OGGI VI DICO CHE… L’OBIETTIVO É PRIORITARIO

“Si vaio pe ligna, vaio per piglià ligna. Si vaio pe burze,  cerco di piglià burze…” (Antico proverbio calabrese. Traduzione: se ho bisogno di legna, cerco di prendere legna; se ho bisogno di borse, ovvero soldi, cerco borse…)

ATTUALIZZANDO… VALE PER TUTTI (CON UN’ACCORTEZZA)

valigia con soldi
Il proverbio calabrese è valido per tutti: certamente è giusto, in qualsiasi attività della vita, avere un obiettivo chiaro. Con elementare duttilità. Il contesto della favola calabrese specifica: se esci di casa per cercare legna e ti capita di trovare una borsa di denaro, ovviamente prenderai il denaro anche se non trovi legna; e viceversa se esci per trovare denaro e non lo trovi, ti accontenterai, eventualmente, di un pò di legna.

CAIRO, ALDO GRASSO, SKY CALCIO, TALK POLITICO…

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La parabola succitata si adatta al mondo della televisione? Di certo Urbano Cairo è l’imprenditore di maggior successo oggi in Italia (giornali, televisione, pubblicità e nel calcio lo straordinario Torino). Conosce l’importanza del denaro, sa come conquistarlo, ma conosce anche (arrivando dalla gavetta) l’importanza della legna e all’occorrenza se ne accontenta. Invece, non credo che i telecronisti di calcio a Sky e alcune conduttrici de La7 (la tivù di Cairo) abbiano consapevolezza di cosa vogliano fare, ovviamente nel loro lavoro (nella vita non so e non mi compete parlarne). È un vecchio, critico, discorso. E ieri mi ha fatto piacere leggere una nota di Aldo Grasso, che rimproverava ai telecronisti di calcio una enfasi inutile  ed eccessiva. Da tanto tempo ne scrivo qui e in una rubrica nel mio adorato Corriere dello Sport, al lunedì. Ma andiamo avanti con qualche altra riflessione, anzi con una provocazione…

                                                                                      

PROVOCAZIONI 1/ LE CONDUTTRICI COME LE CASALINGHE?

studio televisivo
La butto lì, e mi aspetto una veemente replica da mia moglie e dalle casalinghe… C’è un punto in comune tra casalinghe e conduttrici televisive? A mio parere, sì. Premetto che sono molto soddisfacenti sia le prestazioni delle casalinghe, categoria in estinzione, sia quelle delle conduttrici, in inquietante affollamento. La somiglianza è semplice. Le casalinghe e le conduttrici, cinicamente approfittando della debolezza dei mariti e degli ospiti, si sovrappongono chiassosamente a quello che i loro interlocutori vorrebbero dire, e impediscono qualsiasi logica conclusione di ogni discorso. Mia moglie è record-woman: di fronte al mio silenzio, esprime la sua opinione, si fa una domanda e immediatamente si dà una risposta anticipando le mie possibili obiezioni: infine replica e conclude. One woman show!

PROVOCAZIONI 2/ MA C’È UN RISCHIO, PER CAIRO E PER SKY

sky logo
Il rischio è accontentarsi, sia per i mariti di fronte alle mogli (e questo è un irrisolvibile, eterno problema universale) sia per gli editori di Sky e per Cairo, di fronte a telecronisti e conduttrici. Accontentarsi? Quasi inevitabile. Come fai a rimproverare una brava casalinga, che fa il possibile in cucina, alleva i figli, gestisce i cento problemi della famiglia? Come fai a rimproverare telecronisti o conduttrici che ti assicurano comunque la copertura dei servizi? Il rischio Sky é limitato: dire Sky è dire calcio, al massimo succede che Aldo Grasso sostenga che i più bravi sono Piccinini e Serena di Mediaset (mentre per me la squadra di Sky é la migliore e Piccinini, bravo figlio, è un portatore sano di ansia e inquietudine). Il rischio de La7 e di Cairo invece è molto più forte.

