OGGI VI DICO CHE… LA LINGUA MADRE DI MARCEL PROUST

“…Il giovane Marcel si mette a tradurre il sommo critico inglese, l’eminente  filosofo dell’arte John Ruskin. Sette anni di traduzione. Proust conosce assai poco l’inglese. Allora, di notte, sua madre redige una prima bozza – il suo inglese era eccellente – e gliela infila sotto la porta. E cosa ci dice il giovane Marcel? “L’inglese è la mia lingua madre”.  Come insegnamento è importante. Io non credo alle lingue madri. In Svezia occidentale e in Finlandia si parlano due lingue sin dalla nascita, completamente diverse e parecchio difficili. In Friuli usano tre lingue: il romancio, l’italiano e il tedesco austriaco. Esiste moltissima gente nata con più lingue. Il pretesto naturale monoglottismo è un’enorme esagerazione.” (George Steiner, “La passione per l’assoluto. Conversazione con Laure Adler ”. Garzanti, prima edizione aprile 2015).

ATTUALIZZANDO…. ITALIANO AMORE MIO

loieroNon conoscevo questo libro di Steiner: Garzanti – credo – li ha pubblicati tutti, sono diciannove e chiedo scusa se mi sbaglio. Steiner, nato a Parigi nel 1929 e professore in alcune tra le più prestigiose università del mondo,  da molti è considerato il più importante e colto intellettuale dei nostri giorni. Quest’ultimo suo libro mi è stato regalato da un personaggio politico atipico, Agazio Loiero, che mi è molto caro: la nostra amicizia, a causa del caratteraccio di tutti e due (siamo calabresi), è stata tormentata ma mai violata da varie incomprensioni, poi i sentimenti e il comune sentire hanno prevalso sulle futilità. Loiero mi piace perché l’intelligenza, la sensibilità e l’amore per la cultura e la riflessione sono prioritarie, rispetto al gusto del potere e all’arte della politica. Non a caso, Agazio fu scoperto e lanciato da Luigi Firpo, alcuni lustri fa, quando era un peone sconosciuto. Firpo scrisse di lui in maniera entusiastica su “La Stampa” e tutto il mondo politico si chiese chi mai fosse questo giovane parlamentare; e da lì per Loiero nacque una carriera straordinaria. Assicuro a lui e a tutti che mi butterò su Steiner nel week end, come se fosse – con questo caldo – una bibita piacevole, ghiacciata: il desiderio di sapienza è superiore all’afa. Torno al tema principale. Nel mio piccolo, concordo con l’esimio professor George. Sono nato in Calabria e sono stato educato in calabrese. Poi ho vissuto a Genova e ho scoperto – belìn! – il meraviglioso linguaggio genovese. Ma qual è la lingua madre? Direi l’italiano, che adoro, ma non sono sicuro: lo difendo dagli inglesismi e dalle frasi fatte, ma sgarro spesso, goduriosamente, e rispondo così a mia moglie, quando mi fa notare una certa disinvoltura nell’uso del congiuntivo e di certi neologismi: “La lingua si trasforma di continuo grazie al parlato, o vorresti che continuassimo a esprimerci come Gassman nell’Armata Brancaleone?”

CORSERA/NAGEL: VORREI CHE TU, DELLA VALLE, E JAKI…

NagelCome si arrivò a una maggioranza degli azionisti di Rcs storicamente divisi e alla nomina di Luciano Fontana come direttore del Corriere e successore di Ferruccio de Bortoli? Il merito fu di Alberto Nagel: riuscì a convincere John Elkann e Diego della Valle ad incontrarsi finalmente(da molto tempo i due non si parlavano). Incontro in casa di Della Valle e Jaki spiazzò Della Valle: “Sceglilo tu, il direttore del Corriere della Sera! A me non interessa, purchè ci sia un consenso a maggioranza”. Della Valle replicò imbarazzato: “ Ma no, scegliamolo insieme…” In precedenza, secondo i giornali DDV si era speso a favore di Orfeo, direttore del Tg1, poi aveva smentito. Elkann e Della Valle decisero di valutare la possibilità di una soluzione interna e diedero mandato a  Maurizio Costa, presidente di Rcs di consultare Fontana. Il colloquio con il “vice” di De Bortoli durò 36 ore, poco meno, e alla fine Costa disse che la candidatura avrebbe superato il voto del cda: così avvenne, all’unanimità. Così, fu sancita la pace tra i due maggiori azionisti di Rcs: ora Fontana è considerato, ed egli stesso lo dice, un direttore di transizione. Ma la storia, in ogni settore, è piena di personaggi considerati transitori, che poi ebbero lunghissima vita.

MAURO MASI/INTERNET CI RENDE PIU’ STUPIDI?

