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]]>Fernando Alonso, Salvatore Caiata, Nunzia Catalfo, Mario Delpini, Piero Marrazzo, Benito Mussolini, Erich Priebke, Mikis Theodorakis, Alexis de Tocqueville, Andrea Zorzi.
MORTI: Roberto Calasso, Agostino Depretis, Marta Marzotto, Papa Urbano II, Robert Schumann, Umberto I re d’Italia, Vincent Van Gogh.
«La fine del governo Draghi è il trionfo della democrazia, non una minaccia». È il giudizio che appare nel New York Times in un’opinione di Christopher Caldwell, giornalista e autore di libri sull’immigrazione. L’autore dà una lettura diversa della crisi e chiede se davvero sia ‘populista’ preoccuparsi di quanto possa essere democratico un ‘governo tecnico’, una delle formule più usate nella storia della politica italiana. L’intervento arriva cinque giorni dopo quello di David Broder, dal titolo «Il futuro è l’Italia. Ed è tetro», che aveva provocato l’indignazione della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, di cui il giornale newyorkese aveva ricordato il legame con nostalgici del fascismo. Qui i toni sono più concilianti.
«In una delle sue newsletter – scrive Caldwlell – JPMorgan ha descritto le manovre parlamentari che hanno portato alle dimissioni di Draghi un ‘colpo di stato populista». L’opinionista del New York Times ricorda il ruolo chiave dei «filoputiniani» nella crisi, ma sottolinea anche l’anomalia del ruolo di Draghi «come simbolo della democrazia»: il fatto che «nessun elettore l’abbia mai scelto». «Era stato insediato – continua – per sbloccare una situazione di impasse a inizio 2021. Per quanto Draghi sia stato rispettabile e capace, le sue dimissioni rappresentano un trionfo della democrazia, almeno per come la parola democrazia è tradizionalmente intesa». Il problema dell’Italia, nota Caldwell, è che i governi hanno bisogno di due ‘maestri’: l’elettorato e i mercati finanziari globali. «Forse questo riguarda tutti i Paesi dell’economia globale, ma non è come uno immagina la democrazia dovrebbe funzionare». Con un debito pubblico che supera il 150 per cento del prodotto interno lordo, il calo demografico e l’aumento dei tassi di interesse, l’«Italia è intrappolata in una moneta europea che non può essere svalutata». Nei decenni la politica italiana si è spesso aggrappata a governi tecnici come quello di Draghi, che «hanno chiesto grossi sacrifici» ma «ascoltando meno» le esigenze dei cittadini.
«L’elettorato – si legge sul quotidiano liberal – sembra essere diventato populista in modo durevole. Le elezioni del 2018 hanno rappresentato il terzo più grande sconvolgimento politico dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump nel 2016». L’allora primo ministro Giuseppe Conte, nel pieno della pandemia, «godeva di grande popolarità» ma né l’Unione Europea né l’establishment romano gli hanno dato fiducia, in particolare riguardo la possibilità di spendere i 200 miliardi di euro del Recovery fund. «Ma in cosa consiste la credibilità di Draghi? – prosegue l’autore – in una democrazia la credibilità viene dal mandato popolare. In un governo tecnico dalla connessione con i banchieri e tutto l’establishment. In questo caso non è chiaro se la democrazia sta chiedendo aiuto alle istituzioni finanziarie o se le istituzioni finanziarie hanno messo la democrazia in un angolo».
Nel frattempo è in gioco il destino dei fondi europei. L’Italia ha ricevuto finora solo 46 miliardi dei duecento promessi. L’Unione europea vuole decine di riforme perché tutti i progetti vengano finanziati. «L’Europa, per esempio – spiega Caldwell – voleva che le spiagge italiane venissero aperte alla competizione. I sostenitori delle riforme hanno definito quelle famiglie che gestiscono da generazioni le spiagge ‘monopoliste’. Gli oppositori, a cominciare da Matteo Salvini, hanno ribattuto che ‘monopolista’ sarebbe più adatto alle catene internazionali di hotel che hanno spazzato via le piccole attività». Anche la liberalizzazione dei trasporti è tema che sta a cuore all’Unione europea, così come l’ingresso di Uber in un mercato in cui, nota il New York Times, può capitare che una corsa in taxi dal centro di Milano all’aeroporto Malpensa possa costare cento euro. Molte riforme dovevano essere approvate entro fine anno e la fine di Draghi «non è una coincidenza», ma – è la conclusione dell’opinionista – se con Draghi si sarebbero potuti trovare i soldi per salvare il tuo Paese, non c’è niente di ‘populista’ o ‘filoputiniano’ o di irragionevole nel preoccuparsi riguardo le conseguenze per la democrazia.
“La Stampa’ deve piacere agli operai.” Giulio De Benedetti
“Non penso che tutti i rapporti dei servizi segreti siano scottanti. Alcuni giorni apprendo di più dal New York Times.” John F. Kennedy
“La lettura del giornale è la preghiera del mattino dell’uomo moderno.” Georg W. Friedrich Hegel
“Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.” George Orwell
“Per i giornalisti, la lettura dei giornali è un’attività indispensabile e la rassegna stampa uno strumento di lavoro: per sapere cosa dire occorre sapere cosa hanno detto gli altri. E’ questo uno dei meccanismi attraverso i quali si genera l’omogeneità dei prodotti proposti.” Pierre Bourdieu
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]]>Luca Barbareschi, Hugo Chavez, Giovanni Della Casa, Franco Di Mare, Marcel Duchamp, Ludwig Feuerbach, Max Giusti, Harry Kane, Jacqueline Kennedy, Riccardo Muti, Patrizia Pellegrino, Karl Popper, Carla Ruocco, Alexis Tsipras.
MORTI: Johann Sebastian Bach, Giuseppe Bonaparte, Carlo Alberto di Savoia, Maximilien de Robespierre, Tiziano Terzani, Antonio Vivaldi.
