I PRIMI 25 COMUNICATORI, BUONE VACANZE

collage immagini comunicatoriCon consapevole presunzione, nel senso che qui ve la infliggo e mai la negherò, mi è venuta questa idea prefestiva: augurandovi buone vacanze, pubblicheremo periodicamente una classifica – in ordine di merito, a nostro sommesso giudizio – dei migliori comunicatori. Cominciamo oggi, avvertendo che nella graduatoria non sono compresi i comunicatori impegnati in ruoli politici.
Ecco qui ai primi due posti 1: Gianluca Comin e, a pari merito, Luigi Bisignani. Sono due atipici, autori di due diversi exploit. Comin ha lasciato l’Enel, si è messo in proprio e in pochi mesi ha sfondato: molti clienti, molto onore, indiscutibile successo. Bisignani, discusso come consulente e uomo ombra negli affari, apprezzato e temuto, ha ribaltato la sua immagine, pubblicando libri e scrivendo opinioni su “Il Tempo”. I suoi articoli, ad esempio, quelli con una linea perfidamente anti renziana, vanno studiati con attenzione.
3: Paolo Bruschi, in crescita folgorante alle Poste. 4: Luigi Vianello, che appartiene alla vecchia scuola, oggi in Salini e dominus (anaffettivo) a livello internazionale. 5: Marco Bardazzi. Scostante, insopportabile nelle relazioni, ma la sua operazione sul web anti – Reporter è un capolavoro tecnico di astuzia. Una domanda: perché non ha utilizzato il twitter aziendale, anziché il suo personale (che ha ovviamente centuplicato i riferimenti)? 6: Andrea Cornelli: un autentico cervello, titolare di un’agenzia con un centinaio di dipendenti, quasi tutte donne. Misurato, sobrio. 7: Vittorio Meloni: gran professionista, in Banca Intesa. 8: Maurizio Abet, idem, al fianco di Tronchetti Provera. A seguire un plotone femminile: 9 Costanza Esclapon, ricercatissima, dopo la Rai ancora libera sul mercato; 10 Elisabetta Neuhoff; 11 Lorenza Pigozzi, che si sta battendo eroicamente per coprire la sconfitta di Mediobanca di fronte a Cairo, per la pratica Rcs; 12 Giuliana Paoletti; 13 Patrizia Rutigliano; 14 Carlotta Ventura. 15: Stefano Mignanego, old english style con lampi di umanità. 16: Simone Cantagallo, un professionista che tutte le aziende vorrebbero avere. 17: Maurizio Beretta, ai confini della realtà, mantiene il doppio incarico Unicredit e Lega Calcio. 18: Vincenzo Galimi. Estroso, a tutela del momentaccio di Deutsche Bank. 19: Piero Di Primio. 20: Mario Avagliano. 21: Stefano Porro. A seguire ancora due signore: 22 Cecilia Ferranti e 23 Karla Otto. Infine, 24 Federico Fabretti: molto ubbidiente, evidenti a tutti le difficoltà di gestire un tipino come Mauro Moretti. 25: Giuseppe Lasco.
Fuori graduatoria, i “suggeritori”, con incarichi ben al di sopra della comunicazione: Mauro Crippa di Mediaset, Fabio Corsico al fianco di Franco Gaetano Caltagirone; Stefano Lucchini, ex Eni, ora dirigente di Banca Intesa.

BOLDRINI / DAGLI AMICI MI GUARDI DIO…

salviniNon dico che Salvini sia un mio amico, chi li frequenta i politici? Però, contro corrente, mi è simpatico, lo stimo proprio per la ruvida schiettezza con cui si esprime (molti mi hanno detto che, in privato, è timidissimo). E ora, cosa mi combina il giovane e ambizioso leader della Lega? Il peggio possibile. Mi obbliga a difendere la signora Laura Boldrini – in vetta alla classifica delle persone che detesto – dal suo sguaiato insulto: non lo definirò sessista, non mi confondo nelle polemiche caratterizzate da questo tipo di fazioni, è un insulto volgare, volgarissimo, e basta. Salvini caro, se stabilisci i confini della tua istintiva schiettezza prima di arrivare a insulti e volgarità, crescerai giorno per giorno e avrai il consenso di quelli che la pensano come te. Se vai oltre, come in questo caso, costringerai anche chi ti apprezza, come me, a difendere personaggi altrimenti indifendibili, come la presidentessa della Camera, sui quali potremmo – senza insulti – esercitarci a dirne d’ogni colore.

