RICORRENZE. NATI IL 22 LUGLIO

Ferruccio Amendola, Massimo Carlotto, Willem Dafoe, Selena Gomez, Nicola Gratteri, Edward Hopper, Nina Moric, Claudio Santamaria.
MORTI: Antonio Banfi, John Dillinger, Sacha Distel, Franca Faldini, Giovanni Guareschi, Sandor Kocsis, Indro Montanelli, Napoleone III, Serge Reggiani.

COME DOBBIAMO COMPORTARCI SE INCONTRIAMO I CINGHIALI?

Da Roma a Genova, e ormai in moltissimi centri dello Stivale, la convivenza con questo animale è diventata normalità. Ecco qual è la sua indole, perché sembra essere poco aggressivo con l’uomo e come bisogna reagire quando capita di incrociarlo.

L’ultimo video è di qualche giorno fa: mostra alcuni cinghiali che scorrazzano lungo sentieri a ridosso delle spiagge genovesi, non troppo lontano dai bagnanti. Senza che umani o animali mostrino particolare sorpresa o paura: ormai si sono abituati l’uno all’altro.

“Più che pacifici direi che sono più spavaldi, in quanto affrontano i rischi connessi con l’esplorazione di un ambiente nuovo, spesso poco o per nulla naturale. Non tutti i cinghiali sono in grado di farlo, non tutti hanno il carattere adatto”.

Questo è un tema importante che riguarda la nostra sicurezza: molti cittadini sono stati ripresi mentre danno da mangiare ai cinghiali o addirittura provano ad accarezzare i cuccioli. Bisogna essere chiari, come afferma lo zoologo dell’Ispra: “Ricordiamoci che sono animali selvatici veri, non quelli umanizzati dei film della Disney”. Questa considerazione riguarda quindi tutti i cinghiali, anche quelli che possono sembrare più addomesticati perché passeggiano per le nostre strade. Ma non lo sono: bisogna ricordare che i cinghiali hanno in generale una grande capacità di adattamento rispetto ad altre specie.

“Gli animali che entrano in città non sono meno selvatici di quelli che rimangono in ambiente naturale. Semmai il problema sorge una volta entrati, quando si abituano alla presenza dell’uomo, invece di esercitare la naturale diffidenza, si abituano a trovare cibo facilmente e svincolato dalla stagionalità tipica del cibo naturale. Infine, si abituano al fatto che qualcuno il cibo glielo fornisce volontariamente, trattandoli come cani e gatti. Ecco: questi comportamenti sono quelli che condannano i cinghiali alla dipendenza dall’uomo, rendendoli più animali domestici che selvatici”. 

Questo è lo stato attuale, dettato da una grande proliferazione di questo animale dipesa da “un modello gestionale utilizzato per questa specie che, soprattutto dal punto di vista venatorio, ha fallito – secondo lo zoologo dell’Ispra – Abbiamo ‘perso il controllo’ della gestione di questa specie. Un ruolo determinante hanno avuto le massicce immissioni di cinghiali a scopo venatorio, iniziate negli anni ’50 con soggetti catturati all’estero e proseguite con animali provenienti da allevamenti nazionali, e la pratica del foraggiamento attrattivo, fatta per trattenere gli animali nelle aree di caccia e per aumentarne la capacità riproduttiva. Il consistente prelievo venatorio ha poi alterato profondamente la struttura delle popolazioni, abbassando l’età media degli animali e aumentandone il potenziale riproduttivo”. Poi c’è stato anche il ruolo dell’urbanizzazione massiccia degli esseri umani e l’abbandono delle campagne “con la conseguente diminuzione della persecuzione diretta e il recupero del bosco in zone precedentemente utilizzate per l’agricoltura e la pastorizia”. Infine, alcune cause naturali “come l’intrinseca elevata capacità di colonizzare nuovi ambienti, l’enorme potenziale riproduttivo della specie e le condizioni climatiche divenute mediamente più favorevoli e pertanto meno limitanti”. 

Ma continuerà questo processo di coabitazione urbana tra uomini e cinghiali, cosa succederà? “Se non interverranno politiche serie di contrasto del fenomeno dell’inurbamento del cinghiale – continua Monaco – dobbiamo aspettarci che il fenomeno progredisca ulteriormente. Lo studio del fenomeno in altri contesti (come Barcellona o Hong Kong) ci suggerisce inoltre che più il cinghiale si abitua alla presenza dell’uomo, maggiori saranno le interazioni aggressive. Una prospettiva preoccupante”. 

