OGGI VI DICO CHE…

…”Sognate e mirate sempre più in alto di quello che ritenete alla vostra portata. Non cercate solo di superare i vostri contemporanei o i vostri predecessori. Cercate di superare voi stessi”. (William Faulkner)

PICCOLEZZE MA NON TROPPO. FAULKNER ….

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…In realtà si chiamava William Falkner (si legge uguale). Fu uno dei suoi primi editori a sbagliare il cognome e a battezzarlo Faulkner anziché Falkner. E al vecchio, cialis anzi al giovane Billy quell’errore piacque molto: così decise di tenersi il regalino della “u” per tutta la vita. Si dice che questa scelta gli procurò non pochi e non semplici problemi con l’anagrafe, la burocrazia, complicazioni economiche ed ereditarie. Si potrebbe anche aggiungere che tenne fede, vedi sopra, al suo suggerimento: superò se stesso, con due cognomi anziché uno solo.

ECCO PERCHÉ LUCIO PRESTA HA DECISO DI DIVENTARE SINDACO DI COSENZA

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Molti mi hanno chiesto di spiegare il mio cambiamento di umore nei riguardi di Lucio Presta. A parte il fatto che per me le radici sono importanti, che l’amicizia vera è un seme inestirpabile, e che ho qualche responsabilità preliminare nei disagi tra me e Lucio (soprattutto, la colpa di averli resi pubblici, anziché scannarci in privato), a parte tutto questo rivendico sempre il mio diritto, come opinionista, di dire e scrivere ciò che penso. E, come giornalista, di curiosare, approfondire o semplicemente ficcanasare, nei retroscena, nei sottoscala, negli angolini bui, o anche luminosi di ciò che succede intorno a me.

E allora? Come opinionista – questa in fondo è stata la scintilla che mi ha portato a nuove riflessioni – nella disputa tra Presta e Aldo Grasso ho sostenuto, come sanno già quelli che mi seguono, le molte ragioni di Lucio. E poi, chi ha insultato chi, per primo? È stato Grasso, con un suo tipico eccesso, a mortificare Paola Perego al di là delle doverose critiche, e Presta ha reagito, con il suo carattere, urlandogli un epiteto in lettere maiuscole. E nell’occasione ho proposto, inutilmente, un confronto pubblico – anche tra i due, perché no? – sul vero problema di fondo: non solo i diritti, ma anche i doveri di un critico qualsiasi, o famoso che sia, come Grasso.

Come giornalista, sono curioso di natura. Ancora pochi giorni fa, ricorderete, ho detto che – se fossi ancora direttore di un giornale – avrei chiesto ai cronisti più svegli di portarmi l’elenco completo degli invitati alla chiacchierata cena in casa di Bruno Vespa, resa pubblica da Berlusconi a Porta a Porta. Una cena organizzata, con cardinali e autorità politiche e istituzionali, allo scopo di combinare la pace tra il Cavaliere e Pierferdinando Casini. Ho anche scritto che sarebbe interessante conoscere gli accordi riservati presi tra Santoro e Berlusconi prima della mitica serata, che abbiamo visto a “Servizio Pubblico”. Credete voi che le spiegazioni succinte date da Santoro ieri sera siano state vere, verosimili, o credibili? Per quanto mi riguarda no: excusatio non petita, accusatio manifesta. Non è però Santoro, parte in causa, che doveva dire, come ha fatto, qualche triste banalità. Se il giornalismo è ancora, ma ne dubito, quello della mia giovinezza, dovevano essere i cronisti, cioè i principi del giornalismo (gli unici insostituibili), a muoversi, a trottare e a cercare risposte… Ferruccio De Bortoli è stato mio allievo, come cronista, al Corriere della Sera a metà degli anni ’70. Non trottava, di più: galoppava. Ed era un purosangue, come si è visto negli anni a seguire. Adesso è direttore del Corriere della Sera ed è sempre un purosangue, non più come cronista. E, temo, queste minuzie cronistiche non lo galvanizzano più. Oppure, crede lui e credete voi, che queste minuzie non abbiano importanza politica, non diano gusto e soddisfazione ai lettori? Temo di sì, spero di no. E le mie due domandine curiose sono rimaste tutt’ora inevase. Purtroppo non dispongo di reporter da scatenare in giro.

Quanto a Lucio Presta, mi sono mosso da solo. Con la fonte diretta, cioè lui, non ho più avuto un approccio diretto. E tuttavia, sempre zitto e assente lui, in giro alla ricerca di altre fonti, credo di aver curiosato bene, spero di non essere smentito e posso rispondere a una domanda che molti si sono posti: perché il più importante agente dello spettacolo, nonché rispettabile produttore, l’uomo che nel 2012 ha firmato i tre spettacoli più visti in televisione (Sanremo, Celentano, Benigni) ha deciso, da un giorno all’altro, di voler diventare sindaco nella sua città nativa, sacrificando l’organizzazione e il tempo dedicati al suo lavoro abituale?

