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PREGI E DIFETTI DI “VITA DA CARLO”, LA NUOVA SERIE TV DI VERDONE SU PRIME VIDEO

Claudio Pizzigallo
3 novembre 2021 (Roma today)

Carlo Verdone e Max Tortora in una scena di “Vita da Carlo”. Foto di Gianfilippo Rossi.
Dal 5 novembre su Prime Video è disponibile Vita da Carlo, la prima serie tv scritta, diretta (con Arnaldo Catinari) e interpretato da Carlo Verdone, icona della commedia italiana da più di quarant’anni (Un sacco bello è del 1980 e Bianco, Rosso e Verdone del 1981).
Abbiamo visto in anteprima tutti i dieci episodi di cui è composta la serie Vita da Carlo, cercheremo di essere il più possibile neutrali, anche se, lo diciamo subito, ciò è reso difficile dal nostro amore per Verdone. Siccome Vita da Carlo parla in sostanza della vita di Carlo Verdone, appunto, anche se in maniera “romanzata”, prima ancora di riassumerne la trama è bene spiegare alcune cose sul cast.


VITA DA CARLO, IL CAST DELLA SERIE

A interpretare se stesso, oltre ovviamente a Verdone, c’è Max Tortora, attore (con Verdone in Si vive una volta sola) e showman ma qui soprattutto amico, confidente e “confidato” del protagonista. Anita Caprioli interpreta invece Annalisa, la farmacista di fiducia di Verdone. Monica Guerritore è Sandra, la moglie di Verdone, da cui è separata da tanti anni: nella vita vera, Verdone è davvero separato ma non divorziato (dal 1996) da Sandra Scarpelli, da cui ha avuto due figli.
Il fidanzato e convivente di Maddalena, a casa di Carlo, è Chicco, a cui dà il volto Antonio Bannò, già in ruoli minori in serie come SuburraRocco Schiavone e Romulus. Giada Benedetti fa la parte di Rosa Esposito, agente di Carlo, Maria Paiato è la governante Annamaria, Claudia Potenza è Ivana (compagna di Max) e Andrea Pennacchi è Gustavo Signoretti, ovvero la versione fittizia di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Infine, fuori dal cast artistico ci sono i personaggi famosi che fanno brevi apparizioni. A parte Rocco Papaleo (nella parte di un protettore-spacciatore-letterato) e Paolo Calabresi (uno sceneggiatore aspirante suicida) interpretano sé stessi o comunque hanno il proprio nome. Tra questi ci sono Roberto D’Agostino, Antonello Venditti, Alessandro Haber e Massimo Ferrero.


DI COSA PARLA “VITA DA CARLO”

La trama di Vita da Carlo è imperniata sulla candidatura di Verdone a primo cittadino della Capitale, una proposta che gli fa Signoretti-Pennacchi-Zingaretti dopo che un discorso improvvisato di Carlo, arrabbiato per un incidente occorso a un ragazzo per colpa di una buca, è diventato virale sui social. Naturalmente tra l’investitura di un governatore-segretario di partito e l’elezione c’è una bella distanza, ed è quella distanza che viene raccontata nelle dieci puntate da mezz’ora l’una. Ma non si può ridurre Vita da Carlo all’ipotetica candidatura di Verdone a sindaco. Tra trame orizzontali (che cioè proseguono per tutta la stagione) e verticali (che si esauriscono nel giro di un episodio) assistiamo quindi alla difficile esistenza di un artista amato dal pubblico, tampinato da produttori e politici e la cui famiglia non lo lascia mai in pace.Ecco, se dobbiamo riassumere Vita da Carlo in una frase, possiamo prendere a prestito quella che lui stesso dice più volte: “Ma possibile che io non possa mai avere un giorno tranquillo?!”.