Inutile negarlo: gli squali sono un vero e proprio incubo. Sarà che ci hanno fatto su numerosi film che hanno riscosso un incredibile successo. Film in cui abbiamo visto questi grandi e grossi animali, mettere fine alla vita delle persone in pochissimi secondi. L’idea che possa accadere anche a noi non è mai stata molto allettante.
L’idea di trovare uno squalo nel mare in cui facciamo il bagno ci terrorizza, ma ci è sempre stato detto di stare tranquilli perché da noi non ci sono. E invece non è così. Forse non sapete che al mondo esistono più di 500 specie di squalo, solo una cinquantina abitano nei nostri mari. C’è anche il Grande Bianco tra gli squali presenti nel Mediterraneo: una piccola comunità rispetto alla grande popolazione. Infatti da noi sono una piccola realtà ma esistono e gli avvistamenti sono sempre più spaventosi e sempre più frequenti.
Dunque è proprio vero: i famosi squali bianchi sono una realtà nelle acque italiane. In modo particolare, l’area compresa nel canale di Sicilia, Malta e Tunisia, c’è una specie di “nido” dove i grandi squali bianchi si riproducono. E, ogni giorno che passa, sono sempre di più. Quelli avvistati in Sicilia sono dei giovani esemplari, a differenza di altre specie di squalo.
I grandi squali bianchi sono i più grandi pesci predatori: nuotano fino a 24 km/h, pesano 2 tonnellate e crescono fino a una lunghezza di 4,5 metri circa. Inoltre sono stati scoperti degli esemplari anche di sei metri, e non è finita qui. Sono sempre pronti a fare delle incredibili evoluzioni.
Sempre nel Mediterraneo ma poco comune è lo squalo Mako, un predatore del mare affascinante ma anche piuttosto pericoloso. Tra l’altro è uno dei più veloci del mondo: riesce a coprire lunghe distanze in pochissimo tempo.
“La paura degli squali è atavica e persistente per gli umani e quasi nessuno di noi ha evitato di vedere almeno un documentario su questi animali che supponiamo feroci.” Mario Tozzi
“Le dimensioni di uno squalo possono indurre i non esperti in errore. Di per sé, dimensioni imponenti non significano affatto squalo pericoloso, aggressivo. Lo dimostra nelle acque tropicali lo squalo balena; e in quelle mediterranee lo squalo elefante.” Folco Quilici
“C’è sempre qualcuno o qualcosa che ti aspetta, qualcosa di più forte, più intelligente, più malefico, più resistente, più dolce, più grasso, più grande, più piccolo, e qualcosa con occhi di tigre e fauci di squalo,
qualcosa di più pazzo della pazzia, di più furbo della furbizia.” Charles Bukowski
“Gli squali sono stati progettati dall’evoluzione come delle macchine biologiche formidabili: la loro dentatura, che al contrario della nostra, si rinnova continuamente, il loro occhio, che se non percepisce i colori, può vedere molto bene in penombra, il loro olfatto, che sente il sangue a distanze di chilometri, beh, dimostrano come si tratti di esseri prediletti dalla Natura.” Giorgio Celli
“Una relazione credo sia come uno squalo sai, che deve costantemente andare avanti o muore. Credo che quello rimasto a noi sia uno squalo morto.” Woody Allen
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]]>Jean Baudrillard, Pina Bausch, Giosuè Carducci, Maria Grazia Cucinotta, Alexandre Dumas (figlio), Ludovico il Moro, Clemente Russo, Mario Verdone.
MORTI: Guido Agnolin, Cesare Cases, John Dalton, Bob Hope, Ettore Manni, James Mason, Raffaele Mattioli, Marisa Merlini, Gianni Nazzaro, Mohammad Reza Pahlavi, Paolo Pestrin, Sergio Saviane, Sam Schepard, Gertrude Stein, Gianrico Tedeschi, Cesare Viazzi, William Wyler.
“La civiltà occidentale formatasi da metà Settecento, che andava dall’Alaska all’Australia, tra qualche mese non ci sarà più. Le civiltà sono come grossi animali “Nascono e muoiono”
Informa Wikipedia che Igor Sibaldi è “uno scrittore, slavista, drammaturgo e traduttore italiano”. Lui sul suo sito si definisce “filologo e narratore”. “Narro argomenti di teologia, mitologia, psicologia, filosofia, storia della letteratura, Qabbalah”. Ha tenuto migliaia di conferenze, insegna la “tecnica dei desideri”, spazia da una disciplina all’altra per suggerire percorsi. Milanese di madre russa, fino al ’96 di professione faceva lo slavista con una mole impressionante di traduzioni fra cui ‘Guerra e pace’ e ‘Tutti i racconti’ di Lev Tolstoj per i Meridiani Mondadori.
Sibaldi, chi è lei?
Come si fa a voler essere qualcosa di preciso quando possiamo essere tutto? Il verbo essere è antipatico, ti incastra. Meglio evitarlo fino alla tarda vecchiaia. Usiamolo dopo i centovent’anni… Per cercare di comprendere la situazione in cui siamo, una disciplina non basta né una sola lingua. Sei comunque parte di un ingranaggio che include tantissimo e più studi più senti il bisogno di scoprire per acquisire una visione d’insieme. Ciò procura anche l’enorme piacere di sentirti dappertutto appena arrivato, come chi ha di fronte tanti pacchi da aprire.
La sua metà russa come vive questo momento?
Per prima cosa un ricordo. Da bambino, negli anni ‘60, mi portavano spesso in Unione Sovietica. C’era la Cortina di ferro e niente sapevamo gli uni degli altri, ma con i coetanei russi m’intendevo perfettamente. Poi verso i 12, 13 anni cominciammo a dire “noi” e “voi”: loro stavano imparando a essere russi e io italiano. Sentire quella scissura fu una grossa tristezza.
