OGGI VI DICO CHE… GANDHI AVEVA VISTO GIUSTO

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. (Gandhi)

ATTUALIZZANDO… SALVATORE CUFFARO? MI PIACE, sovaldi LO SOSTENGO

CUFFARO

Stamattina, a La7, nello sgraziato e chiassoso programma di Myrta Merlino, mi sono emozionato di fronte alla testimonianza di Salvatore Cuffaro, reduce da cinque anni di carcere. Mi sono emozionato, nell’ascoltarlo. Cuffaro è protagonista di un raro episodio di sofferenza, nel quadro dei personaggi politici inquisiti e condannati dalla magistratura. A parte i casi di drammatici suicidi durante la stagione di Tangentopoli, non mi vengono in mente altre vicende paragonabili – a parte quella, più volte denunciata nel mio diario, di Marcello Dell’Utri. Come nel caso di Marcello, anche qui non entro nel merito dei processi e delle sentenze, non conosco le carte e gli atti giudiziari. Mi limito ad osservare che, come qualsiasi altra storia giudiziaria legata alla politica, anche per Salvatore Cuffaro ci sono molti aspetti discutibili, opinabili. Come nel caso di Marcello Dell’Utri, tuttora rinchiuso in un carcere di alta sicurezza come se fosse un delinquente pericoloso per la società, Cuffaro ha scontato cinque – cinque! – anni di detenzione, sopportando un trattamento per alcuni episodi disumano: ricordo che gli fu negata la possibilità di avere un permesso di 24 ore per andare a visitare la mamma, novantenne, ammalata di Alzheimer. Il permesso, previsto dalla legge, gli fu rifiutato con  questa bizzarra motivazione: essendo la mamma di Cuffaro ammalata di Alzheimer, non avrebbe riconosciuto il figlio e quindi l’incontro sarebbe stato del tutto inutile (forse, ed è da dimostrare, per la mamma; per il detenuto Cuffaro, certamente no). Oggi l’ex protagonista della politica siciliana, accusato di connivenza con la mafia, è molto autocritico: pur godendo di grande popolarità nella sua terra, annuncia che non vorrà più fare politica. Come medico, gli è stata inibita la possibilità di esercitare la professione: annuncia però che lo farà privatamente e in Africa, dove è intenzionato a trasferirsi per aiutare comunità deboli e bisognose. Cosa aggiungere? Cuffaro dice esplicitamente che l’esperienza in carcere gli è stata preziosa, denuncia la condizione pessima dei carcerati in Italia e si batte per migliorarla, parla con persuasiva commozione. Mi piace, farò il possibile per sostenerlo: ecco un bel modo di cambiare vita. “Sono le persone più infelici quelle che più temono il cambiamento” (Mignon McLaughlin).

“DETTO QUESTO” / INSISTO: SOLO SE DITE QUALCOSA

talk-show-

Già l’ho scritto una volta nei giorni scorsi e mi permetto di insistere: dilaga il vezzo di dire sussiegosamente “detto questo”, dopo aver esposto una qualsiasi fesseria come fosse un alto concetto filosofico. Vi prego! Come minimo dite, sommessamente, se proprio non potete farne a meno: “premesso questo”. È più semplice e meno burbanzoso. Ma soprattutto, nei talk politici sempre più grotteschi, sforzatevi di dire qualcosa, anziché aprire la bocca per darle fiato e per partecipare al chiasso.

LETTERE / UN CONVEGNO DEDICATO A PINO RAUTI

evento Rauti

Ho ricevuto questa lettera dalla signora Isabella Rauti: “Cari amici, a tre anni dalla scomparsa di papà abbiamo pensato, con l’Associazione “Centro Studi Pino Rauti”, di ricordarlo con un convegno a lui dedicato; ogni anno abbiamo organizzato un evento nel quale analizzare il suo pensiero politico e gli aspetti intellettuali della sua figura. Per il prossimo incontro di venerdì 18 alle 17.30 (Palazzo Ferrajoli, Piazza Colonna 355, Roma) ci proponiamo di far emergere anche qualche aspetto più personale e privato, attraverso racconti e testimonianze di chi l’ha conosciuto e anche grazie ai primi risultati del lavoro – appena avviato – di archivio e di catalogazione della sua biblioteca e del suo sterminato patrimonio di documenti e carte. Grazie. Vi aspetto. Molto cordialmente. Isabella Rauti”. Rispondo: per uno come me, filosoficamente ostile verso qualsiasi forma di pregiudizio, Rauti rappresenta un dignitoso modo di pensare, diverso dal mio, ma non meno apprezzabile. Non potrò partecipare all’invito di Isabella, la sua combattiva figliola, ma solo per precedenti impegni. Rauti fa parte di quel lungo elenco di personaggi meritevoli di essere riscoperti e valorizzati, uscendo dai crudeli schemi che hanno avvelenato un’Italia perennemente faziosa e frettolosamente divisa per categorie. Anche in questo caso: cambiare idea, cambiare vita può essere opportuno.

LA SUPERSTIZIONE? NON E’ VERO MA CI CREDO. AD ESEMPIO, GIFUNI…

gifuni

Gaetano Gifuni, servitore emerito dello Stato, è ricordato anche per i suoi convincimenti nella superstizione. Ad esempio, era convinto che, a tavola, un posto apparecchiato senza l’ospite presente, portasse male. All’origine di questa superstizione, mi dicono che ci sia un’abitudine consolidata in meridione, e in particolare in Puglia: dopo un funerale, familiari e amici si riuniscono a tavola e un posto apparecchiato, con una seggiola vuota, è riservato al caro estinto. Ho saputo che una volta, ad una cena dove doveva essere presente anche Gianni Letta, si verificò questa scenetta: era presente Maddalena, moglie di Letta, abitualmente mandata avanti da Gianni, consapevole della sua esigenza di far tardi per il lavoro che lo tratteneva a Palazzo Chigi. Gifuni invitò il cameriere a liberare l’apparecchiatura (piatti, bicchieri, tovagliolo), senza ospite. “Ma aspettiamo il dottor Letta”, replicò il cameriere con imbarazzo. “Non si preoccupi”, disse Gifuni, “quando arriverà, rimetteremo tutto a posto”. Di fronte agli incubi della superstizione, è meglio non cambiare né vita né abitudini. “Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto” (Warren G. Bennis).

BATTUTE MEMORABILI / LA DIFFERENZA TRA NOI E DIO

parrocchia santa chiara

Mi arriva da Teresita Giacomantonio: “Tutte le cose di Dio si sporcano nelle nostre mani”. Lo ha detto don Cesare (sono fiero per l’omonimia), sacerdote biblista della parrocchia di Santa Chiara, ai Giuochi Delfici, a Roma. Meditate, gente, meditate.

 

 

cesare@lamescolanza.com
15.12.2015