RICORRENZE… NATI IL 19 MAGGIO

Alexia, Mustafa Kemal Atartuk, Livio Berruti, Julius Evola, Laura Freddi, Ho Chi Minh, Andrea Pirlo, Michele Placido, Varenne, Malcolm X

 

 

 

INDISCREZIONI, NOMINE, CANDIDATURE… FIN DAI ROMANI

Gli antichi Romani preparavano molte zuppe a base di fagioli, non conoscevano la pasta secca che abbiamo oggi. Virgilio aveva dato un nome al delizioso legume, “vilem phaseulum”. Nel Medioevo esplose la popolarità del fagiolo, che in Francia si chiamava “mongette” e.in Italia “fasselo”, “fasolo” o “fasul” (in dialetto napoletano).

 

 

LE PAGELLE DEL CLAN: FLAVIO CATTANEO, 8 e 1/2

Si, otto e mezzo come il capolavoro di Federico Fellini.
Me lo ricordo, Cattaneo, al tempo in cui dirigeva la Rai.
L’ho rivisto l’altro giorno su La 7, in gran forma, in una delle sue rarissime apparizioni televisive: sosteneva i buoni motivi degli industriali e l’indispensabilità di motivarli, per rilanciare l’economia. Sempre un sorriso canzonatorio: in Rai era insolente, sfacciato, anche arrogante; con qualche parolaccia in milanese. Rivisto in tivu: sarcasmo e italiano perfetto. È cresciuto: nel 2010 fu riconosciuto il miglior manager tra 40 top concorrenti. Oggi, dopo Terna e Italo, è anche molto ricco e forse approderà nell’editoria, con l’amico Luca Montezemolo.

OGGI VI DICO… LA PASTA !

“La vita è una combinazione di pasta e magia.” (Federico Fellini)

“Le frasi lunghe mi fanno lo stesso effetto della pasta scotta.” (Roberto Gervaso)

“Una donna che sa fare la pasta a regola d’arte ha un prestigio che resiste anche oggi a qualsiasi altro richiamo dei tempi.”(Sophia Loren)

“La corruzione comincia con un piatto di pasta.” (Idro Montanelli)

“Risuni e maccarruna dopu ‘n’ura si diijunu.” [Il riso e i maccheroni si digeriscono in un’ora] (Proverbio calabrese)

SORRISI, SMORFIE, LACRIME… I SOLITI IGNOTI

Ricordate il celebre film di Mario Monicelli (1958), protagonista una banda di sgangherati ladri? Una curiosità. Nel finale, i ladri abbattono una parete e, anziché irrompere nel Monte di Pietà per l’agognato bottino, sbucano nella cucina di un appartamento qualsiasi. Per i ladri (Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman, tra gli altri) c’é una consolazione: una magnifica pasta e ceci, da gustare subìto. Ebbene, il copione prevedeva una pasta e fagioli: fu Mastroianni a pretendere che fosse sostituita dalla pasta e ceci, il suo piatto preferito.

ATTUALIZZANDO… MEDITAZIONE ESISTENZIALE

Ditemi: è utile o no parlare, confrontarsi con se stessi? Fate attenzione, amici miei, prima di rispondere: per lealtà aggiungo che vi sto tendendo una trappola.
Non mi riferisco infatti ai profondi problemi con cui (e oggi vi chiedo scusa) troppo spesso vi affliggo: ad esempio Dio e la fede, il senso della vita, il rispetto per noi e per gli altri, Socrate, il merito… No, non vi tormento neanche col Genoa, di cui sono tifoso da settant’anni, senza aver capito il perché. Nè vi intrattengo sulla mamma, i nonni, i figli e i nipoti; neanche sul dramma del Coronavirus.
Ho passato un’ora con me stesso, meditando su un tema esistenziale: come si deve preparare una buona pasta e fagioli?

IN BIANCO O COL POMODORO?

Eccovi svelato il mio piccolo segreto: forse per festeggiare le riaperture in barba al virus, mi sono confrontato con me stesso su questo tema che ora sta a voi giudicare: forse importante, forse trascurabile. Per un’ora ho discusso con me stesso su questa domanda: come si prepara, al meglio, la pasta e fagioli? È il mio piatto preferito, e questo valga, se siete indulgenti, come attenuante. Vi trasferisco i miei dubbi e aspetto con fiducia le vostre opinioni. Cominciamo dalla pasta: maccheroni, ditaloni o ditalini? O tagliatelle sminuzzate a pezzi? Poi… In bianco o con il pomodoro? E se optate per il pomodoro, meglio quello fresco, o la passata?

LE METTIAMO, LE COTICHE DI MAIALE?

Il lardo (in abbondanza) o va bene anche la pancetta?
E davvero è il caso di aggiungere un dito di prosciutto crudo? È sufficiente uno spicchio d’aglio, nel soffritto?
O meglio due? Il sedano, la carota, il basilico sono indispensabili? E il pepe, nero: si può farne a meno?
Quanto sale e quanto olio? E le aggiungete, o no, le cotiche di maiale? Cipolle in quantità o con prudenza?
Il rosmarino e l’alloro ci vanno e, se ci vanno, interi o tritati? E in stile meridionale aggiungeremo cozze e vongole? Ed eccomi, già sfinito, al primo vero e grande dilemma: i fagioli. In ammollo per una notte o ci accontentiamo di quelli in scatola, pronti al momento? Siamo al traguardo: quanto lunga la cottura, a fuoco lento o medio? E mica è finita. Il piatto è servito e io aggiungo un dito di vino rosso, un cucchiaio d’olio e ancora un po’ di sale. Ma le perplessità mi attanagliano la coscienza.
Infine, parmigiano o pecorino, o nessuno dei due? Illuminatemi, vi prego.

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