Ora cosa succede?
Nessuno ne parla ancora con chiarezza, ma la civiltà occidentale formatasi da metà Settecento, che andava dall’Alaska all’Australia, tra qualche mese non ci sarà più. Le civiltà sono come grossi animali. Nascono e muoiono. Certe volte vivono a lungo, come quella latina, altre sono come l’attuale che non ha raggiunto i tre secoli. Sorta in Europa, le si aggiunsero gli Stati Uniti e la Russia di Caterina II. Ora sta finendo.
E la Russia?
I russi torneranno a essere quella gente strana là in fondo, un po’ bestiale, e gli europei si sentiranno rassicurati regredendo a com’era prima. La Russia d’altra parte è uscita da un secolo disastrato e non ha avuto tempo di formarsi nuovi valori. Quella post-sovietica è stata una cultura incerta, influenzabile dall’Occidente da cui ha preso il peggio senza avere molto da dirgli in cambio.
Conseguenze?
Tra dieci anni un italiano medio non saprà niente di un russo. Ma gli occidentali perseguiranno nel loro peggior difetto: credere che sono il mondo. È un’eredità ottocentesca. Quando Darwin parlava dell’evoluzione della specie umana pensava agli inglesi.
L’opinione pubblica ne è conscia?
La maggior parte no, ma tutti percepiscono in qualche modo questa fine, anche se non sanno perché sono più agitati, perché sorpassano a destra… È come stare su un terreno che si crepa, un terremoto culturale. Per chi se ne rende conto la situazione può diventare interessante, altrimenti si va verso una siccità interiore. Quando una civiltà finisce anzitempo per la mente individuale è una catastrofe: ci si attacca a piccole certezze purché comprensibili.
Come reagire a livello individuale?
Dubitando e desiderando. Bisogna specializzarsi nella comprensione di sé. In questo periodo è difficile essere un individuo. Un ‘io’ dà fastidio. Il mondo vuole dei ‘noi’. Anche dall’altra parte: un ‘io’ russo non fa guerra a un ‘io’ ucraino. Un ‘noi’ russo sì. Oggi il ‘noi’ sta invadendo l’interiorità di ciascuno. Se pensi a una cosa che ti piace, spesso non pensi a cosa ti piace davvero, ma a cosa puoi dire ti piaccia senza essere riprovato dagli altri.
Il tempo individuale è un rifugio?
Se il territorio interiore è abbondante. Altrimenti è come una linea della metropolitana, che si percorre frettolosamente per scenderne. Il ‘noi’ detesta il tempo individuale, l’esempio lampante fu la Russia staliniana: le case erano brutte, spesso ridotte a una stanza in un appartamento. Quella dove si uccise Majakovskij era un bugigattolo. Ma i teatri e i parchi dove si andava a ballare e a sentire conferenze erano meravigliosi. Bisognava che il tempo fosse tutto collettivo e la vita personale fosse insignificante. Oggi viviamo anche il rischio che il progresso tecnologico soffochi la libertà individuale. Il ’68 e Pasolini sono esistiti ai tempi delle macchine da scrivere. In quelli dello smartphone è diverso. La tecnologia è un gigantesco supermarket la cui abbondanza rischia di travolgere creatività e desideri, perché sembra offrire persino più di quanto tu possa volere.
Chi ne scampa?
O fuggi con allegri compagni nella Foresta di Sherwood o fai come i monaci medievali. Oppure segui l’esempio degli avventurieri culturali di fine Settecento che potevano servire il re di Prussia, viaggiare in Oriente a trascrivere ‘Le mille e una notte’ e ripartire per la corte del duca di Mantova. Un camaleontismo nel senso migliore.
Ma la pandemia ha ristretto le frontiere. Non solo geografiche.
La polarizzazione sul Covid ci ha allenati a considerare nemico un pensiero diverso. In tutti i campi c’è un A contro un B. E in Italia sono scomparsi anche i partiti. Quand’ero ragazzo erano tanti, ognuno con la sua immagine del mondo.
Cosa teme di più?
La figuraccia con le generazioni future. Con gli strumenti a nostra disposizione non avremmo scuse.
“La civiltà e la violenza sono concetti antitetici.” Martin Luther King
“La domanda “Chi siamo?” riceve una risposta deludente nel mondo in cui dobbiamo vivere. In effetti, siamo solo sudditi del cosiddetto mondo civile, dove intelligenza, bassezza, eroismo e stupidità convivono perfettamente bene e vengono spinti in primo piano a fasi alterne..” René Magritte
“Le buone leggi fanno civili i popoli.” Niccolò Machiavelli
“La guerra contraddice nel modo più stridente a tutto l’atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo civile.” Sigmund Freud
“Perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in boccamiele.” Luigi Pirandello
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]]>Sandra Bullock, Francesco Cossiga, Aldous Huxley, Mick Jagger, Karl Gustav Jung, Stanley Kubrick, Antonio Machado, Helen Mirren, George Bernard Shaw, Kevin Spacey.
MORTI: Diane Arbus, Rita Atria, Mary Blair, Elena Lucrezia Cornaro (prima donna laureata al mondo), Federico De Roberto, Evita Peron.
Dal 27 luglio qualunque numero di telefono italiano potrà essere iscritto al Registro pubblico delle opposizioni, il servizio gratuito che permette di non ricevere più telefonate pubblicitarie. Finora poteva essere fatto solo con i numeri fissi, ma un decreto del presidente della Repubblica entrato in vigore lo scorso 13 aprile ha incluso anche i telefoni mobili. Le società di telemarketing, quelle che propongono le pubblicità per via telefonica, hanno l’obbligo di adeguarsi alla nuova norma entro fine mese: dovranno cioè smettere di contattare i potenziali clienti che avranno inserito il loro numero nel Registro e tolto quindi la propria autorizzazione. Ci sono però perplessità sul fatto che la nuova norma possa risolvere il problema.