Come spesso è successo nelle decisioni di Presta, alla radice c’è un impulso emotivo, coniugato con un’intuizione. L’intuizione, nata molti mesi fa, è quella ormai diffusissima e cioè che noi tutti siamo stufi della vecchia politica, si cercano personaggi nuovi, estranei alle brutte abitudini della prima e seconda Repubblica; e, tra i tanti che possono, ci sono alcuni pronti ad affrontare in prima persona la sfida del rinnovamento. Ma l’impulso emotivo è stato determinante.

In un viaggio a Cosenza Presta con dolore ha visto che, nel cimitero della città, la cappella che i suoi avi avevano dedicato alla famiglia, era ormai ridotta in condizioni disgraziate. Allora, a sue spese, ha provveduto a ristrutturarla… Qualche giorno dopo, gli è venuta in sogno – così mi dicono – la mamma, che gli ha chiesto, in sintesi, di fare qualcosa per Cosenza. Presta, turbato, ha cominciato a rifletterci e ha ritenuto, lui scappato dalla Calabria (come me) con la valigia di cartone o quasi in mano, che sia indispensabile evitare la stessa odissea ai tanti giovani meritevoli, in primis quelli che frequentano la locale, importante università (“ragazzi con la luce negli occhi”, come ha detto in un’intervista).

Presta dividerà la sua settimana da domenica a mercoledì in Calabria, e poi fino al sabato a Roma.

Spero ora di non essere smentito, anche perché, se ho commesso qualche svarione, il nostro rapporto rischierebbe di ri-precipitare, per colpa mia, nella freddezza di prima. E diventerebbe un’indigesta telenovela.

C’È UN LEGAME TRA LA SCELTA DI PRESTA E QUELLA DI MARCHINI?

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A mio parere, sì. Cosenza, la città che adoro, e Roma, la città dove vivo, non sono paragonabili. Ma le scelte di Lucio e di Alfio jr., sì. Con mezzi e risorse non confrontabili, di radice pressoché proletaria e comunque del profondo sud l’uno, romano e rampollo di una prestigiosa dinastia di imprenditori l’altro, estraneo al mondo politico l’agente e suggeritore e protagonista dietro le quinte del palazzo l’imprenditore, i due una cosa in comune ce l’hanno: una grande passione per cambiare in meglio, partendo dalle rispettive città, il nostro disgraziato e tormentato Paese. Non sono corruttibili, hanno un forte carattere, orgogliosissimi tutti e due, e dispongono di relazioni fondamentali, in Italia e anche all’estero, perché si formino gruppi di “big” coinvolgibili e interessati a condividerne i progetti. Come ho scritto ieri nella lettera aperta a Marchini jr., ripeto le stesse cose a Presta. Avete un patrimonio di credibilità su cui investire: non rovinatelo con esitazioni, incertezze, passi falsi; soprattutto non lasciatevi intralciare dai mille lacci e lacciuoli di una burocrazia ottocentesca, opprimente.

PAROLE, PAROLE/SPIEGHIAMO I NEOLOGISMI

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Instant messaging
. Il sistema di messaggistica istantanea (in lingua inglese instant messaging) è un sistema di comunicazione solitamente client-server per computer che consente di scambiare in tempo reale, fra utenti di due o più computer connessi in rete, frasi e brevi testi. È differente dalla e-mail perché lo scambio è istantaneo, ed è più evoluto del suo predecessore perché le frasi compaiono istantaneamente e non lettera per lettera: inoltre, spesso vengono offerti anche altri servizi oltre al semplice invio di messaggi.

ASCOLTI TV/VINCE IL PRETE IN BICICLETTA “DON MATTEO 8″. CANALE CINQUE BATTUTA DAL “SERVIZIO PUBBLICO” DI SANTORO. MINIMO STORICO PER LE TRIBUNE POLITICHE (0,89%)

La prima serata di giovedì 17 gennaio è stata vinta da “Don Matteo 8” su Raiuno con il 20,30% nel primo episodio e il 22,32% nel secondo. Michele Santoro con “Servizio pubblico” post Berlusconi, con ospiti Gianfranco Fini, Matteo Salvini e Maurizio Landini ottiene il 15,42%, battendo il programma di Canale Cinque “La grande magia“, ideato da Roberto Cenci, 13,02%. Buoni ascolti per “Otto e mezzo“, ospiti Mariastella Gelmini e Andrea Romano (7,19%). Nel day time ottimi ascolti per la prima parte de “La vita in diretta” (25,33%). Ascolti ai minimi storici per le “Tribune politiche” che nelle tre parti ottengono lo 0,87%nella prima, lo 0,92% nella seconda, e il 2,55% nella terza. “Porta a Porta” con ospiti Roberto Maroni ed Enrico Letta è stato seguito da un discreto 14,70%. Il Tg5 è il telegiornale più seguito con il 22,35%, il Tg1 ottiene il 21,91% e il TgLa7 l’8,37%.

 

UNA FOTO AL GIORNO

di Maria Antonietta Serra

OGGI NO!

 oggi no!
18/01/13

 

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