OGGI VI DICO CHE…  RICCARDO RUGGERI IN GRAN FORMA

“Il segno + # Per festeggiare il + 0,3% ho cenato con pane-burro-acciughe, il mio caviale”, “PIL # Il + 0,3% mi preoccupa, non il nostro, quello tedesco”, “Regionali # I presentabili dichiarano impresentabili quelli che hanno scelto, mentre costoro si dichiarano presentabili, sono innominati, seppur nominati.” “Berlusconi # Quando prendeva il 38% i voti si contavano, ora sceso al 4% si pesano.”  (Riccardo Ruggeri, Editore Grantorino).

ATTUALIZZANDO… AMICI DI “SOCRATE”, IMPORTANTE E’ RAGIONARE CON IL PROPRIO CERVELLO

Riccardo Ruggeri

Di Ruggeri ho parlato spesso, non c’è bisogno di presentarlo: mi affascina la sua mente libera, indipendente, la curiosità, di conseguenza la sua lunga vita, ricca di successi e soprattutto coerente con le azioni e le iniziative come manager e come imprenditore. In poche parole, è il personaggio ideale per figurare nel catalogo dei personaggi liberi di mente e sono sicuro che darà una mano importante al nostro movimento di opinione Socrate, a favore del merito e contro la rassegnazione e i pregiudizi. Su www.lamescolanza di oggi troverete una recensione, sentimentale ed entusiastica, di Stefania Miccolis al suo libro “Una storia operaia”. Le chicche citate qui sopra sono tratte da “Italia oggi”, dalla sua rubrica “Brioche e cappuccino”: sono quattro, una più divertente dell’altra, sono tratte da “Italia oggi”, l’utilissimo giornale diretto da Pier Luigi Magnaschi. L’energia di Riccardo è incredibile, mi ha appena annunciato che domenica 17, nella Sala Avorio del salone del libro di Torino, alle ore 15, del libro di Giorgio Dell’Arti, “I nuovi venuti”. Non potrò esserci, ma trasmetto l’invito agli amici torinesi e ai lettori interessati,  auguri a Dell’Arti (altro libero di mente!) e un evviva e un abbraccio a Ruggeri, in eccellente forma.

CATALOGO DEI LIBERI DI MENTE /  DEBBO ELIMINARE MASSIMO FINI

Massimo Fini

Dolorosamente – ma a lui, se lo conosco bene, farà piacere – devo depennare dal “mio” catalogo dei personaggi liberi di mente il nome di Massimo Fini, che è stato anche un mio carissimo ed è un moderno, intelligente pensatore (emarginato e censurato nel giornalismo, ma per fortuna trionfante come autore di saggi). Il motivo? Già avevo avuto un campanello di allarme quando, settimane fa, Max mi inviò una lettera delirante, scomposta, a seguito di una mia affettuosissima recensione alla sua autobiografia, “Una vita”. Ne ho già parlato, qui, e non voglio tornarci sopra. Ma non sarebbe stato né giusto né elegante depennarlo, in conseguenza di un mio risentimento personale. L’altro ieri, però, ho letto una sua intervista al “Giornale”, in cui con molte buone ragioni e altrettante immotivate ed espresse a capocchia, se la prende con l’universo mondo. E’ pieno di rabbia verso tutto e tutti, forse anche  verso se stesso. E va bene. Però non è libero di mente, è schiavo della “sua” mente, e questo può anche avere un aspetto positivo, per un pensatore in condizionabile. Ma nella sua invettiva si avverte un groviglio, non apprezzabile, di pregiudizi del tutto immotivabili. E questo non va bene, sia per la libertà di mente, sia per il nostro movimento “Socrate”, che si batte, sì, contro la rassegnazione (e Fini non si è mai rassegnato), ma anche contro futili e pretestuosi, anzi capricciosi, pregiudizi. In questo momento, in Italia, c’è più che mai bisogno di aggregazioni sapienti e intelligenti, non certo di continuare a torturarci e dividerci, per incomprensioni, antipatie, preconcetti, e quant’altro di velenoso si insinui nel nostro animo. Ho letto con interesse e piacere i libri di Fini e continuerò a leggerli. Gli consiglierei di scrivere, da par suo, un trattato contro le stupidaggini dei pregiudizi. Sarebbe, se scritto con umiltà, un capolavoro. Ma, nel frattempo, nel mio catalogo non ho spazio per lui.