Secondo la legge, i call center possono contattare qualsiasi numero telefonico, ma solo se hanno ricevuto il consenso da parte dell’utente che ne è il proprietario. Il problema è che ottenere il consenso è semplicissimo: la richiesta è contenuta in molti dei moduli che bisogna compilare per l’accesso a vari servizi, dall’iscrizione in palestra all’attivazione di una carta punti di un supermercato. Spesso viene accettata distrattamente o senza troppa consapevolezza dalle persone, che poi non hanno idea di come poter annullare quella scelta.
Con la nuova iscrizione al Registro delle opposizioni, una persona potrà cancellare tutti i consensi pregressi che ha dato nel corso degli anni, e le chiamate non desiderate diventeranno illegali entro 15 giorni. Sarà anche possibile iscrivere il numero più volte, per eliminare autorizzazioni date inavvertitamente dopo la prima iscrizione. Le aziende di telemarketing avranno accesso a una serie di servizi per verificare quali numeri hanno chiesto il blocco delle chiamate, e quelle che non rispetteranno il nuovo regolamento potranno ricevere multe fino a 20 milioni di euro.
Resteranno possibili solo le telefonate da parte di quelle aziende con cui si ha un contratto attivo, o con cui lo si aveva fino a 30 giorni prima di iscriversi al Registro: per esempio, una persona potrà continuare a ricevere telefonate dal proprio operatore telefonico per 30 giorni dopo aver dato l’eventuale disdetta.
Ci sono quattro modi per iscrivere il proprio numero di telefono al Registro delle opposizioni: compilando un modulo sul sito del servizio, chiamando il numero verde 800 265 265, inviando una mail all’indirizzo “iscrizione@registrodelleopposizioni.it” con allegato un modulo apposito che si trova sul sito, oppure spedendo una raccomandata con il proprio documento e il numero che si vuole iscrivere (all’indirizzo “Gestore del Registro pubblico delle opposizioni – Abbonati, ufficio Roma Nomentano, casella postale 7211, 00162 Roma”).
Al momento il sito è ancora in fase di aggiornamento e dovrebbe riattivarsi proprio il 27 luglio, perciò non è escluso che alcune di queste informazioni possano subire qualche modifica, o che vengano specificate ulteriori istruzioni (è consigliabile visitare il sito quando sarà accessibile).
La nuova norma era attesa da tempo e la sua approvazione ha avuto un percorso molto lungo e accidentato. Il Registro pubblico delle opposizioni infatti era stato istituito già nel 2010 con un decreto del presidente della Repubblica, ma per molti anni aveva riguardato i soli numeri fissi. I telefoni mobili erano rimasti esclusi in maniera piuttosto sorprendente, visto che ormai da tempo sono i più utilizzati dalle persone e i più coinvolti dalle chiamate promozionali dei call center.
Il regolamento era stato poi aggiornato nel 2018, ma diversi intoppi burocratici ne avevano ritardato l’applicazione: per esempio, all’epoca la norma non comprendeva la possibilità di bloccare le telefonate pubblicitarie automatizzate, quelle fatte con voci registrate, che sono sempre più diffuse. Ora questo problema è stato superato.
Nonostante si sia arrivati all’approvazione del nuovo regolamento, sono stati sollevati diversi dubbi sulla sua completa efficacia: lo ha fatto anche Anna Ascani, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, che è proprietario del Registro pubblico delle opposizioni. Molte società di telemarketing infatti agiscono già in modo illegale, e alcune di queste tentano direttamente di truffare i consumatori: è difficile pensare che decidano di adeguarsi adesso alla legge.
Ascani ha detto al CorriereComunicazioni che le società che agiscono illegalmente sono fondamentalmente di tre tipi: «Operatori non iscritti al ROC-Registro delle comunicazioni (a cui per legge dovrebbero essere iscritti, ndr); iscritti al ROC che affidano attività a call center delocalizzati all’estero e quindi non rintracciabili; operatori iscritti al ROC che violano il diritto di opposizione degli iscritti al Registro». Secondo Ascani, la varietà di queste aziende rende «difficile stimare le dimensioni del telemarketing illegale».
Ci sono insomma società che non si iscrivono appositamente al ROC, il registro degli operatori della comunicazione, per essere difficilmente rintracciabili dalle autorità, e altre che per la stessa ragione appaltano il sistema delle telefonate pubblicitarie ad aziende terze che hanno sede all’estero. Il nuovo regolamento non ammetterebbe che i dati personali degli utenti, come i numeri di telefono, vengano ceduti a terzi: il problema però è che per le autorità non è semplice risalire alle società che non sono iscritte al ROC e che agiscono illegalmente, a maggior ragione se hanno sede all’estero.
Il compito di individuare queste società e sanzionarle spetta al Garante per la protezione dei dati personali, a cui una persona potrà rivolgersi se dovesse continuare a ricevere le telefonate pubblicitarie.
“Niente desideriamo di più di quello che non ci è consentito.” Publilio Siro
“Ciò che è lecito non dà piacere, quello che è proibito infiamma.” Ovidio
“Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” togli il cartello.” Winston Churchill
“Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma egli è un crearne dei nuovi.” Cesare Beccaria
“Non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato ciò che è proibito.” Jim Morrison
cesare@lamescolanza.com
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]]>L'articolo RICORRENZE. NATI IL 25 LUGLIO sembra essere il primo su Cesare Lanza.
]]>Franco Bechis, Elias Canetti, Francesca Chillemi, Filippo Ganna, Sabina Guzzanti, Paolo Kessisoglu, Kelly Lang, Gigi Marzullo, Giuseppe Moscati.
MORTI: Samuel Taylor Coleridge, Olivia De Havilland, Sergio Marchionne, Papa Innocenzo VIII, Matilde Serao.
