OGGI VI DICO CHE… BRAVO VERDELLI

“Non posso censurare un programma perché ci sono dieci o venti politici che me lo chiedono” (Carlo Verdelli, direttore editoriale della Rai, all’audizione sulle polemiche per l’intervista di Bruno Vespa al figlio del boss Riina).

ATTUALIZZANDO… CENSURA MAI, LA STRADA E’ SEMPLICE

Carlo VerdelliScrivono i giornali che Michele Anzaldi, Pd, si è espresso con un commento furioso: “Verdelli si è presentato con infinita arroganza e ha offerto un’audizione disarmante. Non posso pensare che ce l’abbiamo messo noi”. E Vinicio Peluffo: “Non ci ha convinto”. E ancora il Senatore Francesco Verducci: “ Argomento singolare il suo, un altro passo falso della Rai”. Sogno o son desto? Argomento singolare sostenere che (finalmente?) in Rai è finita l’epoca delle censure? O non è più arrogante affermare che Verdelli in Rai ce l’hanno messo “loro”? E con quale diritto? È una linea dritta e chiara quella di Verdelli, un giornalista che ha saputo rifiutare – così mi dicono buone fonti –  la direzione del Corriere della Sera per essersi opposto alla pretesa di un azionista di nominare al suo fianco una condirettora, o di destinare la prescelta alla direzione del periodico “Sette”. In quel caso, la linea dritta era e resta questa: i condirettori e le altre nomine inerenti al giornale sono decise dal Direttore, non dagli azionisti. In questo caso, in Rai, la linea dritta è: nessuna censura. Mi chiedo quante volte ancora dovrò scrivere che è elementare non censurare nessuno e niente, accordare a chiunque libertà d’espressione e di opinioni; e che, invece, è corretto e necessario, in casi delicati, vigilare e intervenire su come, ripeto: come  le interviste o le notizie vengano proposte. E su questo, come tutti noi telespettatori sappiamo, il dibattito può essere complesso e accidentato.  Ad esempio, senza supponenza e senza la pretesa di dire una parola definitiva, penso che Vespa abbia fatto un buon lavoro, ineccepibile professionalmente, e che invece molti programmi, dai talk show all’intrattenimento e perfino certi interventi pseudo giornalistici, siano afflitti da volgarità e indecenze inaccettabili.

RENZI E’ IN CRISI? CERASA SPIEGA COME NE USCIRÀ

Matteo Renzi, Italy's incoming prime minister, speaks during a news conference to announce the names of the cabinet ministers that will form Italy's new government at the Quirinale Palace in Rome, Italy, on Friday, Feb. 21, 2014. Renzi named a 16-member cabinet, with the finance ministry going to Pier Carlo Padoan, chief economist of the Organization for Economic Cooperation and Development. Photographer: Alessia Pierdomenico/Bloomberg *** Local Caption *** Matteo Renzi

Leggete il Foglio di oggi e dottamente il direttore Claudio Cerasa vi spiegherà come il nostra premier supererà la crisi che ormai diffusamente gli attribuiscono le opposizioni interne ed esterne. Vi semplifico, in sintesi: Renzi annuncerà, vedi che sorpresa!, un taglio delle tasse. Prima della elezioni ovviamente, e perché? “Perdere Roma non sarebbe grave, sarebbe spiegabile. E lo stesso vale per Napoli. Perdere Milano sarebbe molto grave… e dunque non c’è scelta: giù le tasse, subito.”

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CASO REGENI. AL SISI DISTRUGGE L’IMMAGINE DELL’EGITTO

Mamma di Giulio RegeniIl presidente egiziano non riesce ad imboccare una linea persuasiva, quantomeno corretta e dignitosa, di fronte alla tragedia del giovane italiano, Giulio Regeni, torturato e ucciso in circostanze ancora misteriose nel suo Paese. Mentre vengono a galla altri orribili casi di torture e sparizioni, Al Sisi continua a coprire bugie e lacune insostenibili. In questa ultima esternazione, incolpa non identificate “persone malvagie che sono tra noi” e, guarda che novità, accusa giornali e mass media in genere. Se non fossimo di fronte ad un orribile delitto, si potrebbe sorridere: esiste un’alternativa alla stupefacente dichiarazione di Al Sisi? Il delitto potrebbe essere stato commesso da persone non malvagie? Parole, parole. I fatti ci dicono che, nonostante la smisurata pazienza del governo italiano, le autorità egiziane ci hanno dato una decine di versioni contraddittore e con evidenza bugiarde, e non solo: hanno impedito agli inquirenti italiani la possibilità di accesso a documenti e fonti, che consentirebbero di accertare la verità.

