RICORRENZE. NATI IL 12 LUGLIO

Simona Bonafé, Antonio Cassano, Giulio Cesare, Bill Cosby, Philippe Coutinho, Gabriel Garko, Tiberio Mitri, Amedeo Modigliani, Pablo Neruda, Aldo Nove, Luciano Rispoli, James Rodriguez, Henry David Thoreau, Christian Vieri.
MORTI: Cesare Battisti, Erasmo da Rotterdam, Alfred Dreyfus, Gianfranco Funari.


L’ONOMASTICO. 12 LUGLIO, IL SANTO

S. Giovanni Gualberto, monaco e patrono dei boscaioli.
Giovanni Visdomini, nato intorno al 995 nei pressi di Firenze, un venerdì si imbatte nell’uccisore del fratello. Riesce a perdonarlo e poi va a inginocchiarsi davanti al crocifisso della chiesa di S. Miniato e da quel giorno, toccato nel cuore da Cristo, sceglie la vita monastica sotto la regola di S. Benedetto. Muore il 12 luglio 1073 ed è patrono dei boscaioli.
Altri santi: S. Lucio, S. Giovanni Wall, S. Leone I, S. Felice, S. Paolino di Lucca, S. Veronica.


L’ITALIA CAMPIONE

(da Il Sole-24 ore)
Può un allenatore estroso prendere una nobile decaduta del calcio internazionale che ha appena steccato una qualificazione per i Mondiali e, in quattro anni, portarla sul tetto d’Europa? Sì, se si chiama Roberto Mancini, uno che le magie le faceva da giocatore ma, a quanto pare, anche da commissario tecnico non scherza: l’Italia è campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia, a 53 anni dall’unico precedente. Termina 4-3 dopo i rigori la sfida con l’Inghilterra, finale di Euro 2020. Una partita con l’handicap, dal momento che si giocava a Wembley, tempio del calcio britannico, sempre difficile da violare. Ma avevamo un grande gruppo, un bel gioco, un discreto credito con la sorte e, a quanto pare, pure con la storia. I tempi regolamentari si erano conclusi 1-1, con le reti di Shaw in avvio di partita per gli inglesi (2’) e Bonucci al 67’. Supplementari di grande sofferenza, com’era già stato in semifinale contro la Spagna, rigori più sofferti, rispetto a quel precedente, ma comunque vittoriosi.


NAZIONALE CONFERMATA

Per la seconda volta in questo torneo, abbiamo sofferto e vinto. Roberto Mancini confermava nella formazione titolare gli undici azzurri impiegati nella semifinale con la Spagna. Donnarumma in porta, difesa da destra con Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini ed Emerson; a centrocampo il trio è Barella, Jorginho, Verratti, mentre in avanti confermato il tridente Chiesa-Immobile-Insigne.


GLI INGLESI PARTONO FORTE

Partono fortissimo i padroni di casa e al 2’ è già gol: merito dell’inserimento sul secondo palo di Shaw che, su cross di Trippier proveniente dalla destra, infila Donnarumma rompendo l’equilibrio del match che si era aperto con le due squadre inginocchiate contro il razzismo, a sostegno della causa del Black Lives Matter. Gli azzurri, per cui a tifare, in tribuna, c’è anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appaiono lenti e contratti, fanno fatica a stare dietro alla prestanza fisica dei padroni di casa, molto più incisivi quando affondano. Nella prima mezzora il pallino del gioco è praticamente sempre inglese, rarissime le incursioni dell’Italia in attacco. La partita, alle nostre latitudini, è sporca, a tratti dura: uno scontro tra Jorginho e Sterling mette per esempio a repentaglio la condizione fisica del regista del Chelsea che, però, stringe i denti e sceglie di restare in campo.