LA7/ NEL TALK POLITICO LA “MARMELLATA” E’ IRRITANTE

Alessandra Sardoni

Prima premessa. Ha fatto benissimo Sky a darsi una linea editoriale precisa e vincente: tutto (o quasi) il calcio, che si gioca in Italia e in tutto il mondo; il meglio (o quasi) del cinema che ha avuto una pur minima importanza, dal dopo guerra in poi, con i film di ieri e oggi. Seconda premessa. Benissimo ha fatto Cairo a dare a La7 la linea editoriale del’informazione e dei talk politici: tutti coloro che siano interessati alle notizie e ai commenti vanno, a colpo sicuro, su questo canale. E i costi sono ridotti. Mentre, per Sky, il rischio è pressoché innocuo, dal momento che il bar dello sport è sempre aperto e comunque, qualsiasi cosa si faccia, tutti i tifosi hanno ragione… Per La7 e la sua centralità politica, a mio parere, i rischi sono notevoli. L’ho già scritto, mi sembra, in questo diario. La classe politica, la Casta e tutto quello che gli gira intorno, a torto o a ragione sta sommamente sulle palle alla stragrande maggioranze degli italiani. Che sono stufi di chiacchiere, burocrazie, accidia, per non dire abusi di potere e corruzione. Quindi, sarebbe opportuno per l’informazione e per il continuo talk (da non eliminare, attenzione, consiglierei di riempire il palinsesto anche nel pomeriggio) distinguersi fermamente dai personaggi della politica e della Casta. Come? Due regole sarebbero semplici e positive. Prendere le distanze, mettendosi dalla parte dei cittadini scontenti: la vox populi è invece assente nei programmi de La7! Porre domande chiare, appuntite, evitando di omogeneizzarsi, in gergo direi facendo una indigesta “marmellata”, con tutti gli scervellati, protagonisti e figuranti, che parlano, parlano senza dire niente. Seconda regola: evitare di sovrapporsi con le voci, partecipare al chiasso e allo strepito, desiderare di imporre la propria opinione senza far ascoltare ciò che dicono i pochi ospiti preparati e concreti… Invece, così come le casalinghe riducono al silenzio gli inermi maritini, testardamente, con uguale pervicacia le conduttrici di Cairo sono spinte dalla voglia incontenibile di affermarsi, non dirigono il traffico, fanno “marmellata”. Nomi e cognomi? Tiziana Panella, che continua a strabuzzare gli occhi o per necessità di lenti o perché pensa “quanto sono bella, quanto sono bella!”. E Myrta Merlino, che quasi sempre ridacchia a sproposito, continuando a bevacchiare il suo amato tè, e alla pari di Tiziana, con cui fintamente cinguetta alle undici quando c’è il passaggio di consegna (in realtà, guai a sgarrare di un minuto!) vuole far prevalere il suo punto di vista, stronca le riflessioni di qualche intelligente ospite, spazza via gli argomenti come se fossero zanzare fastidiose. Che dire? La migliore è la signora Sardoni, esatto contrario delle due bellone: pone domande concrete, ascolta, replica con modestia, non strilla. Molto professionale, di sera, Lilly Gruber, grazie alla sua formidabile esperienza di conduttrice alla Rai, inviata, scrittrice.

UNA VERA SORPRESA, FLAVIO INSINNA ALLE INVASIONI BARBARICHE

Flavio Insinna

Ho sempre avuto una certa simpatia per Flavio Insinna, che se la cava niente male da quando prese la terribile eredità lasciata dal genio Paolo Bonolis in “Affari tuoi”. Al contrario del tandem Maria Antonietta Serra & Donato Moscati, i critici de “Il decoder”… debbo dire che, avendolo osservato ieri nel programma di Daria Bignardi, davvero non mi aspettavo, al di là delle capacità professionali come comico, un Insinna tanto umano, inquieto e tormentato. Tanto per non apparire troppo entusiasta, aggiungo che Flavio, forse emozionato e consapevole di essere eccessivamente appassionato, teneva costantemente gli occhi socchiusi, senza guardare mai in faccia la Bignardi, e così a qualche osservatore malizioso (non io!) poteva venire il sospetto di trovarsi di fronte a una forzatura un po’ finta. Non essendo malizioso, almeno in questo caso, mi accontento di ciò che ho sentito: Insinna ha parlato benissimo dei valori della vita, non ha avuto paura di confessare i suoi attacchi di depressione: ha addirittura detto che al mattino si sveglia chiedendosi se gli piaccia vivere, o no. Non solo: è arrivato a dire che gli piacerebbe vivere in un mondo senza “Affari tuoi”, cioè senza che la gente, tanti poveri italiani sofferenti, debbano ricorrere a un game, nella speranza di vincere un po’ di soldi per tirare avanti, comprare una casetta, conciliare il pranzo con la cena. Non ha nascosto la sua antipatia per la classe politica e dirigente di oggi. Un abbraccio, caro Insinna!

NOTIZIE E INDISCREZIONI/ IL FUTURO DI GARCIA E DE ROSSI

De Rossi e Garcia

Garcia, a fine campionato, lascerà la Roma: scommetto che andrà in Spagna. E’ responsabile, non il primo ma neanche l’ultimo, del peggior fallimento che possa esistere: il fallimento di un sogno, la conquista dello scudetto. Non è riuscito a trovare formazioni alternative, rispetto all’apparente indispensabilità di Totti – il campionissimo che oggi potrebbe e dovrebbe giocare mezz’ora, al massimo un tempo. Non è riuscito a risolvere il caso De Rossi, l’ex campione, il giocatore che guadagna più di tutti in Italia, 6 milioni a stagione con un contratto che scade nel 2017. In soldoni, De Rossi guadagna più della metà di quanto guadagnano tutti i giocatori dell’Empoli. Riusciamo a spiegarci allora perché quando la Roma gioca con l’Empoli, o con squadre del livello dell’Empoli, i giallorossi si muovano con sufficienza e i loro avversari sputino l’anima, anche per un ovvio sentimento di rivalsa? Non so cosa farà De Rossi a fine stagione: sul mercato estero è sicuramente quotato, difficile però che possa essergli riconosciuto un compenso tanto alto. Totti è stato, ed è ancora, la suprema qualità della Roma. De Rossi è stato, e non è più, un amatissimo campione. La loro presenza in squadra presuppone, purtroppo, limiti evidenti nel gioco, nei rapporti con il resto del gruppo, nel disorientamento dei tifosi. Da grande simpatizzante, perché tale mi ritengo e sono, mi auguro che la Roma quest’anno riesca a salvare almeno il secondo posto, acciuffando il diritto a giocare in Champions League.

cesare@lamescolanza.com

05.03.15