OGGI VI DICO CHE … GIORNALISTI, LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA.

“Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso”. (Mark Twain)
“Il giornalista è uno storico del presente,ma non sempre i buoni libri di storia si scrivono in un giorno, spesse volte in un’ora, spesse volte in un minuto”. (Umberto Eco)

ATTUALIZZANDO… IL GOVERNO DEI GIORNALISTI, SECONDA PUNTATA

gianni letta

Ieri (un divertissement, così lo abbiamo definito) abbiamo provato a marginare i vertici istituzionali e un governo fantasiosamente attribuibili a personaggi del mondo del giornalismo.
Per chiarezza ricordiamo la lista, parziale, pubblicata ieri. Presidente della Repubblica: GIANNI LETTA. Senato: EUGENIO SCALFARI o GIULIO ANSELMI. Camera: MILENA GABANELLI. Presidenza del Consiglio: VITTORIO FELTRI. Sottosegretario alla presidenza del consiglio: MASSIMO DONELLI. Interni: FERRUCCIO DE BORTOLI. Esteri: GIULIANO FERRARA….

GOVERNO GIORNALISTI, CON NUOVI MINISTERI…

stefano folli

Riforme costituzionali: STEFANO FOLLI. È il più acuto analista della situazione politica.
Istruzione: BIANCA BERLINGUER, rigorosa: una garanzia per rilanciare il Paese in un settore cruciale per il futuro delle prossime generazioni.
Trasporti: ROBERTO NAPOLETANO. Chi, meglio del direttore del quotidiano confindustriale, potrebbe mettere il naso su Trenitalia, Italo e Alitalia?
Salute: MAURIZIO BELPIETRO. Il vigilante ideale su sprechi, disuguaglianze e assurdità vergognose inflitte ai cittadini.
Pari opportunità, MARIA LATELLA. Il nome “giusto” per uscire da enfasi e retorica ed entrare nella concretezza di iniziative utili.
Turismo: VIRMAN CUSENZA. Eclettico e pragmatico, adatto a tutelare e sostenere le risorse naturali, fino ad oggi maltrattate o ignorate.

A questa lista governativa tradizionale vorrei aggiungere alcuni ministeri assolutamente nuovi, ideati per innovare e modernizzare l’immagine dell’Italia adeguandola alle realtà competitive internazionali.

GIORNALISTI E GOVERNO/ DAL MERITO AL BUON SENSO

gian antonio stella

1.Istituirei un ministero preposto alla valorizzazione del merito, a frenare la fuga dei cervelli e a denunciare e impedire raccomandazioni, illeciti e soprusi. Titolare di diritto, GIAN ANTONIO STELLA, che ha alle spalle lustri di battaglie in questa direzione.
2. Poi, un ministero per la tutela dei diritti dei giovani (18-30). CLAUDIO CERASA, il più promettente tra i giovani giornalisti, nidiata del Foglio. Difetti comportamentali, qualità da purosangue.
3. Ministero per il controllo della correttezza delle attività televisive e web. Una troika (per la complessità e l’indispensabilità equidistanza politica) composta da GIOVANNI VALENTINI, CURZIO MALTESE e MONICA MAGGIONI.
4. Ministero per similare vigilanza su regole da rispettare (in particolare per le erogazioni di pubblicità): NORMA RANGERI, che si batte da una vita per tenere in vita una testata nobile come Il Manifesto…
5. E ancora: un ministero contro ogni conflitto di interessi: ANTONIO PADELLARO, oggi direttore del Fatto, carriera e identità immacolata, nel Paese degli abusi.
6. Infine, in sostituzione del dipartimento per la spending rewiew, un ministero definito del buon senso e delle regole etiche e di rispetto da osservare in ogni azienda, pubblica e privata: RICCARDO RUGGERI, emerito analista e opinionista, proveniente da una esemplare carriera manageriale.

RIFLESSIONE ESSENZIALE SUL GOVERNO DEI GIORNALISTI

giornali

Fantasie e provocazioni mi hanno spinto a questo giochino virtuale. Ma qualche radice intellettuale. La prima é che ho voluto compilare un elenco fondato sulla qualità e sul merito, senza tener conto minimamente delle appartenenze politiche, di rivalità professionali e personali, antagonismo e gelosie che pur allignano nel giornalismo, come in tutte le categorie professionali. La seconda: scommetterei che i giornalisti indicati farebbero meglio, assai meglio, di tanti veri ministri che si sono avvicendati nella storia della nostra repubblica, inclusi quelli degli ultimi vent’anni…

NELLA CRESCITA SIAMO PENULTIMI

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Il fondo monetario internazionale ha fatto un rilevamento su 180 paesi del mondo, sulla crescita dal 2000 al 2010. Indovinate in quale posto della classifica siamo? Al disonorevole 179°. Dietro di noi, solo Haiti. E tutti sappiamo che dal 2010 al 2014 non è andata meglio.
Davvero il mio ideale governo dei giornalisti non riuscirebbe a guadagnare almeno un paio di gradini? E come potrebbe far peggio, Haiti permettendo?

 

cesare@lamescolanza.com

03.12.14