L’ITALIA PRENDE CORAGGIO

Lo sparito cambia dopo la mezzora, quando l’Italia comincia a prendere coraggio e tiene palla nella metà campo avversaria. Al 34’ primo brivido: azione in percussione di Chiesa, il cui fendente si conclude di poco a lato della porta difesa da Pickford. Al 45’ ancora un tiro a botta sicura di Immobile che si stampa su un difensore britannico… Giusto, ai punti, il vantaggio inglese della prima parte della gara.


SECONDO TEMPO, CAMBIA LA MUSICA

Benzina finita per gli azzurri? Niente affatto. Il secondo tempo parte con un contatto di braccia tra Bonucci e Sterling in area di rigore (47’), ma per l’arbitro si può proseguire. Al 50’ la musica comincia a cambiare: punizione con tiro a giro di Insigne che si perde a lato dell’incrocio dei pali. Al 52’ Mancini pensa ai primi innesti: fuori Immobile e Barella per Berardi e Cristante. L’Italia gioca con Insigne falso nueve.Ma che debba succedere qualcosa è nell’aria ormai. E infatti il pari arriva al 67’ e porta la firma di Bonucci che, sugli sviluppo di un calcio d’angolo, agguanta lesto la ribattuta di Pickford sul colpo di testa di Cristante e di piatto realizza. Chiesa è evidentemente il migliore dei nostri: peccato che all’80’ gli si giri la caviglia. Prova a tenere duro, ma quattro minuti più tardi è costretto a chiedere la sostituzione: entra il compagno di squadra Bernardeschi. I 90’ non bastano a decretare il vincitore e così, ancora una volta, si va ai tempi supplementari, come già accaduto nelle due semifinali.


I SUPPLEMENTARI

Mancini sceglie di sostituire in avvio di extra time lo stremato Insigne con un centravanti di ruolo: Belotti. Ma la partita è soprattutto nervosa perché nessuna delle due squadre, arrivata fin là, vuole perdere. Meravigliosa chiusura in scivolata di Chiellini su Sterling al 95’. Sul successivo calcio d’angolo Phillips da fuori area la tira a lato. Intanto Locatelli subentra a uno stanchissimo Verratti. Al 103’ altro miracolo di Pickford su un’azione rocambolesca di Emerson Palmieri sulla sinistra: Belotti arriva troppo tardi per il tap-in. Al 106’ punizione di Bernardeschi, gran botta ma Pickford se la cava in due tempi. Al 117’ ultimo cambio per gli azzurri: esce Emerson Palmieri per Florenzi.


LA LOTTERIA DEI RIGORI

Il primo rigore lo batte Berardi per l’Italia e segna spiazzando Pickford. Risponde Kane per gli inglesi: Donnarumma intuisce ma è gol. Belotti si fa ipnotizzare dal portiere inglese che para. Maguire realizza nel sette, invece. Bonucci segna, Rashford prende il palo. Bernardeschi tira centrale e segna, Sancho se lo fa parare da Donnarumma. Jorginho avrebbe l’occasione di chiudere il match ma se lo fa parare. Niente paura: ci pensa Gigio Donnarumma a regalarci il trofeo, parando su Saka. Non è un caso se l’Uefa lo nomina giocatore migliore di Euro 2020.


OGGI VI DICO… I CAMPIONI

“Un campione ha una dote particolare, una sorte di divinazione del momento. Se la partita si blocca, i minuti passano e bisogna risolverla, lui trova la giocata geniale”. (Javier Zanetti)

“Se non sono felice dentro, non riesco a essere un campione”. (Diego Armando Maradona)

“Dipendi da una squadra intera che collabora, da un insieme di forze e di persone che lottano per un obiettivo comune. E’ molto complesso. Se fosse facile, saremmo tutti campioni”. (Ayrton Senna)

“La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”. (Rafael Nadal)

“Ho odiato ogni minuto di allenamento, ma mi sono detto, “Non smettere. Soffri ora e vivi il resto della tua vita come un campione”. (Muhammad Ali)






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