OGGI VI DICO CHE… IL TITANIC, LO AVETE VISTO?

“Avete visto il kolossal Titanic? Io ancora no: non ditemi come va a finire!” (Daniele Luttazzi)

ATTUALIZZANDO… UN ALTRO TITANIC INCOMBE E SOCRATE BRONTOLA

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Quella di Luttazzi (genietto incompreso e mortificato, diagnosis ne auspico – con spirito libertario – un ritorno alla grande) è una formidabile battuta. Adesso vorrei dirvi che il Titanic è uno dei motivi per cui ho fondato e sto lavorando al movimento “Socrate, a sostegno del merito e contro la rassegnazione e tutti i pregiudizi.” Non il Titanic che fu, ma la sensazione che stiamo navigando, in Italia, verso un terrificante naufragio, in stile Titanic, e a bordo quasi nessuno si rende conto di ciò che sta per succedere. La mia convinzione è che non si può andare avanti in questa condizione: da una parte, una elìte, una Casta, chiamatela come preferite, che sgoverna, si arricchisce e detiene, difendendole con le unghie e con ogni mezzo, posizioni immeritate di potere; dall’altra la stragrande maggioranza degli italiani, umiliati, censurati, oppressi economicamente e socialmente. Ragionevolmente, gli sbocchi possono essere, a me sembra, solo due: o la Casta, incarognendosi sempre di più, continuerà a governare, mettendo a tacere e domando ogni protesta e anche, prevedibilmente –  purtroppo – violenti, infruttuosi episodi di ribellione; oppure, si riesce a recuperare al voto i milioni e milioni di italiani che, disgustati, neanche votano più, e faticosamente si riesce a rientrare nei confini di una vera democrazia, attualmente calpestata e vilipesa. Questo è l’intento del movimento intestato a Socrate: se siete d’accordo, vi invito ad aderire, mandandomi nome e cognome, un indirizzo email indispensabile per le comunicazioni, aggiungete qualche informazione utile, età, lavoro, eccetera, il rispetto della privacy è assicurato. Ricordo che non ci sono né costi né intralci e fastidi burocratici da affrontare, non ci sono barriere di alcun tipo, non mi interessano appartenenze politiche, ideologiche, di razza, di censo, di cultura… mi interessa che sia condiviso l’unico valore aggregante: vogliamo impegnarci a sostegno di chi abbia merito e qualità (in questi due concetti sono ovviamente compresi l’onestà, l’indipendenza, la libertà di mente) e batterci contro la rassegnazione e i pregiudizi. Aderite, finché siamo in tempo! Il naufragio del Titanic non è lontano, se saremo tanti e saremo uniti forse riusciremo a evitarlo.

A PLATI’, IN CALABRIA, NESSUNA LISTA ELETTORALE… NON SI VOTA!

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Platì è un comune calabrese di tremila abitanti, neanche pochi, vero? Qualche anno fa il consiglio comunale fu sciolto per connivenze mafiose e, da allora, Platì è senza sindaco. Nessuna lista elettorale è stata più presentata e anche oggi questo rifiuto prevale. Nessuna lista, nessun voto. Vi dice nulla questo disagio, questa inaudita rinuncia al voto, questa sfiducia verso la politica? Non riesco ad andare a Platì, per capire meglio e di più, e lo dico con dispiacere perché adoro la Calabria, la mia regione adottiva. Però inonderemo Platì (datemi una mano!) con una piccola valanga di missive email. Non ci permettiamo di consigliare e spingere al voto nessuno (del resto, ricordo, io non voto dal ’92, il mio disgusto e il mio rifiuto partono da lontano), però inviteremo tutti i miei conterranei calabresi ad aderire a Socrate.

BISIGNANI IN TIVU TRA BERLUSCONI E IL “CUCCIOLO” FITTO

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Stamattina a “L’aria che tira” era presente Luigi Bisignani, grazie alla sua idea geniale di scrivere libri (e soprattutto grazie alla qualità di quanto ha scritto) l’aria che tira per lui è eccellente. Vessato da pochi, censurato dalla Vigilanza Rai, invitato e ben voluto dovunque, accolto come un opinionista importante, a volte come un  moderno pensatore, lucido e realista. Chapeau! A me piace la sua franchezza nel rivelare anche piccoli retroscena. Stamattina, almeno due. Il primo, quando ha deplorato che Berlusconi sia lasciato andare a definire “Fitto chi?” il suo ex discepolo pugliese, e ha ricordato che Silvio, pubblicamente, nei discorsi e nelle conferenze definiva affettuosamente Fitto come il “suo” cucciolo (al posto di Fitto, non ne sarei orgoglioso però, visto che successivamente è subentrato un altro cucciolo, Dudù). La seconda battuta di Bisi è in realtà una previsione: dice che qualunque sia l’esito delle elezioni regionali, Renzi non gli darà importanza, se la caverà con un tweet: non importa se sarà 7-0 o 5-2 o 3-4… L’autore, con Paolo Madron, de “I potenti al tempo di Renzi” (editore chiare lettere) non solo sostiene che il premier è il più grande uomo di potere degli ultimi vent’anni, ma aggiunge anche che Berlusconi non ha capito nulla di cosa sia il potere.

