RICORRENZE. NATI 4 FEBBRAIO

Marisela Federici (precisamente, è nata il 3 febbraio), Cesare Battisti, Dietrich Bonhoeferrer, Alice Cooper, Charles Lindbergh, Riccardo Marcuzzo, Luigi Pareyson, Rosa Parks, Jacques Prevert, George Romero.
MORTI: Mario Camerini, Fred De Bruyne, Liberace, Gianni Minervini, Elio Quercioli, Benito Sarti.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Socrate.png

SE VOLETE, CHIAMATEMI DIRETTORE. ONOREVOLE, MAI

Non chiamatemi onorevole e anche dottore mi dà fastidio, invece direttore, com’ero una volta, mi fa sempre piacere. Oltre che “dottore, maestro e presidente”, anche “direttore, onorevole e generale” sono espressioni che non spariranno facilmente dal nostro abituale linguaggio. Così mi ha scritto, da Treviso, la signora Ernestina Malatrasi, con questa conclusione: “…si tratta comunque di saluti e di approcci che, più o meno, indicano una certa propensione alla sudditanza…”.

IO NON SONO LAUREATO PERCHÈ…

Rispondo: tempo fa ho parlato, con una certa ironia, di questi appellativi: “dottore” è il più comune e diffuso. Con ingiusta mancanza di rispetto per coloro che una laurea l’hanno conquistata con studi impegnativi (e, spesso, con il sacrificio di famiglie umili, non agiate). Io non sono laureato: a vent’anni mi sposai, i figli uno dietro l’altro e, doverosamente, la priorità era lavorare e soddisfare i bisogni primari di chi mi chiamava papà e della moglie che aveva avuto fiducia in me.

ANCHE QUANDO NON SI DIRIGE PIÙ…

Quanto a ciò che scrive la lettrice, bisogna distinguere. Direttore? Nei giornali ho avuto direttori prestigiosi (Antonio Ghirelli, Piero Ottone e, come collaboratore esterno, Arrigo Benedetti) e nulla poteva impedirmi di chiamarli direttore, anche quando non dirigevano più. A mia volta, in tempi remoti, ho diretto alcuni giornali; e sono molti, non solo amici e conoscenti, ma anche simpatici sconosciuto, mi chiamano oggi direttore. Mi fa piacere e, sincero come sempre, vi dico che vorrei ancora, finché mi regge la testa, dirigere un giornale, anche piccolo piccolissimo. I generali sono in numero inferiore rispetto ai direttori di giornali, ma penso che anche a loro faccia piacere essere chiamati in quel modo, in ricordo del ruolo ricoperto nella carriera militare. Non è così invece per chi è chiamato onorevole e penso che non sia necessario spiegare perché.

NAZIONALE, SEGNATE QUESTE DATE!

Partirà dalla via Emilia il cammino della Nazionale di Roberto Mancini nella terza edizione della Nations League. L’Italia farà il suo esordio nel torneo sabato 4 giugno (ore 20.45) contro la Germania allo stadio ‘Renato Dall’Ara’ di Bologna per poi ospitare martedì 7 giugno (ore 20.45) l’Ungheria allo stadio ‘Dino Manuzzi’ di Cesena. Sarà un mese intenso per gli Azzurri, impegnati in 5 gare nell’arco di 15 giorni: il 1° giugno la Nazionale sarà infatti di scena a Londra con l’Argentina nell’inedita sfida tra i Campioni d’Europa in carica e i vincitori dell’ultima Coppa America e, ai match casalinghi con Germania e Ungheria, seguiranno altre due trasferte di Nations League, la prima sabato 11 giugno in Inghilterra, a undici mesi di distanza dalla finale di EURO 2020, e la seconda martedì 14 giugno con la Germania a Mönchengladbach. 

OGGI VI DICO… IL DIRETTORE

“Un leader è un commerciante di speranza.” (Napoleone Bonaparte)

“Comandare non significa dominare, ma compiere un dovere.”
(Lucio Anneo Seneca)

“Quando il direttore di un quotidiano va in ferie, corre il rischio che le vendite del giornale, in sua assenza, diminuiscano. Ma ne corre uno maggiore: che aumentino.”
(Indro Montanelli)

“Mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante… Che può avanzare per chi sta sotto terra e sotto di tutti e deve portar tutti sulle spalle e resta schiacciato?“ (Luigi Pirandello)

“Se l’Ottocento è stato il secolo della poltrona del direttore, il nostro è il secolo del divanetto dello psichiatra.“ (Marshall McLuhan)



cesare@lamescolanza.com