OGGI VI DICO CHE… IL MIO FARO E’ GIULIANO FERRARA

“Dateci le lacrime delle cose,risparmiateci le vostre. Questo vecchio appello letterario viene dal profondo dell’Ottocento, ma è perfetto per la rassegna di piccoli moralismi, infamità gratuite, strumentalismi, giudizi sghembi e banali, in cui consiste la “reazione” al grande naufragio. In un certo senso, ne uccide più la chiacchiera che l’acqua del vasto mare nella notte. L’unico problema per chi non sia in vena di metafore cimiteriali, invettive ciniche contro la vita degli altri, scemenze solite sull’Europa che deva fare la sua parte, è questo: di cosa stiamo parlando, cosa si può fare, perché fino a qui non lo si è fatto.” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, martedì 21 aprile 2015).

ATTUALIZZANDO… NON HO PIU’ PAROLE, DAVANTI A QUESTA CARNEFICINA

naufragio

Giuliano Ferrara è un principe della scrittura, quello che meglio scrive ciò che pensa: fra lui e gli altri editorialisti delle sue stesse opinioni politiche c’è la pista di un velodromo. Oggi (non solo oggi!) ha scritto da padreterno, perché è anche questo oltreché principe nel territorio scosceso della lingua italiana, ciò che penso. Quindi mi inchino, vi consiglio fermamente di precipitarvi a leggerlo, acquistando o no “Il Foglio”, da cui si è da poco de-direttorizzato, a favore del promettente Claudio Cerasa. Io, di fronte alla tragedia degli infelici che muoiono nel Canale di Sicilia inseguendo il sogno di raggiungere la diversamente infelice Italia, di fronte a questa carneficina, al dolore, all’impotenza di chi dovrebbe agire, al disgusto che provo verso tutti quelli che parlano e parlano e parlano senza mai prendere una decisione, ecco, io non ho più parole. Perdonatemi. Non posso decidere nulla, certo non credo da questa postazione di poter indurre il governo a decidere finalmente qualcosa, e non voglio contribuire al chiasso. (Mentre sto scrivendo, ore 13.20, mi vergogno di dover ascoltare in tivu una cagnara tra un sindaco e vari giornalisti, con risate sullo sfondo di Myrta Merlino… Ma il livello è questo, su tutte le reti e in tutti i programmi). Le parole che avrei voluto scrivere io sono anche quelle firmate da Massimo Donelli (leggete su www.lamescolanza.com il suo articolo – stupendo – integrale). Massimo fu vicedirettore di Giuliano Ferrara a “Panorama” e Giuliano, congedandosi, scrisse che qualsiasi direttore al mondo sarebbe stato felice di aver inventato un “vice” come lui. Non posso rovinarvi il piacere e la sorpresa. Dico solo che Max ha scritto cose che mi hanno toccato il cuore.

ITALICUM, RENZI OLTREPASSA UN NUOVO RUBICONE

renzi

Ormai non ci si stupisce più di nulla: dieci dissidenti nel Pd vengono sostituiti dal segretario-premier perché rappresentano, nella prima commissione, una minaccia per varare la nuova legge elettorale. Sono nomi pesanti: Bersani, Bindi, Cuperlo, Civati, D’Attorre, Meloni, Pollastrini… Per esprimere un parere sensato e attendibile, dovrei far ricorso alla sapienza dei costituzionalisti, spesso in dissenso tra di loro. Ancor meno sono disposto ad avvilupparmi nei giochi astuti o anche sporchi della politica. Però la sostanza mi è chiara, come è chiara alla minoranze che seguono la politica (la maggioranza degli italiani non vota, giustamente, e non si occupa, ancor più giustamente, delle beghe estenuanti che si svolgono nel Palazzo). Perciò mi permetto di tentare una sintesi divulgativa. Da una parte c’è Renzi che procede dritto sparato imponendo ciò che gli sembra giusto, spazzando via qualsiasi resistenza delle opposizioni, anche interne al suo partito: ottiene un notevole consenso, che deriva a mio parere da lustri e lustri di irritazione verso l’indecisionismo della nostra classe politica e governativa. Dall’altra, ci sono opposizione di vario colore (a volte, come in questo ultimo e straordinario episodio, perfino d’accordo!), che ritengono Renzi un dittatorello che si fa largo con metodi rozzi e brutali, senza alcun rispetto per chi la pensi diversamente. Questa epurazione è priva di precedenti. In mezzo, c’è il mare aperto – sempre più maggioranza – di coloro che non seguono e non votano. Da questo angolo, la mia sommessa opinione è questa: Renzi, senza neanche le esitazioni di Cesare davanti al Rubicone, è un formidabile decisionista, soprattutto quando si tratti di affrontare avversari e avversità che possano mettere in difficoltà la sua scalata, la presa del potere. Mi piacerebbe che dimostrasse lo stesso decisionismo di fronte ai grandi problemi della nostra vita quotidiana: la nostra sudditanza in Europa, il lavoro, la disoccupazione, il fisco iniquo, gli ospedali dove si rischia la vita anche per una iniezione, la sicurezza, la criminalità, l’Expo che barcolla ancor prima di cominciare. E non solo! Mi piacerebbe che il premier decisionista intervenisse tempestivamente anche di fronte all’orrore e alle tragedie che investono la coscienza della comunità, come quella della carneficina degli immigrati, di cui abbiamo scritto qui sopra.

