RICORRENZE. NATI IL 10 OTTOBRE

Antonio Albanese, Nunzia De Girolamo, Roberto Fico, Alberto Giacometti, Isabella II regina di Spagna. Harold Pinter, Giuseppe Verdi, Andrea Zanzotto.
Morti: Edith Piaf, Orson Welles.

 

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… AL QUIRINALE
L’ex segretario generale Gaetano Gifuni, soprannominato «parolina», che in un impeccabile vestito blu percorreva il Quirinale in monopattino [Luigi Bisignani, Tempo].

 

 

LA RISATA… A 92 ANNI!
Racconta Donald Sutherland di quando un vecchio amico andò a far visita a John Gielgud, all’epoca di 92 anni. Lo trovò a letto, molto agitato, gliene chiese la ragione e Gielgud rispose: «Non ho un lavoro» [Caprara, La Stampa].

 

 

 

OGGI VI DICO CHE… IL CAFFÈ

“Ah! Come è dolce il sapore del caffè! Più dolce di mille baci, più dolce di un vino moscato”. (J. S. Bach)

“Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”. (Giuseppe Verdi)

“Il caffè forte mi rianima, mi provoca come un bruciore, un rodimento singolare, un dolore non privo di piacere. Amo allora soffrire piuttosto che non soffrire”. (Napoleone Bonaparte)

“Con un po’ di caffè, ho la sensazione che tutte le cose diventino possibili. Certo, molte di queste cose sono improbabili, ma comunque possibili”. (N. Hoffman)

“Il caffè dev’essere caldo come l’inferno, nero come il diavolo, puro come un angelo e dolce come l’amore”. (Charles – Maurice di Talleyrand)

 

ATTUALIZZANDO…
Come si può governare l’Italia, questo strano Paese in cui si prende il caffè
in decine di modi diversi? Penso che anche voi, come ormai quasi tutti, non prendete un caffè “normale”, ma chiedete al barista un vostro gusto personale, particolare.

Charles De Gaulle diceva che era difficile governare la Francia, in cui esistono quasi trecento tipi diversi di formaggi. Ugualmente direi che è ingovernabile il nostro Paese, se solo si pensa che milioni di italiani esigono un caffè diverso dall’altro. Non è semplice mettersi d’accordo.

Sentite. Domenica mattina ero al bar con un’amica: un signore al banco ha ordinato un caffè al barista. Risposta: “Come lo vuole?” “In che senso? Un normalissimo caffè!” E il barista, meravigliato: “Mi scusi, i clienti di solito sono stravaganti, chiedono qualcosa di personale…”. E il signore, ormai irritato: “Le sembro dunque stravagante, io?” Con divertimento, la mia amica e io abbiamo cominciato a enumerare le diversità.

Seguitemi: caffè ristretto, corretto, lungo, con latte, macchiato caldo o freddo, con latte scremato, schiumato (schiuma del latte montato a vapore). E il marocchino? É schiumato, ma in più un po’ di cacao. (In Marocco lo fanno così!? Boh!) E ancora: decaffeinato, corretto, di solito con
grappa. Oppure d’orzo: però in tazza piccola, o grande. O al ginseng. E doppio no? Lungo, ristretto.. E, d’estate, freddo! E con panna. Col caldo, anche il caffè salentino: con ghiaccio. Al vetro, shakerato: con whisky o cioccolata, un dessert.

PASSIAMO AL CAPPUCCINO? IN TURCHIA POI…
Vi basta? O vogliamo passare al cappuccino? Chiaro, scuro, secco, decaffeinato, oppure con caffè caldo e latte freddo. O con cacao. E via con la fantasia. Da molti anni medito sul desiderio di scrivere un libro sul caffè. Ne esistono già molti e oggi mi sono sfogato così. Il caffè è il secondo prodotto più commercializzato al mondo, dopo il petrolio. In Turchia una legge stabiliva che se un marito non procurava abbastanza caffè alla moglie, lei poteva chiedere il divorzio.

 

 

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