RICORRENZE. NATI IL 1° MARZO

Enzo Avitabile, Javier Bardem, Sandro Botticelli, San Gabriele dell’Addolorata, Lamberto Dini, Beppe Fenoglio, Gene Gnocchi, Ron Howard, Oscar Kokoschka, Luigi Luzzatti, Marco Valerio Marziale, Glenn Miller, Ytzhak Rabin, Natalia Titova.
MORTI: Zhores Alferov, Giacomo Balla, Dino Campana, Felice Casorati, Alberto Castagna, Gabriele D’Annunzio, Lucio Dalla, Arthur Koestler, Bernardo Mattarella, Delio Meoli, Alain Resnais, Tomaso Staiti di Cuddia, Jenny Tamburi, Vittorio Metz, Luigi Vanvitelli.

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UCRAINA, L’OLIGARCA RUSSO DERIPASKA: “ARRIVA IL MOMENTO”. I FEDELISSIMI PRONTI A ROVESCIARE PUTIN?

(Da Libero quotidiano)

Putin inizia a perdere pezzi, i più preziosi. Contro di lui, infatti, sta montando una vera e propria rivolta da parte degli oligarchi russi. “E’ arrivato il momento di porre fine al ‘capitalismo di stato’ in Russia”, ha detto il magnate Oleg Deripaska, che è sempre stato molto vicino al presidente. A lui si aggiunge Mikhail Fridman, finanziere russo-ucraino di origini ebraiche, che ha scritto una lettera ai dirigenti della sua società di investimenti finanziari LetterOne: “Sono nato in Ucraina e ci ho vissuto fino all’età di diciassette anni. I miei genitori abitano ancora a Leopoli, la mia città preferita. Ma ho trascorso la maggior parte della mia vita come cittadino russo, costruendo e facendo crescere le mie aziende. Amo questi due popoli, e ritengo l’attuale conflitto una tragedia per entrambi”. 

“IL BAGNO DI SANGUE DEVE FINIRE!”

Un passo importante quello fatto dall’oligarca, che evidentemente giudica in maniera grave la situazione. “Non faccio dichiarazioni politiche – scrive ancora nella lettera rivelata dal Financial Times, come riporta il Corriere della Sera -. Ma sono convinto che la guerra non potrà mai essere la risposta. Questa crisi costerà vite e danneggerà due nazioni che sono affratellate da centinaia di anni. Posso solo unirmi a coloro che desiderano la fine di questo bagno di sangue”.

GLI OLIGARCHI SONO CRITICI


Il professore anticipa le polemiche: “Costa meno di 2 milioni”. E aggiunge: “Mai fatto comparsate a pagamento, mai”. Un’altra dissociazione poi è arrivata da Oleg Deripaska, oligarca di vecchia data e, stando ad alcune voci, amico personale di Putin. Sul suo account Telegram avrebbe scritto: “La pace è molto importante! Gli accordi vanno avviati al più presto!”. Sarebbe così vicino allo zar che nel 2018 sarebbe finito addirittura nella cosiddetta lista del Cremlino punita con le sanzioni degli Usa. Questa guerra comunque non conviene affatto agli oligarchi. Basti pensare che, stando alle stime di Forbes, l’invasione dell’Ucraina è costata finora ben 128 miliardi di dollari agli uomini di affari russi più in vista.

PERFINO LA TASS PRENDE LE DISTANZE

Vladimir Putin ci mette in pericolo”. Se anche la Tass, l’agenzia di stampa russa più accreditata, attacca il Cremlino sulla guerra in Ucraina, la situazione interna per lo Zar si fa pesantissima. Si tratta in realtà di un attacco hacker al portale giornalistico, spia in ogni caso di quanto sia vulnerabile per il presidente russo il controllo totale della “macchina bellica”. A penetrare nel sistema della Tass sono stati gli attivisti di Anonymous, il collettivo di pirati informatici “buoni” (questo, ovviamente, sempre a seconda dei punti di vista) che da giorni sta combattendo la sua cyber-guerra alla propaganda degli occupanti in Ucraina. 

SUBITO DOPO IL MESSAGGIO SPARISCE

“Cari cittadini – è il messaggio visibile per alcuni minuti sul sito dell’agenzia di stampa -. Vi chiediamo di mettere fine a questa follia, non inviate i vostri figli e mariti a morte certa. Putin ci fa mentire e ci mette in pericolo. Siamo isolati dal mondo intero, hanno smesso di comprare petrolio e gas. Tra pochi anni vivremo come in Corea del Nord. Che cosa è ciò per noi? Introdurre Putin nei libri di testo? Questa non è la nostra guerra, fermiamola! Questo messaggio sarà cancellato e alcuni di noi saranno licenziati o persino incarcerati. Ma non ne possiamo più”. La firma è “Giornalisti indifferenti della Russia” e il comunicato è rivendicato dal gruppo di hacker Anonymous. Quando i responsabili se ne sono accorti, hanno provveduto a sostituire l’appello con un “messaggio di errore”. Subito dopo, il sito dell’agenzia di stampa è risultata inaccessibile. Già nei giorni scorsi diversi media russi e lo stesso sito del Cremlino erano stati colpiti dagli hacker. “Le truppe cybernetiche ucraine hanno hackerato il sito del Cremlino e hanno estratto la rubrica contatti dei funzionari russi. Hanno creato una chatbot Power of the RF su Telegram in cui hanno inserito i numeri di telefono dei funzionari del Cremlino”, come scrive il Kyiv Postcitando il sito ucraino 5

OGGI VI DICO… IL DISSENSO

“Quando i critici dissentono tra loro, l’artista è d’accordo con sé stesso.”
(Oscar Wilde)

“Non le lotte o le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l’unanimità dei consensi.”
(Luigi Einaudi)

“Il dissenso è la forma più nobile di patriottismo.”
(Thomas Jefferson)

“Un’idea con molto potere, ne trasmette un po’ agli uomini che la contraddicono.”
(Marcel Proust)

“Contestazioni polemiche sono parte della cultura democratica.”
(Angela Merkel)



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