OGGI VI DICO CHE… NAPOLITANO DIXIT

«Il Badante Emerito della Repubblica, Giorgio I e II di Borbone, che da sempre considera noi italiani un popolo immaturo (e pure gli inglesi) perché non votiamo mai secondo le sue indicazioni, infatti del nostro voto se n’è sempre infischiato, ha voluto impartirci ieri una lezioncina su come comportarci al referendum costituzionale… “Sulle riforme mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni”. Prendiamo buona nota, ansiosi di sapere chi mai gli abbia prescritto di spaccarsi la testa per mandare al macero la Carta su cui ha giurato addirittura due volte, e speranzosi che anche stavolta dalle urne esca il risultato opposto ai suoi emeriti auspici» (Marco Travaglio, “Il Fatto Quotidiano”, 6 luglio 2016).

ATTUALIZZANDO… REFERENDUM? CONCORDO CON TRAVAGLIO

travaglioIl sarcasmo corrosivo di Marco Travaglio è inimitabile, nel giornalismo di oggi. Che io sia d’accordo o no, comunque “Il Fatto” (come “Il Foglio”, su versanti politicamente opposti), rappresenta per me ogni mattina una boccata d’aria fresca, pulita, prima di sottopormi al supplizio, con poche sorprese, della lettura degli altri quotidiani. Avevo simpatia per Napolitano, consideravo una sola macchia nera nella sua carriera, il suo atteggiamento filo sovietico nel ’56, quando l’Ungheria fu invasa dai carri armati di Mosca. (Su questo sentimento, ero influenzato dal mio debutto nel giornalismo che fu proprio allora, quando avevo 14 anni, con la pubblicazione di una lettera, utilizzata come un articolo con grande rilievo, su un quotidiano genovese). Poi sono rimasto prima sorpreso, infine sgomento e meravigliato, di fronte agli anni di imperio del due volte presidente della Repubblica, che ha gestito il suo ruolo con inaccettabile prepotenza, di fatto infischiandosi dei diritti di democrazia che spettavano a noi tutti, umili cittadini. E penso che la lunga imposizione agli italiani di governi scelti e voluti da Napolitano, senza concederci il sacrosanto diritto di votare, sia una delle fondamentali ragioni per cui la stragrande maggioranza degli italiani si è allontanata da un pur minimo rispetto verso la politica.

E TUTTAVIA PER FORTUNA IL MONDO VA AVANTI…

Angelino Alfano…nonostante la Brexit. Nonostante il terrorismo sulle banche (perfino il Monte dei Paschi si è ripreso). Nonostante il catastrofismo su ogni problema di rilievo popolare, piccolo o grande che sia. Nonostante si continui a parlare di referendum e di problemi lontani dalle angustie quotidiane – in primis crisi economica e disoccupazione – che affliggono gli italiani. Nonostante le scandalose pressioni, malizie e critiche che piovono da ogni parte sulla Raggi, considerata incapace di formare una giunta di assessori per guidare Roma. Nonostante Obama insista a suggerire un voto per Hillary Clinton, assolta dalla FBI. (Mi auguro che vinca Trump e state sicuri che non ci sarà alcun trauma). La vita continua: è il concetto consolatorio a cui molti astutamente si aggrappano, ad esempio Alfano che si infischia dell’indignazione diffusa e delle polemiche per la sua raccomandazione sfacciata per assicurare l’assunzione alle Poste di un fratellino… vero è che le intercettazioni e i conseguenti sputtanamenti sono inaccettabili, ma ci piacerebbe un pur minimo rispetto del merito e della correttezza formale da parte di chi ci governa.