ROMA, ALBERGATORI IN RIVOLTA: TURISTI IN FUGA…

Ignazio Marino

… per la sporcizia, il caos nei trasporti, l’invadenza di ambulanti e abusivi. Il degrado è dovunque, la protesta parte da duecento albergatori. Agli albergatori direi: ineccepibile, ma non potevate pensarci un po’ prima, senza aspettare un disastro che ormai sembra irrimediabile? E al sindaco Marino: nessuno, ormai, può pretendere che la città venga miracolata e guarita, d’un colpo, dai suoi innumerevoli problemi. Ma, santo cielo, una cosa, una sola, non riesce a perseguirla e realizzarla? Anche per la sua dignità, e il suo orgoglio, per essere ricordato come quello che una cosa, almeno, l’ha fatta. Che so: la pulizia della città, appunto, oppure l’efficienza dei trasporti; o il ripristino di un minimo di decenza  delle strade, afflitte e squarciate da buchi, fosse e quant’altro; oppure il recupero e la valorizzazione, come incentivo alla cultura e al turismo, dell’immenso patrimonio artistico. Una cosa, sindaco Marino, una sola!

LETTERE / DIEGO DELLA VALLE REPLICA E PRECISA

diego della valle

“Ho visto oggi nella rassegna stampa che mi ha scritto. Io cerco di fare sempre quello che dico e alla mia età faccio fatica anche a cambiare idea. Quindi vedrà che le cose che ho in mente per cercare di dare una mano a tutti quelli che ne hanno veramente bisogno le faremo presto e bene. Saluti. Diego Della Valle.”  Rispondo: la puntualizzazione è interessante, tuttavia non avevo messo in dubbio le qualità della persona e dell’imprenditore Della Valle. Ho scritto, semplicemente, che DDV aveva annunciato la creazione di un movimento politico, combattivo verso le malefatte della Casta. Io, insieme con migliaia di altri italiani, avevo apprezzato: ci avevo creduto, mi ero entusiasmato. Purtroppo, senza spiegazioni (mancano anche in questa gentile lettera), il progetto è rientrato. E ho esternato la mia delusione, stato d’animo credo condiviso da tanti altri, e corrispondente a una stima evidente quanto la speranza: altrimenti, non ci sarebbe alcuna delusione.

LETTERE / MARINA CICOGNA APPREZZA GIORGIO ARMANI

Marina Cicogna

Ieri avevo espresso qualche perplessità sull’intervista di Giorgio Armani a un quotidiano inglese, in cui il celebre stilista invitava gli omosessuali a non vestirsi, vistosamente, da gay. Ho ricevuto questa lettera da Marina Cicogna, che esprime un altro punto di vista: “Luchino Visconti, vedendo il suo allora diciottenne figlioccio Miguel Bosè vestito e truccato in modo poco maschile, lo rimproverò severamente. Mai più ho visto il ragazzo, poi uomo, conciato in modo improprio. Oggi, Armani. La “classe” rimane, 30 anni dopo. Un abbraccio. Marina Cicogna.”

SIMENON, UN’AUTOBIOGRAFIA (NON SOLO) PER I FAN

Georges Simenon

Sto (ri)leggendo l’autobiografia di Georges Simenon, “Memorie intime”, pubblicata da Adelphi nel 2009. Se non la conoscete e se ne avete voglia, vi avverto che non si tratta di una passeggiatina di salute: il prezzo è modico, 16 euro, ma il tomo è dei 1200 pagine. Come faccio spesso nelle riletture, in particolare di libroni di centinaia di pagine, apro a caso e vado avanti, poi interrompo e ricomincio da un altro capitolo. Adoro Simenon per le sue storie di Maigret (il personaggio gli venne in odio), ma sono tra quelli che pensano che abbia scritto cose eccellenti anche al di fuori delle imprese del commissario di polizia. Quanto all’autobiografia, il motivo della rilettura è semplice: è il racconto di una vita che mi sarebbe piaciuto vivere. Senza invidia, ma il problema è che lui ha scritto e pubblicato centinaia di libri (ammirevoli); io no.

cesare@lamescolanza.com

 21.04.15