CONDUTTORI (FORSE) SI DIVENTA / I PROGRESSI DI MYRTA MERLINO

Myrta Merlino

Non ho mai risparmiato critiche alla popolare Myrta, eravamo amici, una volta – tanti anni fa – in una cena in un ristorante a Capri le dedicai una spettacolare dichiarazione di amore, molto applaudita dai turisti americani e giapponesi: il risultato fu che diventai amico con suo marito, ch’era presente, e mai mi sono tolto di testa che forse simpatizzò con me, sperando che davvero potessi togliergli di torno l’affascinante/ingombrante metà. In tivu, a “L’aria che tira”, Myrta ha evidenti difetti: ride gorgogliando, ogni tanto beve un the alla faccia di ospiti e telespettatori, si sovrappone strepitando alle voci dei suoi ospiti, soprattutto con gli ospiti politicanti fa pappa e ciccia, senza un minimo di distacco, senza rendersi conto che l’antipatia della gente verso i politicanti rischia di riversarsi sul suo talk e sull’emittente. Però Myrta è autorevole, informata, ben strutturata, buchicchia il video. E migliora. Stamattina non è riuscita a gestire una lite furiosa tra Vittorio Sgarbi e Alice Salvatore, grillina. Però ci ha provato e alla fine si è rifugiata in calcio d’angolo, cioè in pubblicità.

DIRETTORI SI NASCE 1. / FERRUCCIO DE BORTOLI ALLA PRESIDENZA DELLA LONGANESI

de bortoli

Questa è una buona notizia. Ferruccio era rientrato con una scelta snob e intelligente: la collaborazione al “Ticino”, quotidiano svizzero, con i suoi editoriali. Qualche giorno fa, è arrivata la notizia del suo approdo alla presidenza di una delle più prestigiose case editrici italiane, la Longanesi – fondata da Leo, mai abbastanza celebrato e apprezzato. Ferruccio aveva avuto un incarico simile, neanche tanto breve, e intenso, al vertice di Rizzoli libri, tra una sua direzione del Corriere e l’altra (in totale, dodici anni in via Solferino!). Auguri: farà bene. Ed entro qualche mese, al massimo un anno, aspettiamoci un altro bel botto. C’è chi già dice che tra un anno, concluso l’impegno negli accordi per la liquidazione – a non lavorare per la concorrenza, sarà il più autorevole candidato, se non l’unico credibile, alla poltrona di direttore de “La Repubblica”.

DIRETTORI SI NASCE 2. / EZIO MAURO, SEMPRE SCHIVO, SI CONCEDE ALLE CURIOSITA’

Ezio Mauro

Il direttore de “La Repubblica” è un personaggio molto schivo, riservato, non fa vita mondana, accede a pochissimi salotti, il lavoro è il suo cult negli undici mesi in cui lavora, un vero stakanovista: l’unica concessione ai suoi piaceri è un viaggio nel mondo, durante le vacanze di agosto. Sorprende la comunità curiosa del mondo editoriale, dunque, che in pochi giorni Mauro abbia acconsentito a mettersi in vetrina. Dapprima con un’intervista, doverosamente lanciata in copertina, al mensile “Prima comunicazione”, una sorta non dico di bibbia o vangelo, ma quasi, degli addetti al lavoro – di qualsiasi livello – degli addetti all’editoria.  Poi ha concesso il bis in un’intervista a Lilli Gruber a “Otto e mezzo”. Curiosi come ho dichiarato che tutti siamo, ho raccolto qualche malizioso commento: forse Ezio sta nutrendo progetti di congedo, dopo la lunghissima direzione, forse si accinge a un altro incarico all’interno del gruppo (una vera e forte direzione editoriale, soprattutto incentrata sul futuro del web). Non so. A me Mauro è apparso in gran forma, forse un poco ingrassato (scusami Ezio e scusatemi tutti, dovrei stare zitto, per questo aspetto, dal mio pulpito), determinato nell’esporre sia in tivu i suoi giudizi politici, sia nell’intervista a “Prima” le sue intenzioni sulle prospettive del giornale che dirige, soprattutto sul versante del web. Tuttavia c’è qualcosa che non capisco, e chiederò lumi al mio amico Marco Benedetto, che del gruppo “L’Espresso – La Repubblica”  è stato per anni il dominus, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo e all’espansione della società editoriale che fa capo a Carlo De Benedetti. Marco del gruppo conosce non solo i galli, come Ezio, ma anche gli aspiranti al chicchirichì, i polli, i pollastri, le galline e i pulcini (colleghi, lo dico senza ironia: non solo ogni giornale, ogni partito – e voi siete considerati un giornale/partito – ma anche ogni grande azienda e ogni importante comunità è assimilabile a un pollaio). Il problema vero è se Marco, riservato quanto Ezio Mauro, vorrà farmi qualche confidenza, o no. Perciò lo stuzzico, qui!

cesare@lamescolanza.com

15.05.15