IL CONFRONTO CON L’ESTERO

La questione dell’urbanizzazione dei cinghiali, ovvero il fenomeno per cui questi animali hanno invaso le città, non è solo italiano. 

A livello mondiale, fino a una decina di anni fa si avvistavano cinghiali o maiali inselvatichiti in 44 città di circa 15 paesi al mondo. Oggi invece sono centinaia le città (in alcuni paesi come Giappone, India, Israele, Spagna) dove questi animali entrano nei centri urbani e causano problemi anche gravi. “I cinghiali arrivano in città, non solo in Italia ma in molte zone abitate in Europa e nel resto del mondo, perché il loro numero è aumentato notevolmente e perché le città garantiscono grandi disponibilità di cibo e protezione” spiega il ricercatore dell’Ispra. D’altra parte, non ci sono differenze tra quelli che invadono le nostre città e i cinghiali che si comportano nello stesso modo all’estero: “Semmai le differenze sono quelle legate all’ambiente umano. Rispetto al contesto italiano, altrove è meno diffusa la pratica della somministrazione volontaria di cibo ai cinghiali e, soprattutto, a differenza dell’Italia le persone con sensibilità animalista non ostacolano sistematicamente gli sforzi di gestione razionale del problema”.

COME FARE SE INCONTRIAMO UN CINGHIALE

Per prima cosa non bisogna esser preda dell’ansia, come suggerisce Monaco. “In natura è molto probabile che gli animali scappino prima ancora che possiate vederli. In città cerchiamo di evitare i comportamenti che favoriscono la presenza o l’avvicinamento degli animali come, ad esempio, dare volontariamente cibo (peraltro, vietato dalla legge), lasciare incustoditi il sacchetto dell’umido fuori dai cassonetti o il cibo per cani e gatti”. Fino a qui siamo nell’ambito della prevenzione, ma se capita di incontrare davvero qualcuno di questi animali selvatici nelle strade cittadine bisogna tenere a mente che potrebbe essere interessato al cibo che si ha in mano o che si trova nelle vicinanze. Diverso è il caso in cui si incrocino piccoli branchi:

“La massima attenzione deve essere data ai casi in cui ci troviamo di fronte alle femmine con i piccoli: cerchiamo di evitare qualsiasi comportamento che possa essere percepito come una minaccia. Ricordiamoci che non si tratta di animali domestici, ma selvatici in grado di mordere e spingere violentemente”.

Nei giorni scorsi è stato individuato un caso di cinghiale infetto nei territori del comune di Roma: si tratterebbe del primo caso al di fuori dell’area interessata nelle prime settimane di gennaio 2022. La regione Lazio ha attivato una task force.

Un altro elemento importante è quando con noi giri anche un cane, un animale che nell’intenzione di difenderci potrebbe innescare conseguenze pericolose. “Si è ripetutamente verificato che la presenza di un cane, anche al guinzaglio, può essere un elemento in grado di scatenare una reazione di difesa da parte del cinghiale (ma, si è visto, in generale dei grandi mammiferi). Il cane, in quanto prodotto della domesticazione del lupo, viene immediatamente percepito come una fonte di pericolo e, in particolare da parte delle femmine con i piccoli al seguito, può scatenare una reazione aggressiva a scopo difensivo”. Per questo, è importante non lasciare avvicinare un cane in nessuno modo ai cinghiali. E in generale tenere sempre a mente che se anche siamo abituati a vederli girare per le strade, i cinghiali rimangono animali selvatici, potenzialmente pericolosi e che – per il loro e per il nostro bene – non dovrebbero scorrazzare liberamente nei nostri centri urbani senza alcun timore di essere catturati.

OGGI VI DICO… I CINGHIALE

“Spero che ritorni presto l’era del Cinghiale Bianco.” Franco Battiato

“Spesso il cinghiale è fermato da un cane non grande.” Ovidio

“Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.” Fabrizio De André

“Il Cinghiale è animoso iracondo e furibondo; il suo sangue è pieno di fibre, Aristotele gli da l’ira subitanea.” Giovanni Battista della Porta

“Se sei l’ultimo tartarugo della tua specie sei più protetto di quasi tutti gli uomini, se sei un cinghiale o una nutria puoi essere sterminato. Eppure l’agonia di un cinghiale non è diversa da quella di una tigre siberiana o di un rinoceronte nero.” Luigi Lombardi Vallauri

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