Dove si trova l’hotel italiano più bello del mondo? Ebbene sì, in Italia. Nonostante altri competitor incredibili è stato questo a sbaragliare la concorrenza. Scopriamo dove si trova
L’hotel più bello del mondo è italiano e si trova in Toscana, a Montalcino. Una struttura di grande bellezze che, secondo la prestigiosa e famosa rivista statunitense Travel & Leisure è stata nominata come la prima in assoluto secondo l’insindacabile giudizio dei milioni di lettori.
Il numero uno degli hotel è Castiglion del Bosco che si trova nel borgo di Montalcino, nel cuore della Val d’Orcia. Un vero incanto costituito da 42 suite, 11 ville e 2 ristoranti oltre una scuola di cucina e una SPA. Un vanto poi è la storica cantina presente al suo interno che produce il Brunello di Montalcino, uno dei vini italiani più amati nel mondo. Il Golf Club privato disegnato dai più grandi campioni del settore, 62 ettari di vigna e l’attenzione per l’accoglienza lo rendono un vero paradiso.
Il resort ha ricevuto un punteggio di 99.25, quasi cento. Un numero così elevato, raramente viene raggiunto da una struttura. Non sorprende quindi che abbia attirato ospiti del livello di Barack Obama. Tra gli hotel migliori al mondo ci sono anche altri italiani come il Portrait di Firenze alla posizione numero 15, sempre a Firenze c’è anche l’hotel Savoy al numero 68. Firenze quindi è la città più premiata a livello italiano.
La prima regione più premiata per numero di strutture è la Campania, la seconda invece la Toscana. L’Italia in tutto ha ricevuto 11 posizioni nel mondo. Tra le strutture migliori anche le Terme di Saturnia, unica spa italiana e tra le 5 migliori di tutto il mondo, tanto da aver ricevuto anche la Best Destinations Spas. Un vero successo per l’Italia che è stata premiata, dalla stessa rivista, per l’Isola più bella d’Italia ovvero Ischia.
L’hotel vincitore con tanto di piscina a sfioro, terrazze e vista spettacolare nella tenuta da oltre 2000 ettari ha camere di vario tipo il cui costo oscilla tra i 1800 e gli oltre 2000 euro a notte. Certamente una location da sogno non solo per la sua posizione nella campagna toscana ma anche per i prezzi, non propriamente accessibili a tutti.
“Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità.”
Coco Chanel
“L’esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale.” Socrate
“Il lusso è libertà.” Christian Dior
“O il lusso è l’effetto delle ricchezze, o le rende necessarie; corrompe insieme il ricco e il povero, l’uno con il possesso, l’altro con la cupidigia.” Jean-Jacques Rousseau
“Il lusso, la spensieratezza e lo spettacolo consueto della ricchezza fanno quei ragazzi così belli, che si direbbero d’una pasta diversa da quella dei figli della mediocrità e della povertà.”
Charles Pierre Baudelaire
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]]>Ferruccio Amendola, Massimo Carlotto, Willem Dafoe, Selena Gomez, Nicola Gratteri, Edward Hopper, Nina Moric, Claudio Santamaria.
MORTI: Antonio Banfi, John Dillinger, Sacha Distel, Franca Faldini, Giovanni Guareschi, Sandor Kocsis, Indro Montanelli, Napoleone III, Serge Reggiani.
Da Roma a Genova, e ormai in moltissimi centri dello Stivale, la convivenza con questo animale è diventata normalità. Ecco qual è la sua indole, perché sembra essere poco aggressivo con l’uomo e come bisogna reagire quando capita di incrociarlo.
L’ultimo video è di qualche giorno fa: mostra alcuni cinghiali che scorrazzano lungo sentieri a ridosso delle spiagge genovesi, non troppo lontano dai bagnanti. Senza che umani o animali mostrino particolare sorpresa o paura: ormai si sono abituati l’uno all’altro.
“Più che pacifici direi che sono più spavaldi, in quanto affrontano i rischi connessi con l’esplorazione di un ambiente nuovo, spesso poco o per nulla naturale. Non tutti i cinghiali sono in grado di farlo, non tutti hanno il carattere adatto”.
Questo è un tema importante che riguarda la nostra sicurezza: molti cittadini sono stati ripresi mentre danno da mangiare ai cinghiali o addirittura provano ad accarezzare i cuccioli. Bisogna essere chiari, come afferma lo zoologo dell’Ispra: “Ricordiamoci che sono animali selvatici veri, non quelli umanizzati dei film della Disney”. Questa considerazione riguarda quindi tutti i cinghiali, anche quelli che possono sembrare più addomesticati perché passeggiano per le nostre strade. Ma non lo sono: bisogna ricordare che i cinghiali hanno in generale una grande capacità di adattamento rispetto ad altre specie.
“Gli animali che entrano in città non sono meno selvatici di quelli che rimangono in ambiente naturale. Semmai il problema sorge una volta entrati, quando si abituano alla presenza dell’uomo, invece di esercitare la naturale diffidenza, si abituano a trovare cibo facilmente e svincolato dalla stagionalità tipica del cibo naturale. Infine, si abituano al fatto che qualcuno il cibo glielo fornisce volontariamente, trattandoli come cani e gatti. Ecco: questi comportamenti sono quelli che condannano i cinghiali alla dipendenza dall’uomo, rendendoli più animali domestici che selvatici”.
