OGGI VI DICO CHE…

…”Vissero infelici perché costava meno”. (Leo Longanesi)

LEO LONGANESI, SE OGGI FOSSE VIVO…

Longanesi Leo
Uno dei miei rimpianti è di non aver conosciuto Leo Longanesi,  tanto piccolo di dimensioni fisiche quanto colossale per intelligenza, acume, sarcasmo, creatività… i suoi slogan, a distanza di decenni, restano irresistibili e attuali. E spesso mi chiedo quale devastante forza critica assumerebbe oggi, se fosse vivo, senza riguardi per nessuno, come fece ai suoi tempi indifferentemente per fascisti e antifascisti… Oggi, la continua volgarità della politica italiana (giunta, spero, finalmente alla decapitazione nelle prossime elezioni), sarebbe un bersaglio eccellente per gli sberleffi e il freddo furore di Longanesi. Ai giovani, dico: scopritelo e studiatelo. A me stesso e a noi vecchi rottamandi dico: cerchiamo, come possiamo, di averlo come punto di riferimento, e di imitarlo, volenterosamente, anche se maldestramente. Mi piacerebbe realizzare, o assistere a una realizzazione compiuta da qualcuno certamente più bravo di me, una rappresentazione teatrale, titolata “Leo”, con la figura dell’insigne scrittore e giornalista, come protagonista. Un grillo parlante, che con crudeltà divulgativa, capisce e ferisce gli eterni vizi dei costumi italiani.

COME CONDIVIDERE, SENZA CREDERCI, LA PROFONDITÀ DI DIO

Pinter Harold
…”Dio cercò nel suo cuore una parola/per benedire la vita che sotto di lui si affollava./Ma cercò e cercò quanto poteva e persino agli spettri chiese di vivere ancora/ senza che un solo canto si facesse udire arso di amaro dolore scoprì allora di non aver più nulla da benedire (Harold Pinter).

Non ho la fortuna di essere sorretto da una fede religiosa, la mia filosofia di vita fondata sul “non senso” è assoluta. Per sdrammatizzare e dirla con Woody Allen, siamo tutti vermetti: nel senso che tra cent’anni di vita (che vi auguro), della nostra anima nessuno si ricorderà – nella maggior parte dei casi è un bene – e il nostro corpo sarà divorato, come delizioso cibo, da lombrichi o da altri anellidi, platelminti, nematodi. Tutto ciò che possiamo fare, nel tempo di vita che il destino o, se preferite, Dio, ci concede, è avere rispetto dei diritti degli altri ed esigerne altrettanto per i nostri. I pochi che sanno fare qualcosa di più (Dante, Einstein, Pelè, Elvis Presley…ecc.) saranno ricordati, ancorché vermetti come tutti noi, per l’eternità o, quantomeno, fino al giorno in cui il destino, o Dio, non avrà deciso di stufarsi e di cambiare gioco.

Tutto ciò premesso, da irreligioso (comincia a farmi paura la parola brutale ateo, approssimandosi il traguardo), o da credente, e già questo è meraviglioso, mi piacerebbe che Dio fosse come raffigurato da Pinter: consapevole, con umana amarezza, dell’infelicità che ha appena creato.

LA VERSIONE DI FIFTY: PANNELLA E STORACE, CHE PECCATO…

Storace FrancescoPannella Marco1
Fifty, prediletta analista, mi ha inviato un lungo sms: “Sulla vicenda delle candidature per il Lazio, Pannella e Storace sono stati fortissimi. Pannella, con il ritorno ad essere senza timori quello che è: a-ideologico, spiazzante, capace di stare con tutti (è una qualità…), pragmatico. Storace, per quanto ha detto: “Mi devono fare da opposizione interna”, dando un’opportunità agli unici che nel Lazio si sono opposti alla crescita a dismisura dei finanziamenti pubblici. Nei fatti, il più liberale di tutti. Quella sinistra che dice di voler rinnovare e poi trova un posto in Parlamento per i vecchi consiglieri regionali è sempre la solita: moralista con gli altri e opportunista a casa propria. Infine mi chiedo: perché quando Berlusconi parla di comunisti, tutti si mettono a ridere, e invece nessuno alza il sopracciglio quando i giornali di sinistra danno del fascista a Storace? Che peccato che i due, Pannella e Storace, non siano riusciti ad andare fino in fondo”. Pienamente d’accordo, con una puntualizzazione: oggi, per me, non ci sono né comunisti né fascisti.

LETTURA DEI GIORNALI DI OGGI, MA È POSSIBILE CHE…

PanebiancoDotto Giancarlo
…Angelo Panebianco non riesca mai a contenere i suoi dotti articoli nelle due colonne, in prima pagina, che il Corriere gli mette a disposizione? Gli basterebbe un po’ di continenza per rendere felici i suoi lettori: la sintesi è una grande virtù.

…Che nessuno abbia messo in rilievo che la cosa più bella del giuramento di Obama al secondo mandato sia stata la fotografia? Quattro bellissimi visi neri, il Presidente, Michelle e le due figlie, schierati quasi come per la foto ricordo di una festa in famiglia. Con le tipiche contraddizioni della comunicazione moderna, il giuramento, seguito da non so quanti miliardi di persone nel globo, è stato definito “privato”.

