RICORRENZE… NATI IL 23 MARZO

Franco Battiato, Piero Chiara, Corinne Clery, Joan Crawford, Andrea Dovizioso, Alain Elkann, Erich Fromm, Serena Grandi, Akira Kurosawa, Ugo Tognazzi, Henry John Woodcock
MORTI: Piero Martinetti, Stendhal, Elisabeth Taylor, Cino Tortorella

 

 

INDISCREZIONI, NOMINE, CANDIDATURE / ASMA E TUBERCOLOSI

Asmatici o tubercolotici celebri: «Keats, Chopin, Brontë caduta a trent’anni, Cechov, Kafka, Orwell e la Mansfield che cercò di curarsi all’Istituto per lo Sviluppo Armonioso dell’Uomo diretto da Gurdjieff, sottoponendosi a prove estreme fino all’ultima emottisi. Tubercolotico Gozzano che in versi leggeri racconta le sue visite, i medici che spiano “non so quali segni”, auscultandogli “il petto davanti e di dietro” e sentendo “chissà quali tarli i vecchi saputi”. Grande asmatico Proust, il primo attacco a nove anni passeggiando per il Bois de Boulogne, defunto per polmonite poco dopo i cinquanta e ritratto da Man Ray sul letto di morte: “chi ha visto questo profilo di calma”, scriverà Cocteau, “non dimenticherà mai lo spettacolo di un incredibile dispositivo di registrazione che si è fermato, diventando un oggetto d’arte” [Lingardi, Domenicale].

OGGI VI DICO… L’EREDITÀ

“Se della virtù ti farai un modello e ti pregerai delle azioni eccellenti, non avrai invidia dei principi e dei signori: perché il sangue si eredita e la virtù si acquista: e questa basta da per sé sola, ciò che non può dirsi della nobiltà.” (Miguel De Cervantes)

“Un’eredità mi ha lasciato mio padre… Mi ha lasciato la luna e il sole; e anche girando tutto il mondo non riuscirò mai a spenderla.” (Ernest Hemingway)

“Perché li uomini dimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio.”
(Nicolò Machiavelli)

“Ricchi è meglio diventare che nascere perché la ricchezza accumulata dura più a lungo di quella ereditata.” (Roberto Gervaso)

“È bello essere poveri anche perché quando ti avvicini ai settant’anni i tuoi figli non cercano di dichiararti insano di mente per prendere il controllo delle tue proprietà.” (Woody Allen)

SORRISI, SMORFIE, LACRIME… PETROLINI

«Che vergogna, morire a cinquant’anni» (Petrolini sul letto di morte) [Franco Monicelli, “Il tempo dei buoni amici”, Bompiani, Milano 1975].

 

 

 

 

 

ATTUALIZZANDO… L’EREDITÀ AI GATTI

Amanda Lear lascia la sua intera eredità a dieci gatti. Sincera? O è solo una provocazione? Sulle eredità, si leggono spesso notizie assolutamente stupefacenti. Prendo spunto oggi dall’ultima: protagonista Amanda Lear, pseudonimo di Amanda Tapp (Saigon oppure Hong Kong, non si sa, 18 giugno 1939), che ha rivelato in un’intervista a ‘Oggi’: “Ho scritto il mio testamento e ho lasciato tutto il mio patrimonio ai miei gatti. Ne ho dieci, li amo più di ogni altra cosa e loro amano me… I miei gatti mi hanno salvato, sono stati i migliori medici per me, per questo ho deciso che sono gli unici meritevoli della mia eredità. I miei soldi andranno a una fondazione che ha l’unico scopo di occuparsi dei miei gatti quando non ci sarò più. D’altra parte, devo però aggiungere che amo spendere, ed è possibile che al momento della mia morte non ci sarà più molto. Ma si potranno vendere la mia casa, i miei quadri».

AMANDA LEAR, LIBERA DI MENTE

Troppo facile fare moralismo con i soldi degli altri, quindi mi astengo, e per di più adoro anch’io gli animali domestici, e senza riserve cani e gatti. Tuttavia mi sia consentito dire che si potrebbe trovare un compromesso: una certa somma per i nostri amatissimi animali, ma anche qualcos’altro – in vita! – per beneficenza e solidarietà. In questi giorni, esempio immediato, donazioni agli ospedali.
Ma non mi sembra opportuno entrare nel merito delle decisioni della signora Amanda, anzi mi dichiaro suo ammiratore, da molto tempo. Per la libertà di mente e la schiettezza.

LA MUSA DI SALVADOR DALÌ (IMPOTENTE)

È noto ad esempio che fu la musa ispiratrice di Salvador Dalì, per sedici anni, con una storia d’amore particolare (c’erano quarant’anni di differenza).
Alcuni lustri dopo la morte dell’artista, rivelò: “Non aveva vita sessuale. Le sue passioni erano solo cerebrali. Mi diceva che in vita sua mai aveva penetrato una donna“. E aggiunse ciò che aveva imparato da Dalì: “La pubblicità. Era un genio nel far parlare di lui, inventava cose pazzesche.
L’arte della provocazione fatta persona”. Senza malizia, possiamo dunque escludere che la dichiarazione sull’eredità ai gatti sia stata una pura provocazione?

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