Questo è lo stato attuale, dettato da una grande proliferazione di questo animale dipesa da “un modello gestionale utilizzato per questa specie che, soprattutto dal punto di vista venatorio, ha fallito – secondo lo zoologo dell’Ispra – Abbiamo ‘perso il controllo’ della gestione di questa specie. Un ruolo determinante hanno avuto le massicce immissioni di cinghiali a scopo venatorio, iniziate negli anni ’50 con soggetti catturati all’estero e proseguite con animali provenienti da allevamenti nazionali, e la pratica del foraggiamento attrattivo, fatta per trattenere gli animali nelle aree di caccia e per aumentarne la capacità riproduttiva. Il consistente prelievo venatorio ha poi alterato profondamente la struttura delle popolazioni, abbassando l’età media degli animali e aumentandone il potenziale riproduttivo”. Poi c’è stato anche il ruolo dell’urbanizzazione massiccia degli esseri umani e l’abbandono delle campagne “con la conseguente diminuzione della persecuzione diretta e il recupero del bosco in zone precedentemente utilizzate per l’agricoltura e la pastorizia”. Infine, alcune cause naturali “come l’intrinseca elevata capacità di colonizzare nuovi ambienti, l’enorme potenziale riproduttivo della specie e le condizioni climatiche divenute mediamente più favorevoli e pertanto meno limitanti”.
Ma continuerà questo processo di coabitazione urbana tra uomini e cinghiali, cosa succederà? “Se non interverranno politiche serie di contrasto del fenomeno dell’inurbamento del cinghiale – continua Monaco – dobbiamo aspettarci che il fenomeno progredisca ulteriormente. Lo studio del fenomeno in altri contesti (come Barcellona o Hong Kong) ci suggerisce inoltre che più il cinghiale si abitua alla presenza dell’uomo, maggiori saranno le interazioni aggressive. Una prospettiva preoccupante”.
La questione dell’urbanizzazione dei cinghiali, ovvero il fenomeno per cui questi animali hanno invaso le città, non è solo italiano.
A livello mondiale, fino a una decina di anni fa si avvistavano cinghiali o maiali inselvatichiti in 44 città di circa 15 paesi al mondo. Oggi invece sono centinaia le città (in alcuni paesi come Giappone, India, Israele, Spagna) dove questi animali entrano nei centri urbani e causano problemi anche gravi. “I cinghiali arrivano in città, non solo in Italia ma in molte zone abitate in Europa e nel resto del mondo, perché il loro numero è aumentato notevolmente e perché le città garantiscono grandi disponibilità di cibo e protezione” spiega il ricercatore dell’Ispra. D’altra parte, non ci sono differenze tra quelli che invadono le nostre città e i cinghiali che si comportano nello stesso modo all’estero: “Semmai le differenze sono quelle legate all’ambiente umano. Rispetto al contesto italiano, altrove è meno diffusa la pratica della somministrazione volontaria di cibo ai cinghiali e, soprattutto, a differenza dell’Italia le persone con sensibilità animalista non ostacolano sistematicamente gli sforzi di gestione razionale del problema”.
Per prima cosa non bisogna esser preda dell’ansia, come suggerisce Monaco. “In natura è molto probabile che gli animali scappino prima ancora che possiate vederli. In città cerchiamo di evitare i comportamenti che favoriscono la presenza o l’avvicinamento degli animali come, ad esempio, dare volontariamente cibo (peraltro, vietato dalla legge), lasciare incustoditi il sacchetto dell’umido fuori dai cassonetti o il cibo per cani e gatti”. Fino a qui siamo nell’ambito della prevenzione, ma se capita di incontrare davvero qualcuno di questi animali selvatici nelle strade cittadine bisogna tenere a mente che potrebbe essere interessato al cibo che si ha in mano o che si trova nelle vicinanze. Diverso è il caso in cui si incrocino piccoli branchi:
“La massima attenzione deve essere data ai casi in cui ci troviamo di fronte alle femmine con i piccoli: cerchiamo di evitare qualsiasi comportamento che possa essere percepito come una minaccia. Ricordiamoci che non si tratta di animali domestici, ma selvatici in grado di mordere e spingere violentemente”.
Nei giorni scorsi è stato individuato un caso di cinghiale infetto nei territori del comune di Roma: si tratterebbe del primo caso al di fuori dell’area interessata nelle prime settimane di gennaio 2022. La regione Lazio ha attivato una task force.
Un altro elemento importante è quando con noi giri anche un cane, un animale che nell’intenzione di difenderci potrebbe innescare conseguenze pericolose. “Si è ripetutamente verificato che la presenza di un cane, anche al guinzaglio, può essere un elemento in grado di scatenare una reazione di difesa da parte del cinghiale (ma, si è visto, in generale dei grandi mammiferi). Il cane, in quanto prodotto della domesticazione del lupo, viene immediatamente percepito come una fonte di pericolo e, in particolare da parte delle femmine con i piccoli al seguito, può scatenare una reazione aggressiva a scopo difensivo”. Per questo, è importante non lasciare avvicinare un cane in nessuno modo ai cinghiali. E in generale tenere sempre a mente che se anche siamo abituati a vederli girare per le strade, i cinghiali rimangono animali selvatici, potenzialmente pericolosi e che – per il loro e per il nostro bene – non dovrebbero scorrazzare liberamente nei nostri centri urbani senza alcun timore di essere catturati.
“Spero che ritorni presto l’era del Cinghiale Bianco.” Franco Battiato
“Spesso il cinghiale è fermato da un cane non grande.” Ovidio
“Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.” Fabrizio De André
“Il Cinghiale è animoso iracondo e furibondo; il suo sangue è pieno di fibre, Aristotele gli da l’ira subitanea.” Giovanni Battista della Porta
“Se sei l’ultimo tartarugo della tua specie sei più protetto di quasi tutti gli uomini, se sei un cinghiale o una nutria puoi essere sterminato. Eppure l’agonia di un cinghiale non è diversa da quella di una tigre siberiana o di un rinoceronte nero.” Luigi Lombardi Vallauri
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]]>Tony Eustor, Alessandro Bergonzoni, Nancy Coppola, Beppe Grillo, Ernest Hemingway, Andrea Mainardi, Maria Cristina d’Austria, San Filippo Neri, Cat Stevens, Robin Williams.
MORTI: Romano Battaglia, Boris Giuliano, Claus Von Stauffenberg (nazista autore del complotto per uccidere Hitler).
