OGGI VI DICO CHE… IL PREMIO NOBEL

“Il mondo si divide tra persone che realizzano le cose e persone che ne prendono il merito” (Dwight Morrow, uomo d’affari e politico americano)
“La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli.” (Aristotele)
“Merito. Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende.” (Ambrose Bierce, scrittore e giornalista statunitense)
“Il mondo ricompenserà più spesso le apparenze del merito, che non il merito vero” (François de La Rochefoucauld)

ATTUALIZZANDO…VILLAGGIO MERITAVA IL NOBEL

La fama di Paolo Villaggio resterà a lungo apprezzata nella storia dello spettacolo e anche della letteratura. Scrivo di Paolo da buon ultimo (o pessimo tra gli ultimi) per un motivo preciso: il dolore è stato troppo forte – benché fosse una morte annunciata – e avevo paura di esprimermi in modo lacrimoso, patetico. Come a lui sarebbe certo dispiaciuto. È passato qualche giorno, mi permetto ora di aggiungere un paio di riflessioni alle celebrazioni che (giustamente) gli sono state dedicate. La prima è che avrebbe meritato il premio Nobel.

GRAZIA DELEDDA, SALVATORE QUASIMODO, DARIO FO…

Ammetto che certe designazioni del grande premio svedese mi fanno venire l’orticaria. Forse esagero, ma trovo insopportabile che Grazia Deledda sia stata premiata prima di Luigi Pirandello, o Eugenio Montale dopo Salvatore Quasimodo. E che il Nobel sia stato attribuito a Dario Fo e non a Totò o a Paolo Villaggio.

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TOTÒ, PAOLO…

Totò, a parte la grandezza comica, ha scritto un capolavoro assoluto, di valore universale, “A livella”, che da solo vale dieci o forse cento volte più delle provocazioni, in noiosa salsa politica, di Dario Fo. Villaggio ha inventato una maschera – il perdente, lo sfigato – esistente, e riconoscibile, in ogni Paese del mondo. Una figura eterna e immortale.

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VILLAGGIO, PROFONDAMENTE BUONO…

Aggiungo che con Paolo non avevo un assiduo rapporto di incontri, cene, scherzi: ci vedevamo nelle trasmissioni televisive e qualche volta ci incontravamo, anche per caso, in un bel caffè di Roma, Amelie, in piazza Verbano. Come molti hanno scritto, era un uomo profondamente buono, generoso. Gli ero simpatico, mi voleva bene.

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QUINDICI ANNI DOPO…

Quindici anni fa – quindici! – mi diceva, con evidente sincerità: “Io ormai sto per morire, ma tu sei più giovane, controlla la carotide, le coronarie… E sappi che hanno inventato un aggeggio per respirare bene, la notte!” Lo diceva con trasporto. Se n’è andato, ma ha vissuto ancora quindici anni. E io resisto, ma gli amici scompaiono uno dietro l’altro, mi sento un sopravvissuto.

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I MIEI PREMI NOBEL PERSONALI / FIAMMETTA JORI…

A Paolo – buono nell’animo e cattivo per divertimento – piaceva che io, scontento delle cazzate del premio Nobel di Stoccolma, designassi i miei Nobel personali. Un’infinità, anche con qualche suo suggerimento personale. La più resistente: la poetessa Fiammetta Jori, mio Nobel per la poesia. Ma negli ultimi giorni l’ho detronizzata (questo è anche il piacere delle designazioni personali) e oggi, irritato per le sue distrazioni, ve la propongo come Premio per la poesia di Fiumicino.

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… E ELISABETTA NEUHOFF

Ho ricevuto questa lettera dalla signora Elisabetta Neuhoff, che avevamo (frettolosamente?) inserito tra le quindici donne più meritevoli nel settore della comunicazione: “Più fumo che arrosto??! Inutilmente velenoso. Comunque lavoriamo per un sacco di altri clienti da banca d’italia a Generali, ma sarà senz’altro solo fortuna senza nessun merito…”
Rispondo: potrei obiettare che sulla Neuhoff abbiamo espresso giudizi lusinghieri, con un voto più che soddisfacente, 6 e 1/2; e che il nostro tentativo è quello di essere oggettivi, quindi abbiamo ricordato anche che alcuni suoi colleghi, non meno noti ed esperti, di lei dicono che ci sia più fumo che arrosto… Potrei anche aggiungere che Elisabetta attrae i complimenti che spetterebbero a chi, nella sua agenzia, lavora sodo e in modo oscuro. Potrei. Ma non lo faccio. Da sempre sono affamato di tormentoni. Perciò la nomino con entusiasmo mio Nobel personale! In quale categoria? Scegliete voi, io ne ho individuato quattro, neanche previste a Stoccolma. 1. Ambizione. 2. Alta considerazione di se stessa. 3. Permalosità. 4. Esagerata aspettativa di soli complimenti. Mi dispiace che Paolo Villaggio non mi assista. Sono certo che sì rivolgerebbe alla Neuhoff chiamandola “Scusi, eccellenza…“, prima di sedersi umilmente, nel suo studio, su una poltrona (ovviamente di pelle umana).

cesare@lamescolanza.com

07/07/2017