“Se i culi dei potenti italiani fossero di carta vetrata i giornalisti in gran maggioranza sarebbero senza lingua”. (Ennio Flaiano)
ATTUALIZZANDO… E SECONDO UN COLLEGA AMERICANO…
…non ricordo il nome dell’autore di questa perfida battuta: “I giornalisti italiani scrivono quello che non sanno e non scrivono quello che sanno”.
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DA MATTARELLA A SCALFARI…
Queste battute mi vengono in mente ogni volta che, sui giornali, vedo elusioni significative – per me spiegabili solo con il sarcasmo delle frasi che ho ricordato qui sopra. Tuttavia c’è un eccesso di prudenza! Davvero non c’è modo di commentare l’incidente Mattarella/Scalfari, senza timore di turbare la serenità del Presidente della Repubblica (e forse anche quella dell’anziano giornalista, tuttora tra i più temuti nel nostro apprensivo ambiente)? Ne ho scritto nei giorni scorsi: Scalfari ha raccontato che Mattarella, che così avrebbe ignorato il suo mandato istituzionale, super partes, in un incontro privato gli confidò di essere intenzionato a votare sì al referendum. “Il Fatto” ha giustamente dato grande rilievo a questo episodio, chiedendo chiarimenti. A seguire, al di là di una sibillina replica del Quirinale e del silenzio di Scalfari, imbarazzante silenzio di quasi tutti i mass media.
….AL LIBRO DI GIGI MONCALVO
Gigi Moncalvo è uno straordinario giornalista indipendente irriverente impertinente (queste tre “i” valgono più di un premio Pulitzer), ovviamente emarginato dall’editoria che conta. Ha scritto un libro, “I Caracciolo”: centinaia di pagine, un documentatissimo tomo universitario, sugli intrighi e gli intrecci di politica informazione e finanza, che investono i più potenti personaggi della recente storia italiana. Il libro ovviamente è ricco di retroscena interessanti e scabrosi. A parte il solito “Il Fatto quotidiano” nessun giornale ne ha parlato! Ma, per fortuna di tanti giornalisti, i culi dei potenti non sono di carta vetrata, ma morbidi e accoglienti, nella loro inviolabilità, per ogni lingua desiderosa di leccare.
FRIVOLEZZE NEL PIENO DEL LUNGO PONTE…
C’è un’Italia che non soffre e va in estasi di fronte al week end. Questa volta, per tanti, è un orgasmo: week end di cinque giorni, da oggi a martedì. Non mi tocca: io sono abituato a lavorare anche a Natale e Ferragosto, ammesso che scrivere sia considerabile come un lavoro. Ma non vi annoierò oltre con pensieri pesanti e molesti. Non capisco, non condivido, ma mi adeguo. Solo frivolezze!
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aUN LIBRO PER LE VACANZE…
Ve lo consiglio per i cinque giorni del lungo ponte: Jerome K. Jerome, “I pensieri oziosi di un ozioso”. Un fantastico elogio non solo dell’ozio, ma anche della pigrizia, un manifesto della capacità (con ironia e autoironia) di trarre serenità e divertimento dai vari momenti di vita, eludendo insidie e trappole, anche complicate. Va bene per questo ponte esagerato, ma anche per qualsiasi futura vacanza, e perfino durante il lavoro, per sognare e pregustare e attrezzarsi per il dolce far niente. E se lo dico io, che nelle tentazioni e attrazioni del lavoro ci casco sempre, come dicono a Roma, con tutte le scarpe…
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PULCINELLA / 1. AL RISTORANTE…
Dicette Pulecenella: “‘Nu maccarone vale ciente vermicielle”.
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PULCINELLA / 2. PERÒ, SENZA SOLDI…
Dicette Pulecenella: “Pe’ mmancanza ‘e denare, quanta scampagnate ca m’aggio perzo!…”.
cesare@lamescolanza.com
28.10.2016