OGGI VI DICO CHE… SONO SOLO CANZONETTE?

“Il talento, è l’audacia, lo spirito libero, le idee ampie”
(Anton Cechov)

“L’artista è nulla senza il talento, ma il talento è nulla senza lavoro”
(Émile Zola)

“Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire; il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere”
(Arthur Schopenhauer)

“Fare agevolmente ciò che riesce difficile agli altri, ecco il talento; fare ciò che riesce impossibile al talento, ecco il genio”
(Henri Frédéric Amiel)

“Tutto il talento di certi uomini si riduce all’arte di far credere che hanno tutti quei talenti che non hanno”
(Giovanni Papini)

ATTUALIZZANDO… RIFLESSIONE SUGLI AUGURI BANALI

Ecco, non è semplice definire cosa sia il talento, con esempi precisi. Provateci, se volete, e sappiatemi dire! Sabato ho compiuto 75 anni: tra tanti auguri convenzionali, prevedibili (diciamolo: un po’ banali) mi sono piaciuti quelli incentrati, casualmente, proprio su questo argomento. Mi ha detto un amico: “Ti auguro di vivere a lungo e di continuare ad esprimere il tuo talento!” La mia risposta: “Esagerato. Non ho talento e per di più sono certo che tu non sappia neanche di cosa stiamo parlando”. E lui, piccato: “Dimmelo allora tu!”

LA FACCIA TRISTE DELL’AMERICA

E io: “Non saprei definirlo. Ma qualcosa posso dirti: ad esempio, quando sento Enzo Jannacci che, invece di dire una sciocchezza qualsiasi, canta – Messico e nuvole / la faccia triste dell’America / Il vento suona la sua armonica / che voglia di piangere ho… – mi commuovo, quello è talento puro.” Il mio amico mi è sembrato sorpreso: “Ma perché una canzonetta? E la Gioconda o i colli lunghi di Modigliani?”

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MACAIA, SCIMMIA DI LUCE E DI FOLLIA

“Quella è arte pura: talento infinitamente superiore. Altra e alta cosa! Le canzonette di solito propongono parole stupide, ripetitive, proprio come gli auguri, convenzionali. Ma, ogni tanto, ecco che arriva un lampo di talento. Ed è piacevole ascoltarlo, coglierlo: è un colpo emozionante al cuore.” Lui, pensoso: “Addirittura! Fammi un altro esempio…” “Facile! Quando Paolo Conte canta Genova per noi, e grida – Macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea e fantasia – quello è talento! Talento vero, di Conte, e di chi ha scritto con lui quelle parole!”

IL BAOBAB IN GIARDINO

Gli ho spiegato: “Ho scritto centinaia di cose su Genova, la mia città adottiva, ma mai mi è venuta in mente un’immagine così struggente… Pazza, unica, definitiva. Sulla macaia. Perché il talento che mi attribuisci… ti ringrazio, ma io non ce l’ho. Lo riconosco, il talento, ma non ne ho. “Da lì è partito un lungo excursus sulle canzonette e parole memorabili, di ogni epoca. E ho definitivamente convinto il mio amico quando ho citato di nuovo Paolo Conte, in Azzurro – Cerco un po’ d’Africa in giardino, tra l’oleandro e il baobab, stanno innaffiando le tue rose, non c’è il leone chissà dov’è – ”

NON C’È IL LEONE, CHISSÀ DOV’È

“Il baobab, capisci! Lo abbiamo mai cercato, tu lo hai mai cercato il baobab, cioè la felicità, in giardino? E il leone, chissà dov’è il leone? Grazie a Conte e al suo paroliere, ora possiamo trovarlo, il baobab, quando vogliamo! E immaginare dove sia il leone…” E sono attimi, ahimè fuggenti, di felicità.
Forse la mia divagazione vi sembra strampalata? Ma quanti auguri avete ricevuto, nella vostra vita? Migliaia, milioni? Comunque, sono certo pochissimi quelli che, per il linguaggio e il contenuto, vi sono rimasti in cuore. E quante decine di canzoni vi piacciono? Però, di certo sono pochissimi i versi dei parolieri e dei cantautori – i poeti di oggi – che vi hanno turbato, per la loro diversità, e vi hanno regalato attimi indimenticabili di meraviglia, emozione, con un momento di felicità.

cesare@lamescolanza.com

10/07/2017