OGGI VI DICO CHE… IL SEGRETO DELLA DONNA

“Ogni donna la sua fortuna ce l’ha tra le gambe” (Honorè de Balzac)

ATTUALIZZANDO… SI FA PRESTO A SPARARE SENTENZE

Marta Marzotto
Dai,  è una delle ingiustizie della vita. Se dico io (ma non lo dico) ciò che impunemente ha scritto Balzac,  tutti mi accuserebbero di estrema volgarità. Se Marta Marzotto dice qualcosa di simile (“Ogni donna è seduta su un tesoretto, click ma non tutte lo sanno”), la battuta è rispettata come una divertente provocazione. Se la battuta finisce in un film dei fratelli Vanzina diventa una battutaccia, ma gran parte del pubblico si scompiscia dalle risate. Insomma; l’abito non fa il monaco, ma rende elegante, o disprezzabile, il battutista. Ma perché? Ed è giusto?

CON RENZI SI SPACCA LA MELA 

Matteo Renzi2
C’è un bell’articolo di Lanfranco Pace, oggi, sul Foglio: il titolo è “Vladimir Renzi spiegato a Scalfari”, suggestivamente coinvolgente, ma in fondo si tratta di spaccare la mela in due parti. Chi ama Renzi, benedice che finalmente ci sia qualcuno al governo che decida cosa fare, senza curarsi di ostacoli, burocrazie e intralci vari: come succede in Paesi occidentali non meno civili di noi. Chi detesta il premier, mena il torrone con il solito tormentone: abbiamo un pericoloso uomo solo al comando. Forse vi interessa sapere quale sia la mia opinione. Ebbene, qui non sono mai mancate critiche e riserve sul nostro giovane capo di governo. Ma tra un decisionista sfrontato come lui e un doroteo sempre indecisionista e alla ricerca di ammorbanti compromessi, preferisco Renzi. Di più: non penso che la sua attitudine al comando possa essere pericolosa per la nostra democrazia. Di più, di più: come si fa a criticarlo sostenendo che è lo showman degli annunci mai realizzati e, allo stesso tempo, sostenere che le sue decisioni solitarie siano pericolose? Questa adesione non vuol dire rinunciare, ipso facto, a prudenza e cautela. Ad esempio, leggetemi qui sotto, se volete.

RENZI E RAI, QUESTO È IL PROBLEMA…

Renzi Rai
Dicono che il premier abbia rinunciato alla tentazione di riformare la Rai attraverso un decreto legge perché Mattarella non lo avrebbe confermato. Più che verosimile. Ma il disegno di legge riuscirà ad essere approvato in Parlamento in tempi rapidi? Arduo, improbabile. Il vero problema, tuttavia, non è questo. Il disegno di legge pone una domanda non superficiale: si vuole togliere ai partiti il controllo della Rai per consegnare la Rai al premier (“all’uomo solo al comando”) attraverso la nomina di un amministratore delegato di sua assoluta fiducia, per non dire dipendenza? È un sospetto malizioso, ma non privo – alla luce del disegno di legge – di una certa fondatezza. C’è una sola procedura, direi, per evitare sospetti e malizie e assicurare alla Rai un governatore efficiente, imparziale, nell’interesse dell’azienda e di noi italiani, che dall’azienda di servizio pubblico abbiamo il diritto di avere informazione, intrattenimento e cultura di alta qualità. In sintesi, la procedura è questa, in tre passi: 1. Portare avanti la riforma in modo trasparente, senza equilibrismi, concessioni e patti di sorta, che siano in stile Nazareno o anti Nazareno. 2. Rendere chiaro ed esplicito il mandato da affidare al cda e al ceo di futura nomina, spiegando al colto e all’inclita che cosa il governo si aspetti dalla riforma. 3. Designare per il cda e soprattutto per la guida della Rai personaggi in grado di garantire professionalmente l’espletamento del mandato. Se Renzi vuole, potrà benissimo venire a capo del complesso problema. Gli basterà ripetere ciò che ha saputo fare per il Quirinale: infischiarsi di voci, rumors, chiacchiere e manovre, rinunciare a patti castranti e imbarazzanti e, alla fine, scegliere un uomo di tempra e rigore simili alle qualità di Mattarella.

RAIWAY, NON VI NEGO LA MIA OPINIONE

Raiway logo
Non mi aspettavo che alcuni amici e altri visitatori di questo blog, che preferisco chiamare diario, mi chiedessero la mia opinione sul pasticciaccio (di questo per ora si tratta) di Raiway e delle torri che Mediaset vorrebbe sottrarre, con un’Opa ostile, al Cavallo. Non mi nego e (oggi sono schematico) metto in fila le mie riflessioni: 1. Piacerebbe sapere se ci siano state speculazioni e operazioni non corrette in Borsa. 2. Non è accettabile che Mediaset possa acquistare le torri della Rai e, di conseguenza, controllarne la possibilità delle trasmissioni. 3. Credo che Rai, Telecom e Mediaset potrebbero costituire un soggetto terzo, riunendo le loro risorse per quanto riguarda la trasmissione. Ma dovrebbe essere un soggetto pubblico, sotto controllo e vigilanza dello Stato. Si tratterebbe di una auspicabile ottimizzazione/razionalizzazione. 4. Come succede per ogni progetto valido e importante, è assai improbabile che questa riunificazione arrivi al traguardo. 5. “Qualcuno” mi ha detto che Gubitosi da sempre persegua il progetto, con il legittimo intento di diventarne l’amministratore. Gubitosi smentisce questa supposizione, e del resto non potrebbe fare altro. In ogni caso, se è improbabile (purtroppo!) che si possa creare un colosso a tre gambe – Rai, Telecom, Mediaset – mi sembra del tutto da escludere, ad oggi, che Gubitosi possa esserne l’eventuale leader. E ribadisco, anche in questo caso: purtroppo!

 

cesare@lamescolanza.com

 10.03.15