La Tour Eiffel è cresciuta di altri sei metri, in meno di 10 minuti, svettando a 330 metri di altezza contro i 324 precedenti. In cima all’iconico monumento della capitale francese è stata collocata una nuova antenna digitale.
A 133 anni dalla sua inaugurazione la Tour Eiffel, monumento simbolo di Francia, fotografato da generazioni di turisti da ogni parte del mondo, si è ingrandita. O meglio: è proprio cresciuta. Di sei metri. Sulla sommità del celebre monumento nel 7° arrondissement di Parigi, è stata infatti montata nei giorni scorsi una nuova antenna. Nello specifico: servirà per la trasmissione radio digitale DAB+ che migliorerà la copertura e le trasmissioni nella capitale e nella regione dell’Île-de-France. L’antenna porta dunque l’altezza della nuova sommità a 330 metri, invece dei 324 precedenti.
L’operazione è stata assai delicata, preparata per oltre un anno, ed è costata circa un milione di euro. “È una grande fierezza, un momento storico per la Tour Eiffel“. Il monumento “si riallaccia così con la sua storia, quella di un luogo di sperimentazione tecnologica e scientifica”, ha dichiarato il presidente della società della Torre Eiffel, Jean-Francois Martins. In tutto, ci sono voluti una decina di minuti affinché l’elicottero depositasse l’antenna sul monumento mentre un tecnico attendeva arroccato in cima per fissarla saldamente alla struttura portante.
La punta, in realtà, è cambiata altre volte nel corso della storia. La Torre Eiffel, o “Torre dei 300 metri” come era conosciuta allora, concepita da Gustave Eiffel per l’Esposizione universale del 1889, era originariamente sormontata da una grande asta di bandiera e misurava 321 metri.
“Essere in grado di fare a meno di Parigi è segno di stupidità; non amarla più è segno di decadenza.” Gustave Flaubert
“Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi.” Friedrich Nietzsche
“A Parigi, tutto è in vendita: vergini sagge, vergini stolte, verità e bugie, lacrime e sorrisi.”
Emile Zola
“Si dice che su Parigi è stato scritto tutto, e che con i libri scritti si potrebbe costruire una nuova Tour Eiffel.” Mieczysław Kozłowski
“Si dice che quando un americano buono muore, va a Parigi.” Oscar Wilde
“Respirare Parigi, conserva l’anima.” Victor Hugo
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]]>Alessandro Magno, Krisnha, Federico Moccia, Giorgio Morandi, Carlos Santana, Natalie Wood.
MORTI: Elio Fiorucci, Bruce Lee, Guglielmo Marconi, Papa Leone XIII, Paul Valery, Pancho Villa.
Si avvicina il tempo delle vacanze, ma qual è la città più bella dove trascorrere qualche giorno di relax? Ecco i risultati della classifica stilata, come ogni anno, dal sito Travel + Leisure
Come ogni anno, anche per il 2022 il sito Travel + Leisure ha condotto un sondaggio fra i suoi utenti per decretare la città più bella d’Europa.
Lettori da ogni angolo del Pianeta hanno condiviso le proprie esperienze di viaggio nel vecchio continente, valutando la presenza di attrazioni e monumenti artistici e giudicando ogni luogo secondo criteri di ospitalità, cordialità della popolazione locale, cultura, cucina.
La Spagna è rimasta nel cuore di molti turisti. Sono infatti tre le città spagnole che si posizionano nella classifica delle 15 più belle al mondo: Siviglia (3° posto), Madrid (11°) e Cordova (15° posto). Anche il Portogallo si posiziona bene nella classifica con due città, Lisbona e Porto, che occupano rispettivamente il 7° e l’8° posto.
La classifica è arricchita da poli turistici dell’Europa orientale: Lubiana (Slovenia) si classifica al 6° posto fra le città più belle d’Europa, mentre Cracovia (Polonia) occupa il 9° posto in classifica. Infine la Turchia, da sempre ponte culturale fra l’Asia e l’Europa, ospita due delle città premiate come le più belle del continente: Istanbul (2° posto) e Bodrum (4°).
Non sorprende, tuttavia, che al primo posto della classifica ci sia l’italiana Firenze. La patria di Dante Alighieri e della lingua italiana, che ospita uno dei musei più visitati al mondo (le gallerie degli Uffizi) si conferma ancora una volta come meta preferita per i turisti di tutto il mondo – dopo essere stata eletta città più amata già nel 2019 e nel 2020.
I lettori hanno apprezzato più di ogni altra cosa l’architettura urbana e la presenza di tracce di un passato glorioso a ogni angolo di strada; molti la consigliano come meta ideale per il viaggio di nozze, poiché è bellissimo passeggiare fra le sue strade e immergersi nella sua magica atmosfera.
E mentre i luoghi più iconici del capoluogo toscano – Duomo, Uffizi, Ponte Vecchio, Palazzo Pitti – sono assolutamente da visitare, molti viaggiatori sono rimasti sedotti da piccoli scorci e monumenti un po’ lontani dal turismo di massa.
Ultima nota, ma non per importanza, riguarda il cibo: fra degustazioni di vini locali e prelibatezze gastronomiche dolci e salate, Firenze è davvero la meta ideale anche per chi ama la buona cucina e ha voglia di provare sapori nuovi che sanno di tradizione.
“La storia fiorentina è la storia tipica di una città nella quale l’intelligenza predomina”. Guido Piovene
“Firenze la più dannata città italiana dove non c’è posto per sedersi, stare in piedi o camminare.”
Ezra Pound
“Fiorenza, poi che se’ sì grande, che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ‘nferno tuo nome si spande!”
Dante Alighieri
“Se sai dove guardare, Firenze è il paradiso.” Dan Brown
“Firenze l’è piccina… e vista dal piazzale, la pare una bambina, vestita a carnevale.”
