RICORRENZE… NATI IL 12FEBBRAIO

Rosy Bindi, Charles Darwin, VIttorio Emanuele di Savoia, Abraham Lincoln, George Meredith, Claudia Mori, Lou Salomè , Franco Zeffirelli.
MORTI: VIttorio Bachelet, Julio Coltazar, Immanuel Kant, Antonio Labriola, Tiberio Mitri, Charles M. Schulz, Elio Vittorini.

 

 

L’INDISCREZIONE…KIM JONG-UN

Kim Jong-un ha inaugurato una nuova città. Si chiama Samjiyon ed è ai piedi del monte Paektu, considerato sacro in Corea del Nord e luogo di nascita di Kim Jong-il, padre dell’attuale dittatore. È dotata di piste da sci, uno stadio per gli sport invernali, hotel, centri commerciali, un ospedale e un museo sulla storia della Corea del Nord. Ospiterà circa 4.000 famiglie. Per costruirla il regime ha impiegato le “brigate del lavoro giovanile”, sorta di schiavi che non ricevono paga e sono costretti a lavorare 12 ore al giorno per un massimo di dieci anni. In cambio possono sperare di entrare in un’università o nel partito dei lavoratori. [il Post].

UN SORRISO…C’È VOLPE E VOLPE

“Il mio nome di battaglia è “la volpe del dessert” (Bruno Gambarotta).

 

 

 

 

 

OGGI VI DICO… GLI SCACCHI

“Nella vita le cose passano come nel giuoco degli scacchi; noi ci facciamo un piano: questo però rimane subordinato a quanto piacerà fare nella partita all’avversario, e nella vita al destino.”
(Arthur Schopenhauer)

“Le partite di scacchi sono la pietra di paragone dell’intelletto.” (Goethe)

“Il gioco degli scacchi è uno sport. Uno sport violento.” (Marcel Duchamp)

“Il gioco degli scacchi è il gioco che conferisce più onore all’intelletto umano.”(Voltaire)

“Certo che ho praticato sport all’aria aperta. Una volta ho giocato a scacchi in un caffè all’aperto di Parigi.”(Oscar Wilde)

ATTUALIZZANDO… I POLITICI E LA SCACCHIERA

I politici non sanno giocare a scacchi, Conte ad esempio non ha strategie. Penso che il gioco degli scacchi aiuti ad affrontare le difficoltà della vita. Facciamo un esempio, centrale nell’attualità politica italiana, Indipendentemente da ogni opinione. La crisi voluta da Matteo Salvini, nell’agosto 2018, in una partita a scacchi non sarebbe stata certo una mossa decisiva per mettere ko gli avversari (ammesso, ma questo è un altro discorso, che il leader della Lega puntasse davvero alle elezioni, e non a disimpegnarsi, semplicemente, dal governo). E d’altro canto i numerosi avversari di Salvini probabilmente non sanno giocare a scacchi, se è vero – direi indiscutibile – che ogni loro sortita aumenta il consenso elettorale per l’odiato antagonista.

IL MIO MISERO DESTINO DI SCACCHISTA

Lungi da me l’intenzione di dare lezioni a chicchessia: imparai a giocare a scacchi a sei anni ed ero considerato un fenomeno da circo. Però mi fermai lì e dall’adolescenza a oggi, per sessant’anni, non sono altro che una povera schiappa: davanti a una scacchiera e nella vita, commetto errori da dilettante. Mi consolo ammirando e invidiando
Boris Vasil’evič Spasskij, russo di San Pietroburgo, emerito campione dal 1969 al 1975, oggi più che ottantenne. Il suo grande avversario fu l’americano Bobby Fischer, alla fine vincente. Ma, ovviamente, io sono rimasto legato al personaggio perdente.

SPASSKIJ, TRUMP, PUTIN, CONTE

Ho letto che Spasskij amava il cinema, le donne, Dostoevskij, il tennis, era un eterno dissidente e si sposò tre volte. Forse anche per tutto questo mi piaceva.
Non so quali politici oggi giochino a scacchi. Trump e Putin avrebbero qualità straordinarie. In Italia, dicono che molto bravo e astuto sia Conte. Penso invece – non voglio essere irriverente – che il nostro premier sia simile a quel che fui io da bambino: intuizioni infantili, furbizie precarie. Giocare bene a scacchi è tutt’altra cosa: la tattica non conta, fondamentali sono le strategie. E Conte è un buon tattico, ma di certo non è uno stratega.

cesare@lamescolanza.com