IL GOVERNO DEI GIORNALISTI/ MINISTERI FONDAMENTALI

Stefano BarigelliStefano Barigelli, co-leader affianco di Paolo De Paola del Corriere dello Sport, mi ha punto senza pietà: “Ma sei proprio, nel profondo, democristiano! Hai stilato una lista di ministri in stile vecchia Prima Repubblica, più folta di quella di Renzi, altro che risparmiare!” Il bello è che ho inserito Stefano nel mio ideale e provocatorio governo di giornalisti, con l’incarico di ministro dello Sport e dello Spettacolo. Dagli amici – scherzo – mi guardi Iddio! Seriamente: si fa presto a dire risparmiare. Ho inventato sei ministeri del tutto nuovi, ma fondamentali per lo sviluppo del nostro mal messo Paese. Sono costi inutili aggiuntivi? Assolutamente no. Se vogliamo girare pagina, non si tratta solo di tagliare alla brutto Dio, dove cojo cojo. Si tratta al contrario di restituire trasparenza ed equità alle attività produttive, di incoraggiare i meritevoli. E poi la ruota girerà. Dunque, Gian Antonio Stella ministro per la meritocrazia, Claudio Cerasa per la tutela dei diritti dei giovani, la troika Giovanni Valentini – Curzio Maltese – Monica Maggioni – per il controllo di una indispensabile correttezza delle attività televisive e del web, Norma Rangeri per una similare vigilanza nell’editoria dei giornali di carta stampata, Antonio Padellaro per lottare contro ogni tipo di conflitti di interesse e infine Riccardo Ruggeri come garante del buon senso e vigilante su valori e regole etiche da rispettare in ogni azienda… Caro Stefano, non sono ministeri inventati a capocchia e tanto meno ministri scelti a casaccio. Sono, a fianco di altri, ministeri e personaggi fondamentali per risolvere una buona volta problemi di cui da sempre si discute e che tuttavia restano irrisolti. Debbo aggiungere che mi sto affezionando in maniera irreversibile al “mio” governo e alla mia lista dei ministri? Ebbene: lo aggiungo, ribadisco e sottoscrivo. Dal 2000 al 2010 il Fondo Monetario Internazionale ha valutato la crescita di 180 paesi: voi non ci crederete, voi vi indignerete, ma in verità in verità vi dico che noi italianuzzi siamo al penultimo posto nella graduatoria; dietro di noi c’è solo Haiti. Non mi sembra proprio che le cose siano migliorate dal 2011 al 2014. E allora: ma davvero potreste sostenere che i “miei” giornalisti al governo farebbero peggio di quelli veri, disastrosi, che ci hanno buttato in un baratro negli ultimi 20 anni?

IL CORRIERE E’ INDECIFRABILE, ALLA  GAZZA QUALCOSA SI MUOVE

ferruccio de bortoli

Sono reduce dai miei, purtroppo rari, giretti milanesi. E un occhio, con curiosità scimmiesca, lo butto sempre sulle novità eventuali dei giornali. Al Corriere della Sera, niente si muove: Ferruccio de Bortoli ha pattuito la sua uscita ad aprile 2015. Nel frattempo, ai vertici di Rcs, tutti lo rispettano, tutti ne parlano, ma nessuno lo interpella, neanche per i più futili motivi. Una situazione ingiusta e mortificante. E tuttavia c’è chi dice che il successore di Ferruccio sarà de Bortoli, o se preferite il successore di de Bortoli sarà Ferruccio. Vi stupite? Tra questi pronostici, mi annido anch’io, o meglio mi anniderei, se non conoscessi l’orgoglio del mio ex allievo (parlo di quarant’anni fa) e nonché la rottura in apparenza insanabile tra lui ed Elkann. In quattro mesi molte cose potrebbero cambiare, eventuali dispute tra gli azionisti potrebbero condurre alla richiesta di un’ulteriore proroga per Ferruccio. Al momento, Torino pretende che la direzione sia affidata a Mario Calabresi, nella prospettiva delle riunificazione delle tre testate, Il Corriere, La Stampa e il Secolo XIX. Mi dicono che anche Bazzoli, nume tutelare di de Bortoli fino all’altro ieri, si sia allontanato dall’attuale direttore, per avvicinarsi a Calabresi. Mah! Sapremo vivendo cosa succederà. Ciò che vedremo a breve è la nomina a vice direttore di Venanzio Postiglione, attualmente solido capo redattore di vecchio stampo, ovvero con i controcoglioni, i contemporanea l’uscita di Antonio Macaluso, vicedirettore, responsabile dell’ufficio di Roma. Alla Gazza, invece, intendendo Gazza (come ogni sportivo sa) come la rosea Gazzetta dello Sport, qualcosa si muove. Il direttore Andrea Monti, alcuni mesi fa, era dato con certezza in uscita, o per propria volontà (sfinimento), o per decisione editoriale (necessità di cambiare e rilanciare). Ma ecco che, in virtù di un miglioramento nitido della Gazza per quanto riguardo gli introiti pubblicitari, Monti non nasconde una certa voglietta di tornare in sella. Rcs investirà sessanta milioni, mica pizza e fichi, sulla Gazzetta Tv, in arrivo si minaccia un blitz di Simona Ercolani, autrice emerita soprattutto per il programma “Sfide”.  l’orientamento editoriale sembra quello di far diventare la rosea una e trina: la Testata cartacea, la tv, il web. Con tre direttori e tre separati settori di responsabilità.

