RICORRENZE… NATI L’8 MAGGIO

Andrea Barzagli, Cristina Comencini, Keith Jarrett, Mario Lavezzi, Paolo Limiti, Maurizio Nichetti, Roberto Rossellini, Vittorio Sgarbi, Michele Sindona, Harry Truman, Denis Verdini. Altro compleanno… Claudio Lotito, nato a Roma il 9 maggio 1957 (62 anni). Imprenditore, principalmente nel settore dei servizi di pulizia e della vigilanza privata. Presidente della Lazio (dal 19 luglio 2004). Comproprietario – con il cognato Marco Mezzaroma – della Salernitana (dal 26 luglio 2011). Membro del consiglio federale (dal 2009) e del comitato di presidenza (dal 2018) della Figc. «Io ho una visione noumenica dell’esistenza, mica fenomenica» Venticinque anni fa. Lunedì 9 maggio 1994: Città del Capo – Nelson Mandela è il nuovo presidente del Sudafrica.

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… MOZART A TRADIMENTO

“Ogni tanto torno a guardare il video della pianista Maria João Pires che fissa sbigottita il maestro Chailly quando sente l’orchestra attaccare il concerto numero 20 di Mozart. Lei s’era preparata per suonare tutt’altro! Scena fenomenale che si può seguire su parecchi siti. Molto istruttivo sentire la differenza con un concerto n. 20 di Mozart suonato dalla Pires normalmente (il direttore stavolta è Boulez”. (Giorgio Dell’Arti, Anteprima).

 

OGGI VI DICO CHE… I RICORDI

“Sento in me il trasalimento di qualcosa che si sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente; avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi… All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….” (Marcel Proust)

“La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati.” (Cesare Pavese)

“Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.” (Virginia Woolf)

“Oh come grato occorre nel tempo giovanil, quando ancor lungo la speme e breve ha la memoria il corso, il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri!” (Giacomo Leopardi)

“Cos’è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?” (Isabel Allende)

ATTUALIZZANDO… MARCEL PROUST

Studiosi a parte, può succedere a tutti che ci sfuggano molte notizie e indiscrezioni sugli scrittori che amiamo di più. Uno dei miei preferiti (forse irraggiungibile per la qualità dello stile e la profondità psicologica) è Marcel Proust. Con piacere, da alcune letture, ho appreso molte cose e ve le trasmetto, confidando che interessino a voi, come a me. Beninteso se vi interessa sapere i suoi piccoli segreti (compreso il suo numero di telefono).

IL SUO TELEFONO E LA ROULETTE

«Proust fumava sigarette Espic a cui toglieva l’involucro di carta e leggeva sempre ‘Le Figaro’. Il suo numero di telefono, a Parigi, era 29205. La somma dei numeri fa 18, che nella ruota della roulette è a fianco del 29, amatissimo dai giocatori. Peraltro nel numero di telefono compare anche lo zero, prestigioso e misterioso, oltre al fatidico 29 (subito all’inizio), insieme con 2 e 5, per niente disdegnabili.

 

LE MANCE? GENEROSISSIMO

Quando non riusciva a dormire, amava leggere soprattutto gli orari dei treni. Al ristorante lasciava come mancia il doppio dell’intero conto» [Da ‘Sette’]. Sapevo solo che era molto generoso per le mance: a volte, rientrando senza soldi all’alba in albergo, chiedeva un prestito al portiere di notte, per poi lasciargli interamente il denaro come mancia (lo restituiva il giorno dopo, quando le banche aprivano).

 

 

LA PRINCIPESSA ROMENA

Era affascinato dalla principessa romena Hélène Soutzo. «La sera in cui, nel 1917, un giovane scrittore, il diplomatico Paul Morand, suo futuro marito, gliela presentò, Proust “studiò il suo scialle nero e il suo manicotto d’ermellino come un entomologo tutto preso dalle nervature delle ali di una lucciola, mentre i camerieri volteggiavano intorno”… (Scaraffia, Il Sole). “Quando decideva di farle visita, la cameriera, la celebre Céleste, le telefonava: “Marcel Proust, che ha paura di morire la settimana prossima, chiede se può venire a farle visita stasera”.

PEDILUVIO, BARBIERE, BIANCHERIA…

Poi Proust calcolava insieme alla cameriera il tempo necessario per una minuziosa preparazione, che andava dal pediluvio alla venuta del barbiere fino al riscaldamento della biancheria da indossare. E la Soutzo era affascinata dalla sua conversazione, le piaceva far vedere a Morand quanto fosse apprezzata da quell’eccentrico genio.

 

 

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