Mauro-MasiPubblicato da “Milano finanza”,mi arriva questo prezioso librino firmato da Mauro Masi, ex direttore generale della Rai e oggi dominus alla Consap. E’ la raccolta degli articoli di Masi su “Milano finanza” e su “Italia oggi”, incentrati sugli sviluppi e le implicazioni della Rete sul copyright, sul diritto di autore e soprattutto sulla vita di tutti noi. Vi consiglio di acquistarlo, o in qualche modo, di entrarne in possesso. Imparerete molte cose, su Internet. Masi svolge le sue riflessioni ed elaborazioni partendo dalla domanda: Internet è un bene o è un male? Grazie alla sua oggettività potremo raggiungere una ”nostra” idea sull’argomento. E, come dicevo, imparare molto. Ad esempio, scrive Masi, internet non è nato, come cinguetta il politically correct, per nobili motivi di condivisione di studio, tra istituti universitari americani. Ma per motivi militari. Alla radice del web c’è, infatti, Arpanet: un network costruito alla fine degli anni cinquanta dal ministero della difesa USA, che riprendeva alcune idee elaborate da un ricercatore, Paul Baran. L’idea era semplice: creare un sistema per far circolare informazioni, a tutto campo, in grado di sopravvivere a un attacco nucleare. Dopo quasi sessanta anni, Internet fa parte della vita di tutti noi.

SOCRATE DEPLORA ANCORA MARINO/

NON RISPONDE E NON SI DIMETTE

socrateIl nostro movimento di opinione a sostegno del merito, “Socrate”, ha sollecitato Ignazio Marino, sindaco di Roma, a prendere finalmente un’iniziativa per eliminare la sporcizia che mortifica le strade e i monumenti, i parchi e i giardini della Capitale. L’ inaffabile sindaco non solo non fa nulla né in questo settore né in tutti gli altri della vita civica dei romani, ma neanche si prende la briga di rispondere! Intanto circola la ridicola e strumentale riflessione politica, secondo cui Marino non dovrebbe dimettersi in quanto risulterebbe onesto, non travolto dagli scandali e dagli arresti che devastano la sua giunta. Ma che discorso è? Lo sostiene il Pd che non aveva mai sostenuto Marino, per evitare un flop del partito. Ma l’onestà dovrebbe essere un requisito prioritario, scontato per chi amministra e fa politica. E Marino, anche se personalmente onesto, dovrebbe dimettersi: per evidente inettitudine. Per educazione, dovrebbe anche degnarsi di dare risposte alle proteste e alle esigenze dei suoi concittadini.

PAGELLE E CLASSIFICHE/BENE ELISABETTA NEUHOFF 

NeuhoffOgni giorno sui nostri siti (la Mescolanza, l’Attimo Fuggente..)ci sono gli aggiornamenti, per quanto riguarda le pagelle, i giudizi, le valutazioni della classe dirigente italiana(questa è l’identità della nostra linea editoriale). Tra gli altri, oggi, aggiornamenti su alcuni banchieri e su alcuni comunicatori. In particolare una new entry: Elisabetta Neuhoff amministratore unico di Close to Media. Laureata in Giurisprudenza, dopo esperienze importanti con Aldo Chiappe, Waste Management e Moby Lines, Elisabetta nel 2001 fondò la sua agenzia, che oggi svolge un’importante attività nel settore, con clienti prestigiosi, a cominciare da Giuseppe Recchi, presidente di Telecom, di cui la Neuhoff è consulente e addetta stampa. Consideriamo apprezzabile la figura di questa comunicatrice perché è noto che, nella sua attività, è arrivata a rifiutare incarichi da persone che non le piacevano, nonostante allettanti offerte economiche. Voto: 7.

MARCO TRONCHETTI PROVERA, ASSOLTO DOPO DIECI ANNI

tronchetti-proveraAbbiamo espresso, tempo fa, la nostra stima per Tronchetti Provera perché aveva deciso di rifiutare la prescrizione di un processo, in cui risultava imputato. Un evento insolito per politici e imprenditori, ben felici di cavarsela, sia pure per il rotto della cuffia. Ora, a conclusione dell’inchiesta sui dossieraggi illegali e sullo spionaggio del Tiger Team di Giuliano Tavaroli, Tronchetti è stato assolto anche nell’ultimo processo che lo vedeva coinvolto. Ma sono passati dieci anni! Lode a Marco Tronchetti Provera, ma ancora critiche, forti critiche, sul sistema della giustizia italiana. E’ possibile che in un paese civile si debba aspettare dieci anni prima di avere giustizia? Quando riusciremo a dire basta a questo incivile tritacarne? I politici – tutti i politici, di tutti i partiti- dovrebbero attivarsi per riformare la giustizia, almeno in questo senso. A meno che a molti, alla maggioranza, non faccia comodo quella comoda soluzione che Tronchetti ha rifiutato: la prescrizione.

cesare@lamescolanza.com Si pregano tutti i lettori, in particolare quelli desiderosi di aderire al movimento di opinione “Socrate”a sostegno del merito e contro la rassegnazione e i pregiudizi, di scrivere a questo indirizzo: Lanza risponderà privatamente o pubblicamente, qui. Con le adesioni aggiungete nome e cognome, città di abitazione, se possibile età e lavoro, ogni riferimento utile per le comunicazioni. La privacy sarà rispettata per tutti.

12.06.15