RICORRENZE. NATI IL 7 MARZO

Alessandro Greco, Anna Magnani, Alessandro Manzoni, Georges Perec, Maurice Ravel, Samuel Romano, Matilde Serap, Luciano Spalletti.
MORTI: Aristotele, Antonio Fogazzaro, Stanley Kubrick, Tommaso D’Aquino.

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14 TELEFONATE PUTIN – MACRON

(dal Corriere della sera)

PARIGI «Putin ha ribadito che è determinato a raggiungere tutti i suoi obiettivi, o con le trattative o con la guerra», dice una fonte dell’Eliseo a proposito dell’ennesima telefonata tra il presidente russo e quello francese. In sostanza, o l’Ucraina accetta tutte le condizioni di Mosca o l’invasione continua. Macron ha chiamato Putin domenica 6 marzo, a mezzogiorno, e i due leader si sono parlati per quasi due ore, fino alle 13 e 45: è stata la quattordicesima telefonata da metà dicembre. Secondo l’Eliseo è un modo per tenere aperto un canale, se non di trattativa, almeno di comunicazione con il Cremlino. Uno strumento per provare almeno a tenere Putin il più agganciato possibile alla realtà.                     Questo rapporto telefonico privilegiato si è intensificato dopo la visita di Macron a Mosca un mese fa, il 7 febbraio, nonostante la durezza dei colloqui e l’inaffidabilità dimostrata dal presidente russo. Durezza perché già al Cremlino, dopo le sei ore di discussione seduti ai due capi del famoso lunghissimo tavolo, Putin in conferenza stampa ricordò a Macron e al mondo, per la prima volta, che la Russia era una potenza nucleare; inaffidabilità perché nella notte tra il 20 e il 21 febbraio, dopo un’altra telefonata, Putin disse a Macron che accettava in linea di principio un vertice dell’ultimo minuto col presidente americano Biden. Quell’annuncio è stato l’ultima occasione di speranza, durata poche ore, in una possibile soluzione diplomatica. Il 24 febbraio, appena tre giorni dopo, è cominciata l’invasione russa. Eppure Macron continua a telefonare a Putin (e al presidente ucraino Zelensky, con tutt’altro tono) pur avendo chiaramente preso parte per l’Ucraina sin dal primo giorno dei combattimenti, quando in tv si rivolse ai francesi accanto al tricolore nazionale, alla bandiera europea e a quella giallo-blu dell’Ucraina.

“IL LEADER RUSSO PARANOICO”?

Il presidente francese non si fa illusioni, la parola di Putin è discreditata e il consigliere dell’Eliseo che assiste a queste conversazioni ha definito il leader russo «paranoico», avvalorando per la prima volta ad alto livello il sospetto che Putin abbia perduto la ragione. Ragion di più per non abbandonarlo a sé stesso e al gruppo di «yes man» terrorizzati che lo circondano al Cremlino. «In questi colloqui Putin si mostra determinato, e la Francia gli ripete che l’Occidente è ugualmente determinato ad alzare sempre di più il prezzo da pagare per questa guerra», spiegano le fonti dell’Eliseo.

LE FRASI FALSE DI PUTIN

Le telefonate di Macron servono a fare pressione sul leader russo, e allo stesso tempo a ricavare segnali preziosi sul suo umore, le sue intenzioni, la sua visione delle operazioni. Putin pronuncia frasi palesemente false, come quando assicura che i bombardamenti evitano bersagli civili – lo ha fatto ancora oggi – proprio mentre i missili russi centrano abitazioni, scuole e ospedali, ma secondo Parigi questo fa di lui un interlocutore inaffidabile, certo, e al tempo stesso, purtroppo, ineludibile. Nonostante la Francia abbia preso una posizione molto chiara in favore dell’Ucraina e contro la Russia, anche se Parigi sta inviando armi – senza comunicare quante e quali – a Zelensky ed è in prima linea nelle sanzioni contro Mosca, Putin accetta di parlare a Macron. Forse perché è il leader che conosce da più tempo, perché Biden resta lontano e il cancelliere tedesco Scholz è appena arrivato sulla scena internazionale, e forse anche perché Putin immagina di avere a che fare con Macron ancora a lungo, per altri cinque anni.

FRANCIA, LE ELEZIONI PRESIDENZIALI

Il 10 e il 24 aprile si vota in Francia per un’elezione presidenziale che rischia di diventare una formalità: Macron è sempre stato al primo posto nei sondaggi, ma da quando la Russia ha invaso l’Ucraina le intenzioni di voto in suo favore sono aumentate tanto da diventare il doppio rispetto a quelle per Marine Le Pen. Macron sta al 30,5%, mentre i candidati in lotta per la seconda posizione che dà diritto al ballottaggio sono molto distanti: Marine Le Pen al 14,5%, Eric Zemmour al 13%, seguiti da Jean-Luc Mélenchon (12%) e Valérie Pécresse (11,5%). Se la gollista Pécresse sta crollando dopo una serie incredibile di gaffe e pessime prestazioni nei comizi, è lecito supporre che gli altri tre siano puniti da una sorta di «effetto Putin»: all’estrema destra Marine Le Pen ha finanziato la precedente campagna 2017 grazie a un prestito russo di 10 milioni, e Zemmour in passato ha più volte invocato l’avvento di un «Putin francese» sperando di essere lui stesso a incarnarlo; alla sinistra radicale Mélenchon fino al giorno dell’invasione russa parteggiava per Mosca contro Kiev. Mentre i suoi avversari sono impegnati in imbarazzanti acrobazie per prendere tardivamente le distanze dal dittatore russo, Macron prende il telefono per ricordare a Putin le ragioni dell’Ucraina e dell’Occidente, l’Eliseo lo comunica ampiamente, e i sondaggi premiano Macron. E’ un effetto secondario, sicuramente non sgradito, del protagonismo telefonico di Macron.

OGGI VI DICO… LE TRATTATIVE

“L’italiano è infido, bugiardo, vile, traditore, si trova più a suo agio col pugnale che con la spada, meglio col veleno che col farmaco, viscido nella trattativa, coerente solo nel cambiar bandiera a ogni vento.“ (Umberto Eco)

“Mille trattative fallite hanno più successo di una guerra riuscita.“ (Heinrich Wiesner)

“Solo gli uomini liberi possono negoziare” (Nelson Mandela)

“È bellissima la vista del prossimo, quando al primo incontro si trovi un accordo, o almeno una unità di intenti.” (Epicuro)

“È davvero raro che ci si lasci in buon accordo, perché se si fosse in buon accordo, non ci si lascerebbe.”
(Marcel Proust)

cesare@lamescolanza.com