SCIATTERIE / IN TV FACCE ANNOIATE E APPLAUSI FINTI

crozzaTra le sciatterie, che ormai sta diventando una rubrica fissa nel mio diario, ve ne propongo altre due, naturalmente televisive. La prima: le facce annoiate o dormienti o schifate o infastidite, che si vedono alle spalle dei conduttori, in molti programmi. Se il pubblico è retribuito, bisognerebbe intervenire energicamente affinché questi spettatori non disgustino la platea davanti al video, già frequentemente disgustata. Se non ricevono un compenso, queste piccole folle, peraltro giustamente annoiate, potrebbero essere lasciate a casa. Però, sinceramente, avendo fatto per qualche lustro l’autore televisivo, so bene che l’impresa non è affatto facile. E sapete perché? La mia idea è che a tutto si resiste tranne che alle tentazioni, in questo caso la tentazione della noia.
Seconda sciatteria: ci sono i programmi, in primis “DiMartedì” condotto non malamente da “Giova” secondo Crozza, ovvero Giovanni Floris, in cui il pubblico ha l’evidente disposizione di applaudire, di continuo. L’effetto è comico: parla uno attaccando Renzi, poniamo, e piovono applausi festosi; subito dopo, parla un altro, che difende Renzi, e piovono applausi ugualmente gioiosi: unanimi e compatti. Ma si può?

MANZOTIN / LO SPOT NON MI PIACE

manzotin La carne in scatola mi piace. Anche la Manzotin. Ma non sopporto lo spot televisivo, in cui un tizio con voce stridula conclude gridando “Manzo…tin!” con un urletto sulle tre lettere finali. Lo dico con disagio perché anche la Manzotin, come tanti altri prodotti, appartiene a eccellenti industriali che stimo molto, i Cremonini. Peraltro, esistono due scuole di pensiero nella pubblicità. Secondo alcuni, è importante che il messaggio televisivo si faccia notare e possibilmente diventi un tormentone, come in questo caso; secondo altri, me compreso, è preferibile conquistare popolarità, senza offendere i timpani. Ad esempio, la carne Montana, anch’essa dei Cremonini, ha uno slogan simpatico, quello che finisce con “…e di più non mi spingo, parola di Gringo”. Chi ha ragione? Certamente, le agenzie di pubblicità e le industrie, a differenza di me, fanno ricerche e sono in possesso delle cifre del mercato.

MARCO TRAVAGLIO E SILVIA TRUZZI / NO AL REFERENDUM

marco-travaglioHo acquistato il libro del direttore de “Il Fatto” e di una sua brava giornalista: con il titolo “Perché no”, dicono “tutto quello che bisogna sapere sul referendum di autunno contro la schiforma BoschiVerdini”. Se votassi, comunque voterei no per il semplice fatto che il no è sostenuto da un’infinità di gente, che stimo, giuristi, politici, giornalisti, amici personali che annunciano il no. Leggendo il libro, apprezzo la meticolosità dei due autori e la loro capacità divulgativa. Dunque no, come si dice, tutta la vita!

ANCORA DUE PAROLE SULLA JUVENTUS

juventusMi chiedono di chiarire il significato “tecnico” della mia scommessa sulla Juventus: sono convinto, come ho scritto, che non vincerà il suo sesto scudetto consecutivo. Perché? Non è questione di antipatia, anzi: mio padre era un accanito tifoso Juventino… le mie ragioni sono, sinteticamente, tre. Primo: nel prossimo campionato tutte le squadre giocheranno la partita della vita contro la Juve. Secondo: tutti i difensori giocheranno la partita della vita contro Higuain, l’anno scorso super cannoniere, per impedirgli di segnare. Terzo: la Juve sarà concentrata soprattutto sulla Champions, dichiaratamente punta a qusto successo. Se mi danno una buona quota (non inferiore a quattro volte la puntata), sono pronto a scommettere una piccola somma, diciamo un cinquantino di euro, su questa convinzione.
Ribadisco ciò che ho scritto ieri: non mi piace la prepotenza, ancorché assolutamente legittima, dei vertici della Juve. Sono pieni di soldi, hanno lo stadio, hanno già una squadra fortissima: anziché sottrarre al Napoli e alla Roma i due migliori giocatori perché non sono intervenuti sul mercato all’estero? Perché non hanno cercato di acquistare, chessò, un Cristiano Ronaldo? E mentre scrivo, mi viene in mente una quarta ragione per la mia temeraria scommessa: in particolare i giocatori del Napoli e della Roma vorranno dimostrare che la forza del Napoli e della Roma non era racchiusa esclusivamente nei piedi di Higuain e di Pjanic.

28.07.2016
cesare@lamescolanza.com