BISIGNANI & MADRON / LA GUERRA TRA SIMONA BONAFE’ E L’ONNIPRESENTE BOSCHI

“I potenti al tempo di Renzi” copertina

Ho già parlato a lungo dell’ultimo libro della pregiata ditta Luigi Bisignani & Paolo Madron. E’ una miniera di indiscrezioni, retroscena, ma anche notizie, che fa onore, senza trucco e senza inganno, al titolo esplicito “I potenti al tempo di Renzi. Da Bergoglio a Mattarella.” Non solo sui grandissimi personaggi citati in copertina, ma anche su quelli emergenti, emersi, riemersi e a volte rapidamente abbattuti. Ecco uno scampolo, tratto dal ping pong di Luigi e Paolo. “Sono molto più divertenti (ndr, in precedenza i due informatissimi amiconi avevano parlato della Boschi e di Agnese Renzi), gli scontri tra le primedonne del renzismo. Per esempio la guerra tra Simona Bonafé e l’onnipresente Boschi”, sussurra Madron. E Bisignani, cin prontezza: “Specie quando capitava che si incrociassero nel camper alla conquista dell’Italia. Erta già tutta una lotta per ricevere le attenzioni del capo. Quella del camper, per inciso, era un’idea spiazzante del regista Brizzi. Ma il maghetto di quell’avventura fu un fotografo, Stefano Guindani, che, abituato a lavora nel mondo della moda, con il fotoritocco gli fece sparire la pancetta trasformandolo in un divo da copertina. Renzi lo benedice ancora oggi.” Mi consentite tre riflessioni? 1. Sbaglio o la pancetta del premier non è più facilmente nascondibile? 2. Nella profondità dei rapporti tra Agnese Renzi e “la Boschi”, come ormai tutti la chiamano, neanche Bisi e Mad si sono avventurati: che sia poco “divertente”, o no. 3. Mi permetto, da modesto creativo e amico, di suggerire a Bisignani e Madron un contenuto per il loro prossimo libro, o per qualsiasi altro scrittore politico che voglia raccogliere la mia ideuzza. Titolo: “L’eterna corte italiana”. Contenuto: qualche sapiente accenno alla prima parte del Novecento, Giolitti, Mussolini, ecc… Poi, un libro incentrato sui protagonisti (figure e figurine, maschietti ruffiani e ragazze in calore) delle varie cortigianerie che si muovevano all’interno dei potenti (non solo) politici: da De Gasperi a Fanfani, da Mattei a Cefis, da Leone ad Andreotti, da Craxi a De Mita, da Berlinguer a Cossiga,  da Agnelli a Berlusconi, e così via, tanti altri sono inseribili, fino a oggi. Se il libro uscirà, ne prenoto molte copie, da regalare ai giovani, perché sappiano e capiscano, e a qualche amico.

LA JUVENTUS E’ UNA “SQUADRA”, E QUESTO E’ UN VALORE UNIVERSALE

Juventus - Real Madrid

La Juventus arriva alla finale di Champions eliminando a sorpresa il Real Madrid, e incontrerà (sfavorita, ma non battuta in partenza) lo stratosferico Barcellona. E’ riuscita nell’impresa perché è una squadra. Merito dei vertici, dal giovane Agnelli a Marotta, dell’ottimo allenatore Allegri, ai giocatori, non solo bravi, ma di buon carattere: tutti, dai vertici all’ultimo giocatore, bravissimi nel fare una “squadra”. Essere una squadra è un valore universale, consente alla squadra (non solo nel calcio e nello sport) di conquistare successi impensabili. Mi limito al calcio, mia grande passione, per infliggervi i miei giudizi, e anche per spiegare ai calciofili ciò che voglio dire. La Juve è una (grande) squadra. La Roma non lo è più. La Lazio lo è. La Fiorentina a volte, con contraddizioni e sfortuna, lo è. Il Napoli non lo è. Il Genoa lo è, il Torino lo è, tutti e due hanno addirittura battuto la Juve, ora il Toro è sfinito, il Genoa spero di no. Il Milan non lo è affatto, l’Inter comincia a esserlo. L’Empoli lo è… Datemi i vostri pareri, qualche volta parliamo anche di calcio, dai. Nel 1982 vincemmo il mondiale perché eravamo una squadra, idem nel 2006. Nel 2010 abbiamo rimediata una figuraccia perché non eravamo una squadra, ma una formazione sgangherata nelle mani di un capo, Prandelli, l’opposto esatto di grandi condottieri come Bearzot e Lippi.

cesare@lamescolanza.com

14.05.15