“L’ESPRESSO” CAMBIA, DA VICINANZA A CERNO

vicinanza  -cernoAbbiamo appreso la sostituzione del direttore de “L’Espresso”, il bravo ed esperto Luigi Vicinanza, al timone da due anni. Arriva Tommaso Cerno, direttore del “Messaggero Veneto”, 41 anni: non lo conosco, ma l’ho seguito spesso in televisione, credo che sia molto bravo, con una forte personalità. Non è la cosa più opportuna da dire, quando si fanno i complimenti e gli auguri, ma sapete bene che non mi piacciono i formalismi, quindi bisogna aggiungere che dirigere un settimanale oggi è un’impresa impervia. Al di là dei meriti. Vicinanza faceva un giornale di qualità, Cerno certamente imporrà fantasia ed energia, il punto è che il mercato è sempre più avaro, per diffusione e pubblicità, nei confronti dei news-magazine che una volta trionfavano. Le decine di canali televisivi, il mondo variegatissimo introdotto da Internet, hanno logorato la formula. Sono molto scettico sul futuro dei quotidiani, che diventeranno via via fogli di opinioni, a danno delle notizie: è assurdo, come si è visto anche di recente per Dacca, che vengano confezionate decine di pagine per eventi “consumati” dalla tv e dal web. Per i giornali quotidiani le notizie sono tuttora un obbligo. Per i settimanali, una speranza ci sarebbe: non c’è alcun obbligo, il settimanale ha il diritto-dovere di scegliere, ma non è facile trovare spazi e idee di fronte alle cascate, in stile Niagara, da cui siamo raggiunti ogni giorno, nel settore dell’informazione. Infine, c’è un aspetto politico: Vicinanza non era affatto “renziano”, ma anche Cerno non lo è. E, all’interno de “L’Espresso”, a cominciare da Damilano, c’erano molte valide candidature per la direzione. Vicinanza, gentleman vecchio stampo, non è tipo di confidenze. Ma qualcosa si capirà.

E “REPUBBLICA”? UN PIZZICO DI GOSSIP SU CALABRESI E MAURO

ezio mauro mario calabresiGià che ci siamo, qualche parola che mi arriva da amici e conoscenti sul nuovo corso a “La Repubblica”, dopo la designazione di Mario Calabresi al posto di Ezio Mauro (volontariamente) dimissionario. Ahimè, si dice che Calabresi stia confermando una sua caratteristica fisiologica, chiacchierata e comunque non apprezzata, specialmente in confronto al rigore di Mauro – che non si allontanava mai, o quasi, dalla redazione. E di cosa si tratta? Come già succedeva a “La Stampa”, Calabresi ama viaggiare, è curioso, partecipa a eventi, non rifiuta facilmente inviti a questa o quella manifestazione. Insomma, nel giornale non è presente, come forse editore e giornalisti gradirebbero. E solo adesso sta perfezionando la struttura dei suoi diretti collaboratori. Ezio Mauro? Dicono che sia un uomo totalmente diverso, rispetto alla sua ventennale direzione. Era schivo, riservato, avaro di parole, poco affabile: oggi è sempre sorridente, indulge alle chiacchiere con gli interlocutori, la sua simpatia e popolarità sono aumentate. Un punto critico? Forse proprio perché ha maggior tempo a disposizione, Mauro scrive articoli indubbiamente eccellenti (ad esempio, oggi, sul processo a Nuzzi e Fittipaldi in Vaticano, con somiglianze che evocano i tribunali sovietici), ma sono saggi alluvionali, di lunghezza simil scalfaresca, degni di riviste di studi, più che della freschezza e dell’agilità dovute a un giornale quotidiano. Ammetto, con rispetto, che Mauro, a fronte di un Ernesto Galli della Loggia, ugualmente torrentizio sul “Corriere della Sera”, espone riflessioni e ragionamenti che meritano attenzione (posto che si riesca ad arrivare alla fine del pezzo).

RAI / RITORNO AL FUTURO? NO, AL PASSATO

pippo-baudoE adesso sappiamo che Pippo Baudo sarà il dominus dell’ennesima edizione di “Domenica In”! Non bastavano Raffaella Carrà, Santoro e tanti altri, già dileggiati da Vittorio Feltri in prima pagina su “Libero”, la Rai si “rinnova” anche con il mitico ottuagenario Pippo. Grande, ineffabile è l’Ortolano, così il partito storico e immortale di dirigenti e funzionari di viale Mazzini chiama Antonio Campo Dall’Orto. Dicono che sa scegliere i suoi frutti, ma non fa attenzione alle scadenze. Quando finalmente uscirà il mio dizionario sui personaggi per la Rai, vi assicuro che sarà impreziosito da queste, e tante altre, incredibili vicende.

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06.07.2016