“Come i ciuoti a le campane…” (antico detto calabrese)
ATTUALIZZANDO… IN POLITICA, case MA ANCHE IN PRIVATO, ambulance L’OBBLIGO E’ FREQUENTE
In calabrese, sovaldi sale “ciuoto” significa pazzo. Il proverbio succitato, in sintesi, vuol dire: se i pazzi se mettono a tirare le corde per suonare le campane, non smettono e vanno avanti, qualsiasi cosa a loro venga detto. Pazzi o no, spesso nella nostra vita privata, e i politici nella loro apparentemente folle attività, tutti noi in poche parole siamo obbligati a comportamenti da “ciuoti”. Qualche esempio? A raffica, anche se sono certo che già in questo momento per la vostra vita privata avreste cento riferimenti e ricordi. Prendiamo Salvini: dal giorno di inizio del suo incarico di leader della Lega, ha quadruplicato i voti e, secondo i sondaggi, ancora sale. Ma cosa sta facendo? Suona le campane, con un chiasso incessante ascoltato a destra e a sinistra, e raccoglie adesioni e attenzioni. Si unisce a neofascisti, si sforza di convincere i meridionali che la Lega non è assolutamente razzista, fa la voce forte con il sindaco di Verona Tosi, utilizza qualsiasi progetto populista – sugli immigrati, sull’euro… – per aumentare il consenso. Ma fino a quando suonare gli basterà? Cambiamo settore: Garcia, allenatore prima esaltato e adesso contestato, nella Roma. va avanti a suonare le campane, anche lui, seguendo comportamenti obbligati. Prima, da mattina a sera, annunciava che la Roma avrebbe vinto lo scudetto, oggi dice ancora che non è tutto perduto, ma bisogna lottare per difendere il secondo posto. Intanto la squadra non vince, i due simboli Totti e De Rossi sono le ombre dei campionissimi che furono. Ma come potrebbe fare, Garcia, a inventare una formazione senza Totti e De Rossi? A volte li fa giocare, a volte no: suona le campane, insomma, senza cambiare, obbligato da una real politik calcistica. Ieri, contro la Juventus, solo negli ultimi 20 minuti ha avuto il coraggio di fare le sostituzioni necessarie, la squadra di colpo è diventata un’altra, energica, aggressiva, determinata. Un altro esempio? Renzi. Diceva – dice – che bisogna risparmiare, dare il buon esempio, suona le campane con annunci, diciamo rintocchi, di esemplare etica. Ma in questo caso il diavolo, che alle campane e all’etica è tradizionalmente ostile, ci mette la coda. Succede che per andare da Firenze a Roma – un’ora e un quarto in treno, un paio d’ore in auto – il premier si prende il lusso di utilizzare un elicottero, l’elicottero si inceppa o il mal tempo disturba il volo, tutta Italia di colpo viene informata che il giovane capo del governo predica bene, almeno in questo caso, ma razzola male. Ma è proprio d’obbligo, chiediamoci, fare i “ciuoti”? Chiedo soccorso a un altro proverbio calabrese: “Fa u ciuoto per non andare alla guerra”. Difficile vivere da sani di mente, non solo ai giorni nostri.
RAIWAY E DINTORNI/ UNA MALIZIOSA IPOTESI…
Mi dicono che Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, fin dal suo insediamento a viale Mazzini tre anni fa, aveva in testa questo progetto: creare un gigante riunendo le torri di Raiway, Telecom e Mediaset. Proveniva da Wind, certo è che sapesse bene l’importanza di ciò che progettava. Che poi potesse riuscire nell’impresa e, soprattutto, che potesse riuscire a farsi designare leader della aziendissima, è un altro discorso. Ma insomma… Oggi Gubitosi, alla vigilia della sua scadenza in Rai è assai più potente di quando entrò a cavallo del Cavallo. Fare il direttore generale della Rai è assai più importante di essere alla guida di un ministero! Con successo, grazie anche alle esigenze del governo di fare cassa, ha condotto in porto l’operazione Raiway, con Mediaset e Telecom si vedrà. Si vedrà se si potrà arrivare a un soggetto terzo, indipendente, cruciale e vitale per le telecomunicazioni. En passant, il titolo Raiway, se non erro partito a 2.95, oggi si è notevolmente apprezzato. Qualcuno ne sarà soddisfatto, presumo. Sempre en passant, cercherò di chiarire le scadenze imminenti per la governance in Rai. Il mandato del cda scade a fine aprile, con l’approvazione del bilancio. Nulla impedisce che per la Rai, come per qualsiasi altra società, il