RICORRENZE. NATI IL 13 LUGLIO

Luca Bizzarri, Tommaso Buscetta, Harrison Ford, Patrice de Mac-Mahon, Piero Manzoni, Piergiorgio Odifreddi, Eleonora Pedron, Erno Rubik, Maurizio Sacconi, Carlo Tavecchio.
MORTI: Nadine Gordimer, Frida Kahlo, Lorin Maazel, Bernardo Provenzano.


L’ONOMASTICO DI OGGI, SANT’ENRICO

Sant’Enrico, è il santo che viene festeggiato nella giornata di oggi, 13 luglio, dalla chiesa cattolica. Nasce nel 973 in un piccolo paesino della Baviera, da Enrico, re di Baviera e da Gisela, figlia di Corrado re di Borgogna. Ebbe ottima indole, nobili sentimenti e rara virtù: qualità che fecero di lui un imperatore santo.


OGGI VI DICO… LA RIBELLIONE

“Finchè non diverranno coscienti della loro forza non si ribelleranno e, finchè non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza”. (George Orwell)

“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi”. (Rita Levi-Montalcini)

“Ribellarsi ai tiranni significa obbedire a Dio”. (Benjamin Franklin)

“Sono in ribellione totale contro la mia stessa mente, quando vivo, vivo per impulso, per emozione, per incandescenza”. (Anais Nin)

“Qualsiasi persona venga al modo ha il diritto e il dovere di fare la sua opera di ribellione, perché altrimenti non ha senso che venga al mondo e si adegui a tutto quello che già esiste”. (Claudio Baglioni)


CUBA IN RIVOLTA, L’ARTICOLO DEL GIORNO

di Atlantico Quotidiano, Enzo Reale
Cuba si ribella alla dittatura: è davvero l’inizio della fine del Castrismo?
È cominciato tutto intorno all’una del pomeriggio di domenica nella località di San Antonio de los Baños, a una trentina di chilometri da L’Avana. Un folto gruppo di persone è sceso in strada gridando consegne anti-governative: “
Libertà! Abbasso la dittatura! Non abbiamo più paura!
”. Le immagini della protesta si sono diffuse rapidamente in rete, nonostante la censura e le interruzioni del servizio, in una chiamata spontanea alla ribellione civile contro il regime comunista che da 62 anni costringe una popolazione di 11 milioni di abitanti all’isolamento, alla miseria e alla repressione. Un evento inusuale, in ogni caso, laddove tradizionalmente dominano paura e rassegnazione.
Le manifestazioni si sono poi estese come i tasselli di un domino su tutto il territorio dell’isola: centri minori intorno alla capitale, Alquízar, Güira de Melena, San José de las Lajas, Bauta, ma anche capoluoghi di provincia quali Camagüey, Matanzas, Pinar del Río, Ciego de Ávila e Santiago de Cuba. E poi, a migliaia, sul Malecón de L’Avana, teatro dell’ultima grande manifestazione che si ricordi, nel lontano 1994. Allora furono le restrizioni del “periodo speciale”, seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, a provocare un’esplosione di malcontento popolare prontamente ricondotto dalle forze di sicurezza e dall’intervento di Fidel Castro in persona, che scese tra la folla ottenendone l’acquiescenza.


UN LEADER MAXIMO SBIADITO

Se nel 1994 fu una combinazione di carisma personale e di minacce a placare la rivolta, nel 2021 il líder máximo
assume le sembianze sbiadite di un tipico funzionario di partito cooptato dalla dinastia Castro a incarnare il volto ufficiale della dittatura: il sessantunenne Miguel Díaz-Canel Bermudez, il cui arrivo a San Antonio de lo Baños, mentre le autorità spegnevano telefoni e Internet, è riuscito soltanto ad esacerbare gli animi. In una dichiarazione inaudita perfino per gli standard criminali del regime, Díaz-Canel ha prima rivendicato il monopolio della piazza per i “
rivoluzionari” (termine che nella lingua di legno dello stalinismo caraibico indica i fedelissimi del partito unico), per poi avvertire di essere “disposto a tutto” per fermare i “mercenari e i contro-rivoluzionari” (altro must della retorica ufficiale), invitando infine “i rivoluzionari e i comunisti ad affrontare i manifestanti nelle strade”. Un richiamo esplicito alla violenza contro la popolazione civile, le cui conseguenze pratiche si misureranno nei prossimi giorni. Per il momento la polizia ha ripreso il controllo nella notte senza lampioni de L’Avana, piagata da settimane di black-out
elettrici, mentre scattano le retate nelle case dei manifestanti. Testimoni oculari parlano di almeno una decina di morti negli scontri e di un numero imprecisato di detenuti e desaparecidos.




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