OGGI VI DICO CHE… QUEL CHE RESTA DEL GIORNO

“Non ci sarà mai notte così lunga da impedire al nuovo sole di sorgere.”
“Ero troppo occupato a servire, per capire quei discorsi.”
(Quel che resta del giorno, 1993, diretto da James Ivory)

ATTUALIZZANDO… QUEL CHE RESTA DELLA VISITA DI TRUMP

Come succede spesso in eventi simili, la visita di Donald Trump a Roma (meno di un giorno, diciannove ore) è stata sommersa da curiosità futili e ansie esagerate. Per fortuna non ci sono stati attentati, restano le futilità. Vediamole…

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IL PAPA, MELANIA, LA POTICA E LA PIZZA

Bergoglio ha un nipote acquisito, argentino ma di origini slovene. Ha chiesto in spagnolo a Melania: “Cosa gli dai da mangiare?”, indicando il presidente. “La Potica (pane dolce sloveno, con noci, ndr)?”. L’interprete ha tradotto male: semplicemente, cosa gli dai da mangiare, domanda bizzarra. Melania, sorpresa, ha risposto: “Sì, pizza”. Un no senso totale. E meno male che l’interprete non abbia capito “cotica”, popolarissima a Roma.

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IL VESTITO DI MELANIA

Velo, abito nero, ricoperto di pizzo: gambe un po’ scoperte. Tacchi a spillo.

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MELANIA AL BAMBIN GESU’

All’ospedale pediatrico la first lady ha parlato con i piccoli pazienti un po’ in italiano, un po’ in inglese. I bambini hanno regalato disegnini colorati. Selfie, foto di gruppo. Grande semplicità.

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TRUMP E GENTILONI

Ancora protagonista Melania, al di là delle chiacchiere al vento tra Donald e Paolo. Lei ha chiesto a Gentiloni in italiano “Ciao, come stai?”, e poi ha dato appuntamento a Emanuela, moglie del nostro premier, a Taormina. Dopo quel “Ciao” Trump ha voluto sottolineare che Melania parta sei lingue.

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LA GAFFE DI DONALD…

…è stata quella di non rendere omaggio, all’arrivo al Quirinale, alla bandiera italiana: neanche all’uscita dal colloquio con Sergio Mattarella.

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IVANKA CENA A “LE CAVE DI SANT’IGNAZIO”

A due passi dal Pantheon una saletta appartata. La proprietaria del locale, Luigina, aveva già ricevuto Bill Clinton, a suo tempo. Fastidio e curiosità per i clienti abituali del ristorante: l’isolato era bloccato dal servizio d’ordine. Il ristorante fa capo ai fratelli Aurora, Loretta, Luigina e Lorenzo. Lo hanno ereditato dai genitori, che lo avevano imposto ai tempi leggendari della Dolce Vita. Tra i clienti abituali Carmelo Bene e Walter Chiari. Addetto ai clienti speciali, sempre il cameriere Quinto. Con i due colombi c’erano dodici amici. Menù: antipasto misto della casa, bruschette al pomodoro, crocchette di riso e bufala, melanzana e zucchine gratinate, vignarola. A seguire tre assaggi di pasta alla romana, amatriciana, carbonara e cacio e pepe. Secondi di pesce: scampi e mazzancolle, spigole al forno. Dessert: tiramisù, sorbetti alla frutta e i sanpietrini di Sant’Ignazio, tipici biscotti alla ricotta e alla cioccolata. Sei bottiglie di Barolo del ’95. Invisibili ma efficienti, tutt’intorno, le guardie del corpo e gli artificieri con i cani al guinzaglio.

IVANKA E SAN CHIANAGLIA

Al ristorante Ivanka ha visto una grande fotografia di Giorgio Chinaglia, con lo sguardo rivolto al cielo, vicino ad un ritratto di Padre Pio. “Che santo è?” ha chiesto la fanciulla. A fatica, le hanno spiegato che si trattava di Long John, indimenticabile campione della Lazio.

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MYRTA, INCORREGIBILE, AL DI LA’ DELLA VISITA DI TRUMP

Vorrei avere un milione di euro (chi non li vorrebbe?) per ogni volta che Myrta Merlino, conduttrice de La 7, si è autocelebrata per una banalissima intervista che aveva fatto, al Salone di Torino, al ministro Marco Minniti. Dieci, quindici, venti volte? Vabbè, mi basterebbero centomila euro per ogni volta, un milione è troppo. Vogliamo fare mille euro e la chiudiamo lì? Resta il fatto della volgarità involontaria della meravigliosa Myrta, che aspira a diventare la regina dei salotti di Roma… Non ci si autocita, non è necessario invadere lo schermo per essere protagonista: non devi bere il the alla faccia nostra, non devi ridere con voce chioccia quando parli di argomenti drammatici, devi essere un cicinin più sobria e consapevole del tuo ruolo. Oppure è stato il ministro a chiederti di dare tutta questa fastidiosa pubblicizzazione del vostro incontro? È difficile crederlo. Minniti, infatti, è sobrio, educato, non dice mai una parola di più, o di meno, di quanto sia necessario.

AMARCORD\LA CALLAS E P.P.P.

Per gentile concessione di Maurizio Riccardi, Maria Callas (New York 1923 – Parigi 1977) e Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922 – Roma 1975), protagonisti di un chiacchieratissimo quanto impossibile amore.

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cesare@lamescolanza.com

26/05/2017