mandato possa essere prorogato: per un giorno certamente no, per un mese è improbabile, per qualche mese sì; e nella storia italiana recente e passata si ha notizia di proroghe lunghissime. Contemporaneamente, il premier Renzi annuncia di voler procedere alla riforma della Rai, annullando la legge Gasparri: non nega che, per riuscirvi entro la scadenza di fine aprile, o subito dopo (si parla di fine giugno/luglio), debba ricorrere a un decreto legge. Perché vuole escludere che le nuove nomine possano essere fatte con la vecchia legge, per arrivare a una riforma a lui gradita, bisogna stabilire nuove regole. Già si è vista la furiosa reazione di Gasparri e di atre forze politiche. Se ne deduce che è assai improbabile che alla riforma si possa arrivare attraverso un disegno di legge, da concordare in parlamento tra i partiti. Infine, Gubitosi fa sapere che, se si tratta di restare al suo posto per un paio di mesi dopo aprile, non c’è problema, per fair-play aziendale e politico. Per un periodo più lungo, senza un’attribuzione precisa di un mandato e di poteri concreti a lungo termine, assolutamente no. Ma perché, mi chiedo, leggo e sento parlare dovunque di arrivare a fine giugno/luglio? Ho messo insieme alcuni tasselli, ho fatto qualche riflessione, forse con un pizzico di malizia o forse no. Affido le conclusioni o, meglio, gli approfondimenti a chi mi legge. Per quanto mi riguarda, non saprei fare di più, non sono ammesso (peccato!) nelle segrete cose.
RAI/ INTANTO, VOCI, RUMORS E CHIACCHIERE SULLA FUTURA LEADERSHIP
Come è successo alla vigilia della nomina di Mattarella al Quirinale e come sta succedendo intorno al Corriere della Sera per il nome del successore di Ferruccio de Bortoli, anche sulla Rai il dibattito è incessante. Non vi nego la mia opinione. Se il nuovo dg, o amministratore delegato, arriverà dall’esterno, ritengo che tutti i nomi fatti finora siano privi di fondamento, esattamente come fu per il Quirinale. E all’ultimo momento spuntò Mattarella. Così sarà anche per la Rai. Se invece il successore di Gubitosi sarà scelto all’interno, azzardo qualche nome: in pole position De Siervo. A seguire Del Brocco, per le varie spalmature o sfumature di relazioni attigue alla Rai. A seguire ancora, il giovane Fiorespino. E aggiungerei, ma non solo perché si tratta di una donna, condizione teoricamente privilegiata dovunque, Tinny Andreatta – che certamente può vantare un rapporto privilegiato con Mattarella.
BREVE LETTERA APERTA 1/ AL PRESIDENTE MATTARELLA
Caro Presidente, io l’adoro e lo scriverei, compulsivamente, ogni giorno. La prego, abbia un po’ di attenzione per il suo umile ammiratore: non prenda più un aereo pubblico, un treno pubblico, addirittura un autobus pubblico! Ci provò, per primo, il mio vecchio amico Sandro Pertini. Allora ero quasi di casa al Quirinale, perché il portavoce di Pertini era il mio maestro, paterno, Antonio Ghirelli. Dopo la prima e unica volta tutti collaborarono e alla fine riuscirono a convincere Pertini, gran testardo, che non era il caso di decuplicare le spese, rispetto all’uso dell’aereo di Stato, con la mobilitazione di guardie del corpo, servizi segreti, eccetera; e di mettere a rischio la pelle di tanta gente comune, innocenti passeggeri sull’aereo, o sul treno, o sul bus. Grazie per l’attenzione, sono e comunque resterei un devoto ammiratore.
BREVE LETTERA APERTA 2/ AL PREMIER RENZI
Caro Renzi, lasci perdere l’elicottero e qualsiasi altro capriccio, se non sbaglio c’era già stato un precedente per la gita familiare in montagna, durante le festività natalizie. Non vorrei contraddirmi rispetto a quanto ho scritto qui sopra, ma per andare da Firenze a Roma basta l’automobile, o riservare uno scompartimento, con minime cautele, su un Frecciarossa. Perché esporsi al giudizio della gente, degli elettori che simpatizzano per lei? Sopratutto: perché smentire tutte le belle cose che ha detto a proposito dell’indispensabilità che i nostri governanti diano il buon esempio? E poi, senza farla tanto lunga, un elicottero in un giorno d’inverno non garantisce, come si è visto, un viaggio felice e sicuro. Grazie per l’attenzione, non mi consideri impertinente!
03.03.15