RICORRENZE… NATI IL 4 LUGLIO

Enrico Bertolino, Anna Paola Concia, Calvin Coolidge, Alfredo Di Stéfano, Giuseppe Diana, Giuseppe Garibaldi, Nathaniel Hawthorne, Gina Lollobrigida.
Morti il 4 luglio: John Adams, Marie Curie, Francois-René Chateaubriand, Giorgio Faletti, Thomas Jefferson, James Monroe, Marlena Parisi, Barry White.

 

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… A 14 ANNI!

Mandy Hoffmann, quattordicenne di Peine, in Bassa Sassonia, ha preso la licenza di maturità a soli quattordici anni, con tre di anticipo rispetto al normale, ottenendo il massimo dei voti. Ora s’iscriverà a Matematica e Chimica nell’Università tecnica di Braunschweig.
[Lepri, Corriere della sera]

 

 

 

 

OGGI VI DICO CHE… L’INTELLIGENZA

“Avere una grande cultura non significa essere intelligente” (Eraclito)

“Si misura l’intelligenza di un individuo dalla qualità d’incertezze che è capace di sopportare” (Immanuel Kant)

“Ci vuole qualcosa di più che l’intelligenza per agire in modo intelligente” (Fedor Dostoevskij)

“Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente” (Rita Levi-Montalcini)

“La misura dell’intelligenza è la capacità di cambiare” (Albert Einstein)

 

ATTUALIZZANDO… UN TEST

Comunque siete intelligenti, anche se non siete capaci di risolvere i quiz sull’intelligenza. Sì, è davvero assurdo misurare la propria intelligenza sulla base dei quiz che ci vengono proposti ormai da ogni parte. Si può essere intelligentissimi e scivolare banalmente su facili indovinelli. Non lo scrivo per mettere le mani avanti: anzi, ho azzeccato il finale di una storiella (credetemi sulla parola!) in trenta secondi. Ma non mi sento certo, per questo, più intelligente della media.

 

IL QUIZ SU UNA STORIELLA

Ecco la storiella, introdotta dal filosofo Douglas Hofstadter nel 1983 per spiegare il tema dei “presupposti riduttivi”… Un padre e un figlio fanno un incidente: il padre muore, il figlio è grave, viene portato in ospedale e deve essere operato. Arriva il chirurgo che si aspetta un caso di routine, ma alla vista del ragazzo sbianca e mormora: «Non posso operare, questo ragazzo… è mio figlio»

 

 

COSA PENSATE DELL’INDOVINELLO?

Prosegue Hofstadter: «Come si risolve questo macabro indovinello? Come si può spiegare la cosa? Forse il chirurgo mente oppure si sbaglia? No. Lo spirito del padre morto si è in qualche modo reincarnato nel corpo del chirurgo? No. Forse il chirurgo è il vero padre del ragazzo mentre l’uomo morto era il padre adottivo? No. Qual è allora la spiegazione?». Hofstadter dice che ci mise circa un minuto a trovare la risposta e che rimase molto colpito dalla sua prestazione e da quella media del gruppo in cui si trovava («Un paio delle persone presenti rimasero più di cinque minuti a rompersi la testa prima di trovare la risposta e quando infine ci arrivarono rimasero a bocca aperta»). Il chirurgo era la madre.

 

GLI AFFASCINANTI PRESUPPOSTI RIDUTTIVI

Infine: cosa sono i “presupposti riduttivi”, che condizionano la nostra mente, deviando i nostri pensieri da una soluzione semplice, evidente? In questo caso, il presupposto riduttivo (anche un po’ sessista) è che il chirurgo sia un uomo, trattandosi di un ruolo importante, ricoperto per lo più da uomini.

 

 

 

 

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