…Che nessuno ricordi più l’ipocrisia, forse irrisolvibile, del caso Ilva? Il dramma è noto: pessimo andamento dell’azienda e veleno a profusione per chi ci lavora. Come uscirne? Tutti abbiamo assistito, con sgomento, all’estenuante dibattito tra magistratura, politici, sindacati e, ovviamente, proprietari e gestori dell’Ilva. La magistratura ha deciso la chiusura, i sindacati si sono opposti, i politici si sono arrampicati sugli specchi e hanno contestato le decisioni della magistratura. Da oggi in poi si aspettano altri provvedimenti della Procura. E intanto c’è chi esalta, risum teneatis, l’azienda che “ha assicurato il rispetto della legge”. Si continua a girare intorno al mortale nodo centrale: l’azienda, così com’è, avvelena. Sindacati e lavoratori sembrano soddisfatti della riapertura della fabbrica. Ma solo perché il lavoro, sacro diritto intendiamoci, è assicurato, la quantità e l’insidiosità del veleno da subito ha smesso di rappresentare un pericolo?

…Il mio amico Giancarlo Dotto, sul Corriere dello Sport, sia tanto spietato verso Zeman, Balzaretti e Goicoechea? Questa Roma, nonostante varie partite deludenti, è una grande novità nel calcio italiano: i suoi campioni ventenni la porteranno a eccellenti risultati, se Zeman avrà il tempo di lavorare.

TORNATORE E TARANTINO, UN DELUDENTE LEGAME

VENEZIA: BAARIA DI TORNATORE

Un legame tra il film di Tornatore, La migliore offerta, e quello di Tarantino, Django unchained? Modestamente definirei così i due film: straordinariamente belli e interessanti, assolutamente da non vedere (da quelli, almeno, che come me sono affezionati al genio dei due registi). Il legame negativo è che si tratta di due film di maniera. Realizzati con un risultato tecnicamente splendido, ma senza i lampi di invenzione che dai due geni pretenderemmo. Quello di Tornatore è un giallo leccatissimo, raffinato, ottima fotografia, sceneggiatura stimolante, interpretazione favolosa del mercante d’arte… ma sulla base di un copione, o meglio di una struttura, nota, scontata, prevedibile. Un’esercitazione tecnica, insomma. Idem, Tarantino con il suo western. Per onestà, bisogna dire che l’ormai vecchio Quentin si ispira al minimo a dieci generi diversi: e qui e là ci sono i lampi della sua follia, ovvero un po’ di invenzione c’è. Cito, come la più riuscita, la gag all’improvviso comica, che spezza il ritmo di una sequenza drammatica, sull’apparizione dei seguaci Ku Klux Klan incappucciati. Quindi: i fan di Tornatore e Tarantino risparmino il costo del biglietto, soprattutto per evitarsi una mezza delusione; tutti gli altri, vadano beatamente a spendere due ore, e più, per gustare due racconti illuminati, comunque, da una superiore qualità narrativa.

PAROLE, PAROLE/SPIEGHIAMO I NEOLOGISMI

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Server. In informatica il termine server (dall’inglese, letteralmente servitore), indica genericamente un componente o sottosistema informatico che fornisce, a livello logico e a livello fisico, un qualunque tipo di servizio ad altre componenti (tipicamente chiamate client, cioè “cliente”) attraverso una rete di computer, all’interno di un sistema informatico o direttamente in locale su un computer. Rappresenta dunque un nodo terminale della rete opposto all’host client.

ASCOLTI TV/L’ISOLA VINCE ANCORA SENZA UNA REALE CONCORRENZA. CENTOVETRINE NON VA OLTRE IL 9%, BATTUTO DA LE IENE IN CRESCITA AL 16,29%

La serata di domenica, dove la campagna elettorale ha fatto riposare i telespettatori, è stata vinta dalla fiction L’Isola-Rai1 con il 19.17%. Male Canale 5 che Centovetrine ottiene uno scarsissimo 9.08%, sospensione in atto? Bene Le iene show con Ilary Blasy, Teo Mammucari e la Gialappa’s Band al 16.29%. Presa diretta sulla ricostruzione de L’aquila ha registrato il 7.52%. La domenica popolare e populista della tv ha raccolto questi ascolti: Domenica Live 9.96% nella prima parte, il 10.11%nella seconda e il 14.06% nell’ultima. Domenica In – L’Arena 21.85% nella prima parte, 20.13% nella seconda e 18.27%, il segmento Così è la vita il 13.16% nella prima parte, 13.42% nella seconda e 16.42% nella terza. Quelli che… l’8.13%. Tg1 al 22,44%, Tg5 al 21,53% e il TgLa7 al 6,22%

 

UNA FOTO AL GIORNO

di Maria Antonietta Serra

FRAMMENTI DI FELICITÀ

FRAMMENTI DI FELICITA'

21/01/13

cesare@lamescolanza.com