Leonardo Pieraccioni
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]]>Edgar Degas, Roberto Farnesi, Abel Ferrara, Roberto Gualtieri, Veronica Lario, Brian May (Queen).
MORTI: Alfredo Binda, Paolo Borsellino, Curzio Malaparte, Francesco Petrarca.
La musica ha suonato un ritmo tutto nuovo, grazie a Elvis Presley. Il cantante, nato a Tupelo l’8 gennaio 1935, è la star del rock’n’roll. Prima di Elvis, nessuno era riuscito a sedurre il pubblico con così tanta forza, merito sicuramente di una voce incredibile, ma anche della sua capacità di stare sul palco e ipnotizzare lo spettatore.
Elvis Presley è diventato famoso in un momento estremamente produttivo della musica. Negli anni Cinquanta tutto doveva ancora essere sperimentato. A ben vedere i limiti di quel periodo storico, soprattutto negli Usa, erano di carattere culturale: le radio dell’epoca facevano distinzioni tra ritmi bianchi e neri. Per Elvis la musica non aveva colore, proprio come la sua voce. Probabilmente è stata proprio quest’apertura mentale a permettergli di andare oltre, di osare e di esprimere il suo talento senza inibizioni.
La sua carriera iniziò nel 1954, collaborando con la Sun Records: il 7 luglio la radio WHBQ trasmise per la prima volta That’s all right, nel programma Red, Hot & Blue di Dewey Phillips. E’ qui che il mondo conobbe la sua stella. Lo dimostra la leggenda che racconta che Phillips dovette far suonare quella canzone per 14 volte di seguito, perché fu sommerso da 47 chiamate. Oggi sembrano poche, ma nel 1954 erano tantissime. Questo singolo ha venduto oltre 20.000 copie e ha raggiunto il 4° posto nella classifica di Memphis. Con la Sun Records, Elvis incise numerosi dischi, tutti di successo. Oltre a That’s All Right (Mama), ricordiamo Blue Moon of Kentucky, Good Rockin’ Tonight e Baby Let’s Play House. Questa è solo l’inizio della sua carriera, nel 1955 dalla radio Elvis approda in televisione, grazie al suo manager il Colonnello Tom Parker. Il rock’n’roll entrò nelle case degli americani e fu una rivoluzione culturale. Per l’epoca era una musica forte, nuova, accompagnata da movimenti definiti scabrosi.
Non a caso Presley fu chiamato The Pelvis, proprio per l’ondeggiare del suo bacino. Le canzoni di quel periodo furono molto discusse, ma raggiunsero sempre le vette delle classifiche. Ricordiamo alcuni successi, come Hound Dog (13 milioni di copie), Jailhouse Rock (il singolo ha venduto più di 9 milioni di copie), All Shook Up (7 milioni di copie) e Love Me Tender (5 milioni di copie). Ma c’è di più, perché questi singoli ancora oggi sono tra i più venduti nella storia della musica.
“Il rock è un modello di vita, non è solo suoni.” Loredana Bertè
“Il rock deve creare tensioni, dubbi, interrogativi e trasmettere buone vibrazioni.” Edoardo Bennato
“Non si può fare di tutto il rock un fascio!” Gianna Nannini
“Le cose devono arrivare a un punto di estremismo per poter rinascere, così che possiamo di nuovo apprezzare le piccole cose della vita: la droga, il sesso e il rock’n’roll.” Marilyn Manson
“Io sono un sostenitore del… come si chiama… rock.”. Papa Giovanni Paolo II
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]]>Gino Bartali, Giacinto Facchetti, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Nelson Mandela, Fernanda Pivano, Virginia Raggi, Franca Rame, Erika Stefani, William Makepeace, Thakeray.
MORTI: Jane Austen, Caravaggio, Sandro Ciotti, Luciano De Crescenzo.
In un’intervista al quotidiano La Stampa, l’ex sindaco di Venezia ha dichiarato: “Draghi, e mi scuso per il francesismo, dice che si è rotto i coglioni? Può essere. Oppure può essere che voglia un chiarimento definitivo”. In caso di dimissioni definitive di Draghi, Cacciari vede Giuliano Amato, attuale presidente della Consulta, come il giusto traghettatore fino a nuove elezioni: “Sono preoccupato per i risparmi degli italiani. Se viene un governo che non ha sufficienti rapporti con l’Unione Europea il paese va in default. E tutto questo per Conte? Forza, non prendiamoci per i fondelli. Le disuguaglianze continuano a moltiplicarsi. Con la recessione e l’inflazione al 10% qualcosa, e qualcuno, è destinato a venire fuori. Stiamo andando verso una situazione di drammatici disordini sociali”.
Lo scrittore e storico crede ci sia spazio per la nascita di una nuova forza politica che intercetti il malessere del Paese come 5 anni fa fece il M5s ormai liquefatto: “Un italiano su due non va più a votare. E che tra questi la metà non arriva alla fine del mese. Eppure qui si va avanti con il reddito di cittadinanza e i bonus. Magari con quelli per la casa. Vedo un leader modello Mélanchon che si occupi della marea dei non rappresentati, può valere il 25-30% dei voti”. Individuata la figura, qual è il nome? “Non lo vedo ora. Ma sono gli eventi a fare i nomi, non i nomi gli eventi” ha concluso Cacciari.
“Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni.” Winston Churchill
“ Il suffragio popolare è un mito e su ciò credo che potremo essere tutti d’accordo; ma è un mito necessario ed il migliore che finora sia stato inventato.” Luigi Einaudi
“ Un politico pensa alle prossime elezioni, un uomo di stato alle prossime generazioni.”
James Freeman Clarke
“Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia.”
Otto Von Bismarck
“L’umanità non potrà mai vedere la fine dei guai fino a quando gli amanti della saggezza non deterranno il potere politico, o i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.” Platone
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