RICORRENZE. NATI IL 6 NOVEMBRE

Giuliano l’Apostata, Cesare Lombroso, Mango, Robert Musil, Antoine-Joseph Adolphe Sax, Solimano il Magnifico.
MORTI: Enzo Biagi, Carlo X di Francia, Butch Cassidy, Caterina II di Russia, Pyotr Ilyich Tchaikovsky.

 

 

POESIE… LA TARTARUGA DI TRILUSSA

“Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
“lo sò” rispose lei “ma prima de morì,
vedo le stelle”.

LA RECENSIONE… LE MUSE NASCOSTE

di Elisabetta Favale (L’Inkiesta)
“Ci sono opere d’arte, anche celebri, che devono molto alle figure femminili che vi compaiono. Eppure, sorprendentemente, molte di quelle donne, ragazze, a volte bambine, non hanno identità, a volte neanche un nome. Lauretta Colonnelli – con un lungo lavoro di indagine – è andata alla ricerca di quelle donne, di epoche diverse, e ne ha ricostruito le vicende biografiche, il rapporto con l’artista, le ragioni e i segreti della loro presenza, riportando alla luce storie di amore e complicità ma anche casi di violenza e di negazione. Un atto di giustizia e di attenzione per quelle muse indispensabili eppure dimenticate”…

LAURETTA COLONNELLI

“Le Muse Nascoste è una raccolta illustrata di racconti, i racconti delle vite di donne che ci è capitato di vedere molte volte sui libri, incorniciate ed esposte nei musei di tutto il mondo eppure perennemente in ombra perché a catturare l’attenzione è sempre, inevitabilmente, l’artista che le ha ritratte”
Lauretta Colonnelli ce le presenta e lo fa come se stesse parlando di persone da lei incontrate, le mostra in tutta la loro umanità e una volta scoperte queste donne vien voglia di saperne ancora un po’. Io ho letto con particolare interesse “Eros e noia”, siamo a pagina 27 e in questo caso Le muse nascoste riguardano Balthus e le sue bambine, la testimonianza è quella di Michelina Terreri”…

UNA BAMBINA DI BALTHUS

“Ero una bambina che stava per diventare adolescente. Ho vissuto accanto a Balthus questo momento. Guardavo i disegni in cui lui mi ritraeva, vi scoprivo il mio corpo che cambiava, non capivo bene quello che il pittore voleva rappresentare. Quando guardo quei fogli, oggi che sono adulta, vedo delle pose con una grande carica sensuale. Mi succede, quando vado alle mostre di Balthus, di incontrare persone che mi riconoscono. A volte sono lusingata, penso che sarò immortale. A volte invece mi fanno domande morbose, mi guardano in modo strano, disapprovano l’erotismo un po’ particolare delle opere “. E’ il 1999 quando Michelina Terreri racconta queste cose, lei è solo una delle tante bambine che l’artista dipinse, nei suoi quadri possiamo ammirare Natalie de Noailles, Sabine, Katia, quest’ultima penso sia quella più nota, è la bambina con la gonna rossa, il suo ritratto più famoso è stato spesso usato per copertine di romanzi. Dalle parole di Michelina (sorella minore di Katia) si coglie ammirazione per l’artista, orgoglio di far parte di un qualcosa che capiva essere straordinario, è chiaro che non aveva motivo di pensare che stesse facendo qualcosa di inappropriato, quello che Balthus voleva cogliere erano gli sguardi, i gesti, l’anima di quelle piccole donne che in fondo si assomigliavano tutte…”

IL SORRISO… PARADISO E PARCHEGGIO

“E’ inutile cercare Santi in Paradiso, quando in Terra non si trova parcheggio”.

 

 

 

OGGI VI DICO… L’ONOMASTICO

“Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo.” (William Shakespeare)

“Molti calendari moderni guastano la dolce semplicità delle nostre vite col ricordarci che ogni giorno che passa è l’anniversario di un qualche evento perfettamente privo di interesse.” (Oscar Wilde)

“Se il tuo Santo sapesse che porti il suo stesso nome, ti chiederebbe di cambiarlo per danno di immagine.” (Anonimo)

“Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli.” (Erasmo da Rotterdam)

“Io non sono un santo, a meno che non si pensa a un santo come un peccatore che continua a cercare.” (Nelson Mandela)

Troppi santi! E come potrebbero festeggiare l’onomastico persone che si chiamano Donnino, Vital e Rodobaldo? I santi sono troppi e, soprattutto – per fortuna! – poche creature umane portano nomi stravaganti e hanno difficoltà a festeggiare il loro onomastico. Vi prego di non considerarmi irrispettoso o, addirittura, blasfemo. È solo una semplice riflessione, che mi è tornata in mente il primo di novembre, festa di tutti i santi. Forse c’è stata una certa (non sempre criticabile) frettolosità, nel beatificare e santificare. In breve: ci sono dieci santi, o pochi di più, (da San Francesco a San Giovanni e ai più famosi) che propongono qualità, meriti e vite totalmente santificabili. Non basterebbero? È discutibile, certo, e sono pronto a ricevere critiche e obiezioni.
Una seconda riflessione invece (sulla festa di onomastico) è quasi ovvia. E ho preso qualche appunto… Chi può festeggiare se dovesse chiamarsi Cornelius, Cosma, o come i martiri Diodomo, Didimo, Donnino ed Edisto, il monaco Gisleno, l’abate Deusdedit, l’eremita Guntero, Rodobaldo, il cappuccino Vital, o Wilton? Chi volesse saperne di più, potrebbe consultare il dizionario di beati e santi.

Presumo che alcuni lettori si chiedano perché dedichi tanta attenzione a questo argomento. Fatto sta che, come molti meridionali in età senile, preferisco la festa nel giorno del santo che porta il mio nome, anziché gli auguri per il compleanno. Il compleanno infatti ricorda gli anni che passano. Non tutti gradiscono. Un mio zio, novantenne, addirittura si arrabbiava se qualcuno osava congratularsi con lui. “Per cosa?” borbottava. “Perché mi avvicino al giorno in cui dirò addio a questa valle di lacrime?”. L’onomastico invece è festa pura. E l’usanza meridionale prevede perfino che sia il festeggiato a fare regalini ai figli e ai nipoti.

cesare@lamescolanza.com