I PARADISI DI PANAMA / NUOVI ELENCHI, NUOVI NOMI

panamapapers-1L’Espresso, sotto l’ottima direzione di Luigi Vicinanza, in edicola domani, propone un altro elenco di personaggi italiani impegolati nelle società offshore di Panama: Emanuela Barilla, Silvio Berlusconi, Flavio Briatore, Giancarlo Foscale, Adriano Galliani, Livio Gironi, Stefano Pessina… Mi sembra che tutt’ora manchino personaggi americani, ai vertici delle ricchezze e delle disponibilità finanziarie, in un quadro mondiale. Com’è possibile? Panama è la casa dei giochi, il cortiletto accogliente, il giardinetto ricco di frutti degli Stati Uniti e tuttavia, come ha sottolineato Putin (stavolta mi attribuiranno, ovviamente, di essere un verace putiniano), neanche un rappresentante, diciamo così, degli States! Finché le carte non saranno chiare e gli elenchi esenti da dubbi, non vorrei azzardare frettolose opinioni. Certo, mi sembra strano che negli elenchi figurino anche personaggi abitualmente in prima linea per proporsi come moralisti, timorati di Dio e delle regole, e quant’altro. Il punto cruciale, a parte le inopportunità (che in Italia ormai contano zero, anzi il vezzo comune è quello di dire che se non hai almeno un avviso di reato sulla groppa non conti assolutamente nulla, in società), è capire e sapere se esistano reati fiscali e d’altro genere. In assenza di reato, per alcuni resterebbe un problema di pessima immagine, per tutti gli altri una riflessione, magari antipatica ma realistica, quasi ovvia: ognuno, negli ambiti della legge, può disporre come vuole del proprio denaro.

GRANDI MANOVRE / 1. DOPO CASALEGGIO, DI MAIO AL VERTICE DI M5S?

LUIGI-DI-MAIOForse è inopportuno dirlo il giorno del funerale di Gianroberto Casaleggio, ma fatto sta che giornali di carta stampata e telegiornali impazzano nelle previsioni sul futuro dei grillini. Grillo, il braccio strapopolare di M5S, è rimasto privo della mente Casaleggio. La sensazione è che, con la discrezione che lo distingue, stia emergendo Luigi Di Maio. Il web e alcune strategie legate a internet passerebbero al controllo del figlio di Casaleggio, Davide. Tra gli emergenti, Roberto Fico e Alessandro Di Battista.

GRANDI MANOVRE / 2. CAIRO, RCS E CORSERA

TURIN, ITALY - MAY 20: Torino FC president Urbano Cairo looks on prior to the Serie B match between Torino FC and Modena FC at Olimpico Stadium on May 20, 2012 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Com’era prevedibile voci e rumors si moltiplicano dopo la proposta di Urbano Cairo di acquisire la totalità del capitale di Rcs, con uno scambio di azioni.  Tra sussurri e grida, i punti fermi sono due. Il primo è che Banca Intesa, tramite l’ad Messina, sorride e approva, sulla linea della benevolenza espressa da Bazoli. Il secondo: il cda di Rcs ha reagito con una eloquente esternazione, l’offerta di Cairo (azionista della società) “non è concordata e risulta significativamente a sconto”. Per la cronaca, Rcs ha chiuso in borsa a 0,57 (-1,81) e Cairo Communication a 4,84 (+2,76). Come chiunque intuisce, la partita è appena iniziata. E resta inevasa la domanda, maliziosa, di molti: c’è qualcuno, e chi, a sostegno di Urbano, dietro le quinte?

ROSSANIGO ALLA COMUNICAZIONE DI ALLIANZ

Carlo RossanigoCarlo Rossanigo lascia Rcs MediaGroup e arriva al vertice di Allianz Italia, come nuovo responsabile della comunicazione. Rossanigo è tra quei pochi comunicatori che riescono a svolgere il loro compito con professionalità rigorosa, senza eccessi e senza lacune. Ed esattamente un mese fa, il 14 marzo, era stato riconfermato nel suo ruolo – che deteneva dal 2012 – dalla ad Laura Cioli. 51 anni, sposato con una figlia, nel suo curriculum ci sono incarichi di prestigio a Sky, a Microsoft Italia e alla Olivetti Tecnost, gruppo Telecom.

LEGGEREZZE, PESANTEZZA, BATTUTACCE E BATTUTINE

libro Federico RampiniIl giornalismo di mente libera a volte (raramente, ma succede) propone sorprese divertenti. Stamattina, nella sua rubrica su La Repubblica incentrata sull’etica di fronte a qualsiasi argomento dell’universo, Corrado Augias discetta, rispondendo a un lettore, sulla corretta preparazione della pizza napoletana. Impossibile, qui, trascrivere tutto. Vi basti sapere, se già non lo sapete, le linee fondamentali: niente acciughe; bisogna lasciar riposare l’impasto per due ore e poi altre quattro o addirittura sei; non usare il mattarello; cuocere alla temperatura di 485 gradi per un minuto o un minuto e mezzo. E di pizze vere ne sono ammesse solo due: la Marinara e la Margherita /// Esce il nuovo libro di Federico Rampini, “Banche: possiamo ancora fidarci?”, Mondadori editore. In una pagina pubblicitaria, il giornalista / scrittore ci sorride in modo inquietante. Il problema vero è: possiamo ancora fidarci di Rampini? / / / Un’altra pagina pubblicitaria ci propone la Tiziano Ferro collection. Sbaglierò, ma tra qualche anno Tiziano assomiglierà – nel viso –  in modo stupefacente a Frank Sinatra.

NONSENSE. IL FASCINO DISCRETO DELL’OSSIMORO

ossimoroStavo flirtando con sobrietà senile con una ragazza. Poi lei mi ha confidato di essere innamorata degli ossimori (oltreché delle allitterazioni e delle onomatopee, non esclusa la paronomasia). La mia autostima è precipitata e la liaison è sfumata, ancor prima di cominciare.

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cesare@lamescolanza.com
14 04 2016