGGI VI DICO CHE… LA MALATTIA

“Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati”. (Sigmund Freud)

“Quell’agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l’idea di essere malati”.
(Marcel Proust)

 “La vecchiaia. E’ la sola malattia dalla quale non si può sperare di guarire.” (Orson Welles)

“Fai attenzione quando leggi libri di medicina. Potresti morire per un errore di stampa.” (Mark Twain)

ATTUALIZZANDO… LA MIA ESPERIENZA

Le malattie ti fanno soffrire, ma possono anche migliorare la tua filosofia di vita. Parlo della mia esperienza, avrei voluto scrivere un lungo racconto, su La Verità, con il consenso del paziente amico Maurizio Belpietro, ma quel satanasso di Riccardo Ruggeri mi ha preceduto, illustrando la “sua” malattia (analoga alla mia), addirittura in un libro: magistrale, un capolavoro. E ho desistito, La Verità non poteva diventare l’album ospedaliero dei suoi collaboratori!

 

MA AVEVO FATTO QUALCHE ALLUSIONE…

Tuttavia alcune allusioni negli ultimi mesi le avevo fatte, perciò qualche riga conclusiva mi sembra corretto scriverla: anche per ringraziare i lettori e gli amici, coinvolti dai piccoli riferimenti al mio male. Allora: forse ne sono uscito, le devastanti radioterapie di alcuni mesi (ultima terapia americana) hanno bruciato, sembra, il tumore. E ho capito che una battaglia personale – questo è il tema di oggi – può migliorare il nostro carattere.

SCENE STRAZIANTI NEGLI OSPEDALI

Per la mia esperienza, intanto, mi ha stimolato nell’ironia. Mi divertivo per le festose congratulazioni, alla scoperta del male, dei parenti e dei medici. Come se avessi vinto una lotteria! Perché il tumore alla prostata, in tarda età, è il meno preoccupante. Poi, mi è esploso un sentimento di rispetto, sempre avuto, per gli altri: miliardi di persone hanno sofferenze ben più terribili della mia. E la pietà: negli ospedali ho visto, a tu per tu con i malati (bambini, donne, anziani) scene strazianti: quanta angoscia inconsolabile portano le malattie più gravi.

MENTRE IL TEMPO SI FA BREVE

E ho apprezzato, “mentre il tempo si fa breve” (scrive cosí il grande Mauro della Porta Raffo), alcune cose meravigliose della vita: un tramonto, la neve, i fiori e le piante, il sorriso del mio nipotino… E molto altro, che prima mi sfuggiva. Apprezzi quanto sia prezioso ciò che, prima, neanche ti appariva importante.

 
 
 

SONO DAVVERO GUARITO?

No. Uno dei miei medici curanti mi ha detto: “Tu non morirai di prostata. Alla tua età il tumore avrebbe comunque, se non sparisce, un decorso lungo. Ma non guarirai. Devi rassegnarti a sottoporti a controlli medici, farmaci, altre cure…” Evviva: quanto amo le visioni realistiche!
E questo è realismo, bellezza. Almeno so di che cosa non morirò, vi sembra poco?

 

cesare@lamescolanza.com