OGGI VI DICO CHE…IL VAUDEVILLE ITALIANO

“Sono finalmente uscite le motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma, che a fine gennaio ha assolto Claudio Scajola per la casa pagata per due terzi a sua insaputa dal costruttore Diego Anemone (colpevole, ma salvo per prescrizione). Meglio del miglior vaudeville.  La trama…” (Marco Travaglio, “Rogito ergo sum”, Il Fatto Quotidiano, 12 marzo 2014).

ATTUALIZZANDO… ANCHE UN VIBRATORE NEL RIMBORSO SPESE

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Nella sentenza c’è la trama di un perfetto vaudeville, scrive Travaglio (leggete per intero il suo articolo!) ed è difficile fare obiezioni. A me basta ogni giorno sfogliare “Il Fatto” per trovare l’agenda di una vaudeville eterno, certo non limitato a una curiosa sentenza (farà precedente?), ma a tutto il territorio italiano e a tutti i settori della vita. Prendiamo la prima pagina del quotidiano di oggi. C’è la notizia del premier insediato da poco tempo e già minacciato dai franchi tiratori, che aggrediscono voluttuosamente il suo governo, c’è una vignetta feroce sulla ministra dei rapporti (“Sado-maso”) con il Parlamento. C’è la notizia di un’aragosta da 202 euro per un pranzo di lavoro del vicegovernatore d’Abruzzo (con altri piccoli piaceri a sbafo). Alla Provincia di Bolzano la Finanza sta eseguendo accertamenti per un giustificativo di spesa di 65 euro (un vibratore da 25 euro più altri due aggeggi per uso erotico- ricreativo).

Non si sa se ridere o se piangere, mi perdonate questo logoro commento? Se sì, scegliamo: per me, è opportuno ridere. La Casta è ricca di personaggi comici (a loro insaputa). Prendiamoli per i fondelli, non meritano lacrime. Una volta si diceva: una risata vi seppellirà. Speriamo, ancora una volta, che sia vero.

MORETTI, MA QUANTO COSTANO LE FERROVIE ITALIANE

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Mauro Moretti, leader delle Ferrovie, è considerato – diffusamente –  un manager di straordinarie capacità. E anch’io l’ho sempre trattato come tale, indirizzato da tecnici e amici (miei) che gli attribuiscono qualità virtuose. Gli ho sempre e soltanto mossa una critica, di puro bon ton, per la sua arroganza e malagrazia (di cui io stesso ho avuto una minuscola, ma significativa prova). E proprio ieri mi è dispiaciuta la notizia che una sua bravissima collaboratrice, apprezzata in tutto l’ambiente della comunicazione, sia stata esonerata in malo modo. Ma un bravo manager – addirittura il “migliore” tra quelli pubblici – può permettersi di essere scostumato e con approcci da dittatura coreana!

Oggi, però, in assoluta soavità di termini, ho deciso di porre pubblicamente questo interrogativo: Moretti è davvero tanto bravo?

A questa audacia sono spinto da notizie attinte da IBL, Istituto Bruno Leoni, sulle spese del servizio ferroviario in Italia.

Mi piacerebbe avere approfondimenti da una persona che stimo (Moretti non si abbasserebbe mai a tanto), e cioè Federico Fabretti, responsabile non solo degli uffici stampa ma anche delle relazioni esterne. E’ un preziosissimo, fedelissimo collaboratore di Moretti: un professionista esemplare, che tutti vorrebbero al proprio fianco. (Immagino che prima o poi sarà cacciato anche lui. Ho paura che i miei elogi possano danneggiarlo e vorrei giurare di fronte a Moretti: “Non siamo amici, ci saremo incontrati un paio di volte e sono rimasto impressionato dalla devozione che ha per Lei, il Migliore! Non pensi, Moretti, che sia un torto per lei il fatto che sia simpatico anche a me!”

Intanto, leggete qui sotto e spiegatemi – se volete.

FERROVIE, UN DOCUMENTO DI UGO ARRIGO E GIACOMO DI FOGGIA

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Il servizio ferroviario in Italia costa circa il doppio dei paesi comparabili, a parità di servizio. Lo mostrano Ugo Arrigo e Giacomo Di Foggia nello Special Report dell’Istituto Bruno Leoni “L’alta velocità della spesa pubblica ferroviaria”. Secondo Arrigo e Di Foggia, “La spesa pubblica ferroviaria dell’Italia nei 21 anni trascorsi dalla trasformazione di FS in società per azioni (1992-2012) è stata enorme: 207,7 miliardi di euro, di cui 84,8 di parte corrente e 122,8 in conto capitale, ricostruiti sommando i dati storici, senza alcuna rivalutazione monetaria”. Se l’efficienza ferroviaria fosse stata la stessa degli altri paesi, a parità di servizio i contribuenti italiani potrebbero spendere circa la metà: “con standard britannici i sussidi totali al trasporto ferroviario italiano sarebbero stati pari solo a 3,3 miliardi annui, con standard francesi a 4,6 miliardi e con standard tedeschi e svedesi a 3,6 miliardi. La media, in questo caso degli altri quattro paesi, è di soli 3,8 miliardi annui, esattamente la metà di quelli effettivamente a carico della finanza pubblica italiana”.

Lo Special Report “L’alta velocità della spesa pubblica ferroviaria” di Ugo Arrigo e Giacomo Di Foggia è liberamente disponibile qui ( http://www.brunoleonimedia.it/public/Papers/IBL_SR-Spesa_Ferrovie.pdf ).

 

 

* La corrispondenza va indirizzata a cesare@lamescolanza.com

 

 

12.03.14