PREGI E DIFETTI DELLA SERIE DI VERDONE PER PRIME

La bontà di Verdone ai limiti dell’ingenuità, la sua incapacità di dire no, il suo amore per Roma e per la Roma, la sua passione per la medicina e le medicine (chiariamolo: Verdone non è ipocondriaco, al massimo un po’ ansioso, è che proprio ama consigliare farmaci agli amici, e per questa sua passione ha ricevuto anche un riconoscimento dall’Università Federico II di Napoli): in Vita da Carlo c’è tutto ciò che, inutile negarlo, lo ha reso uno degli artisti più amati dagli italiani… Verdone in fondo è, se non come noi, come uno di famiglia, il fratello, lo zio o l’amante che ogni italiano vorrebbe, con la sua trasparenza, le angosce e la straordinaria umanità.
Però, non tutto funziona perfettamente in Vita da Carlo. In particolare, si nota che si tratti del suo esordio in un ambito, quello delle serie, che ha regole diverse da quelle del cinema a cui lui è abituato. E così, nonostante l’innata leggerezza del tocco che non manca mai, a tratti si ha la sensazione che alcuni episodi siano un po’ troppo “di passaggio”, o interlocutori, perché mancano di un’incisività, anche di trucchi del mestiere tipici della serialità come quello di lasciare nel dubbio gli spettatori affinché guardino l’episodio successivo (i famosi “cliffhanger”).
Ecco, ci permettiamo di dire questo al nostro amato Verdone (che tra l’altro ci onora citando in ben due occasioni Roma Today): caro Carlo, perché quel monologo finale non lo hai fatto alla fine di ogni episodio, per raccontarci solo con la tua calda voce i tuoi pensieri, invece che (oppure oltre che) affidarti a immagini oniriche? Personalmente, vogliamo credere che Vita da Carlo proseguirà almeno per una seconda stagione: se così fosse, pensa al nostro consiglio di divoratori seriali. Se così non fosse, invece, devi assolutamente chiarirci un paio di dubbi sul finale.


CURIOSITÀ: COME È NATO VITA DA CARLO?

Prima di ridurre a un voto il nostro giudizio sulla serie, vi riportiamo le note di regia con cui Verdone ha spiegato la genesi di questa serie. “Vita da Carlo nasce da un’intuizione di Nicola Guaglianone e Menotti nel corso della scrittura di Benedetta Follia. Ci prendevamo delle pause durante il lavoro di sceneggiatura, nelle quali venivo spesso interrogato e stimolato su alcune vicende divertenti e assurde della mia vera vita privata. L’idea di cimentarmi in un nuovo modo di scrittura e regia, quello delle serie, nacque proprio in quel periodo. Terminata la sceneggiatura del film, Guaglianone e Menotti prepararono un soggetto di massima, con la mia collaborazione, in dieci puntate. Venne fuori un concept che subito attirò l’attenzione dei miei produttori di Filmauro, Aurelio e Luigi De Laurentiis e di Amazon Prime Video. Con l’ingresso nella revisione approfondita del soggetto e nei dialoghi definitivi di Pasquale Plastino, Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni, l’intero copione di dieci episodi da trenta minuti fu terminato in due mesi e mezzo. Per farla breve Vita da Carlo è la storia di Carlo – fra realtà e immaginazione – amato, celebrato ma schiacciato da una vita al limite della sopportazione per l’invadenza costante, quotidiana, di personaggi che gli succhiano energie, serenità, chiedendo favori, consulenze mediche, interviste su qualsiasi argomento. È la vita faticosa, tormentata e spesso miserabile di un uomo che potrebbe godersi il successo di tanti anni di lavoro e invece, per troppa disponibilità, si ritrova ad esser travolto da una vita ansiogena ed insopportabile. Quando un giorno la politica vedrà in lui, grazie alla popolarità e stima di cui gode, la persona ideale per candidarlo a sindaco di Roma, la sua vita diventerà ancor più infernale. E quella serenità tanto ricercata nei suoi settant’anni, sarà un vero miraggio”.
“Ricorderò Vita da Carlo come il lavoro più faticoso di tutta la mia carriera, in quanto non c’è stato un giorno che non fossi in scena come attore. Ma anche come l’inizio di una nuova avventura stilistica cinematografica che spero possa portare a me e a tutti i miei straordinari collaboratori buoni frutti futuri. Il pubblico ce lo dirà”.

Voto: 7.5


OGGI VI DICO… LA FATICA

“La serenità si raggiunge con molto affanno.” (Michelangelo)

“La lode arriva solo dopo che la fatica le ha aperto la strada.” (Publilio Siro)

“Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo.” (Lucio Anneo Seneca)

“L’uomo è nato per conquistare a fatica ogni centimetro di terreno. Nato per lottare, nato per morire.”
(Charles Bukowski)

“La fortuna non è dovuta al caso ma alla fatica, il costoso sorriso della buona sorte si deve guadagnare.” (Emily Dickinson)



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