OGGI VI DICO CHE… A PROPOSITO DI CARLO ROSSELLA

(“L’irresistibile Donatella  Flick troneggia a Gstaad. Solo pochi e intimi amici nel suo meraviglioso chalet tra le nevi.” (Carlo Rossella,   “Il Foglio”, Alta Società, mercoledì 4 marzo 2015).

ATTUALIZZANDO… CURIOSITÀ SU ROSSELLA 2000

carlo rossella

Credetemi: voglio un (piccolo) mondo di bene a Carletto. Rappresenta quello che forse inconsciamente avrei voluto essere io! Tutto e il contrario di tutto. Rivoluzionario, come tanti, nella pubertà e nell’adolescenza, nella giovinezza, scaltro inviato di “Panorama” (sedusse perfino il grande e diffidente Lamberto Sechi!), poi direttore coccolato di Agnelli e Berlusconi, amico di Montezemolo e De Benedetti, nonché di Della Valle, di Mazzini e Garibaldi e di tanti santi in paradiso e diavoli in terra! Elegante, magro, a suo agio nei salotti di caratura internazionale, con la fotografia dell’Avvocato alle spalle nel suo studio quando dirige “La Stampa” e quella di Papa Wojtyla quando dirige il tigiuno. Basta. Prima o poi, se avrò tempo, scriverò una sua biografia, ovviamente, presumo, non autorizzata. Oggi la mia curiosità su di lui è minimalista. Mica mi interessa sapere – che volgarità! – perché Berlusconi lo invitasse alle discutibili cene con le ragazze dicendo (“agli uomini ci penso io”, alle fanciulle provvedeva il collaboratore di turno) che lui, come altri, erano in grado di dare lavoro a chiunque. Macché! Tutti oggi ne parlano, ma a me questo proprio non interessa (alle cene, se invitato, avrei partecipato volentieri: almeno ad una).

RITRATTI PRIVATI / ROSSELLINO, QUESTO MI PIACEREBBE SAPERE…

carlo rossella

Forse queste confidenze di fine settimana non interessano a nessuno, ma sono impazzito, il mio modesto week end di lavoro mi lascia poche energie e quindi vi propongo, a modo mio, di capire l’incomprensibile amico nostro. È una cosa recente. Dunque Carletto una mattina mi telefona e io ne approfitto per chiedergli di pagare una scommessa perduta: lui in tandem con Marco Benedetto, io con il mio mitico intuito avevamo scommesso su un risultato elettorale. Previsione sbagliata, quella di Carlo e Marco, puntualmente esatta la mia. In gioco, un pranzetto. Marco si offre di invitarci nel suo castello a Trastevere, dove una cuoca geniale prepara, a richiesta, quella focaccia al formaggio che solo a Recco sanno fare. Rossellino si dice ben felice, poi il giorno prima lascia un messaggio e si defila. Scomparso! En passant, gli ricordo che la scommessa dovrà pur onorarla, prima o poi. Ma non é questo che importa, dal momento che i diavoli in terra si divertono a fare dispetti, il giorno dopo non lo trovo da Fortunato al Pantheon, in compagnia di uno dei suoi compagni di mensa preferiti, Jas Gavronski. Rossellino caro, ma si fa così nella tua alta società? Nel tuo messaggio di disdetta in segreteria, ci dicevi di chiamarti, nel caso avessimo voluto saperne di più… Così si fa? Toccava a noi chiamarti? Posso solo dirti che il quarto invitato, Mino Fuccillo, uno che non dà buche, capisce di politica assai più di te (di relazioni a corte, no), ci ha regalato analisi interessanti: con lui non scommetterei, su previsioni elettorali. E la focaccia era eccellente, tié!

RITRATTI PROFESSIONALI / ROSSELLA O’HARA, DIMMI ALMENO QUESTO…

Carlo Rossella

A parte gli infortuni privati, qualcos’altro mi piacerebbe sapere. Adoro Giuliano Ferrara, ma non ho mai capito perché per lustri ti abbia dato una rubrica da riempire con vuote futilità. A questa domanda non ti spetta rispondere. Ma ad altre, a caso, si. Ad esempio, ma chi è la troneggiante  Donatella Flick? E a Gstaad c’eri anche tu e, anziché con un mazzo di fiori, ti sei sdebitato con quelle quattro righe? Oppure te lo ha cinguettato un amico? Comunque: davvero pensi che a noi possa interessarcene un ciufolo? E non pensi che la signora Donatella, troneggiante, possa scendere dal trono, incazzata, e mollarti una pizza? E questa scempiaggine l’hai concepita come un omaggio o come un dispetto, per la signora del trono nelle nevi? Quante ce ne dai dà pensá, Carlè!

UN GRANDE GIORNALISTA A SUA INSAPUTA

carlo rossella

E infine vi dico perché voglio un (piccolo) mondo di bene, a Carletto. Perché, anche se voluttuosamente fa il possibile per nasconderlo, è un grande giornalista, ha raggiunto grandi traguardi senza lasciare mai un segno di sé. Ah, se da grande lasciasse la cosiddetta alta società e riuscisse ad esprimere l’alta qualità… Sarebbe ancora in tempo a dirigere il Corriere – che già i suoi amici gli avevano offerto anni fa, senza che noi, i poveri di bassa società, ravvisassimo apparenti qualità e/o una plausibile motivazione.

cesare@lamescolanza.com

06.03.15