DE PAOLINI… VOCE DAL SEN FUGGITA, PIU’ RICHIAMARE NON VALE

Osvaldo De Paolini

Mentre ero a Milano, mi arriva uno spifferotto da Roma: De Paolini, attualmente vicedirettore del Messaggero e guru nel settore economico, potrebbe diventare direttore del quotidiano di Caltagirone. Chiacchiere veridiche o no? La voce arriva da quartieri alti, vicini all’editore. E quando una voce investe (vale sempre, non solo in questo caso) un personaggio di gran nome, è improbabile che possa essere smentita o ridimensionata.

AGI SI ALLEA CON ANDES, ECUADORIANA

gianni di giovanni

Gianni Di Giovanni, amministratore delegato di AGI, fa il possibile per rinforzare la sua società. Ultimo evento, l’accordo firmato a Quito con il direttore generale di Andes, Marcelo Del Pozo, per una partnership nell’informazione, nella formazione professionale e nell’organizzazione di eventi sul territorio.

ALITALIA, ECCO IL NUOVO MANAGEMENT TEAM

Alitalia

Le nomine saranno effettive del 1 gennaio 2015 nel quadro del piano complessivo di investimenti, 1758 milioni, che prevede l’acquisizione da parte di Etihad Airways di una partecipazione di minoranza. I nomi: Giancarlo Schisano, Duncan Naysmith, Antonio Cuccuini, Ariodante Valeri, Aubrey Tiedt, John Shepley. Tutti risponderanno al neo amministratore delegato Silvano Cassano.

AMARCORD/ NON CI SONO PIU’ I SALOTTI MILANESI DI UNA VOLTA

salotto borghese

Suggestioni  milanesi: ricordo i grandi salotti di Inge Feltrinelli, Gioia Falck, Lina Sotis, Valentino, Giulia Maria Crespi, Alberto Rusconi… Oggi, niente di tutto questo. Il salottismo radical degli anni 70 ha ceduto il posto a mielose iniziative di beneficenza, sparisce il piacere perverso e superficiale di apparire, subentra una fastidiosa mielosità. Pochi pettegolezzi, nessuna manovra politica o produttiva. Peccato. Anche se, per fortuna, il salottino di Maria Alberta Viviani e ancor di più il suo tavolo da pranzo per pochi intimi, e altri pochi riferimenti dello stesso tipo, sono luoghi sostitutivi di notevole piacevolezza. La marchesa Maria Alberta è bravissima ai fornelli, a volte fa a meno del filippino, e annuncia per la sera di domenica 14 una grande cena natalizia, quaranta ospiti e non di più, al restaurant “Le scalette” di Porta Genova.

GLI AFORISMI DI CESARETTO/ DIETRO UN GRANDE UOMO…

uomo e donna

… si diceva e si dice che c’è sempre una grande donna. Mi permetto di aggiungere: c’è sempre una grande donna anche dietro le disfatte di grandi uomini.

 

cesare@lamescolanza.com

05.12.14