OGGI VI DICO…SANREMO, IL PEGGIO E IL MEGLIO…

“Cesare Lanza ha un pregiudizio ideologico verso la televisione morbida, educata…” (Marinella Venegoni de “la Stampa” a Domenica in, 23 febbraio 2014).

 

A PROPOSITO DI SANREMO.

 

Oggi lasciamo il testo che ho scritto ieri. Aggiungo solo questa nota, con qualche aggiunta. 1. Mi piace Arisa, una contadinella spontanea, non ancora sporcata dalle paludi italiane. 2. La canzone dell’estate potrebbe essere “Pedala”, la più orecchiabile: sembra dedicata a Renzi, che ha voluto la bicicletta, anzi se l’è presa, e ora deve pedalare… Renzi ha avuto aiutini, come li ha regolarmente la Juve tutte le volte che si trova in difficoltà. Ma è più facile per la Juve vincere l’ennesimo scudetto grazie agli arbitri amici, piuttosto che per Renzi evitare agguati e trappole… Ciononostante scommetto che Matteo durerà almeno fino alla primavera del 2015. 3. Pedalare non basterà per rilanciare Sanremo: il Festival è in agonia. Ci vuole una scelta forte. Propongo Maurizio Crozza. E una scelta drastica: o si recuperano la gara e le canzoni: o si lascia spazio allo spettacolo, rinunciando alla valenza delle canzoni (i grandi cantanti non accettano di sprofondare nella poltiglia, col rischio per di più di essere eliminati…) 4. Quanto al regolamento, TRASPARENZA! In tutto e per tutto, non come si è fatto con quei due poveracci aspiranti suicidi! Proibiti sui programmi RAI, alla fine sono andati a Canale 5, dalla signora D’Urso. Perché?

 

ATTUALIZZANDO… NO, DETESTO L’IPOCRISIA.

 

Cara amica Marinella, ci conosciamo da tanti anni, ci vediamo troppo raramente e quasi sempre siamo in disaccordo. Sbagli, tesoro mio. Adoro la televisione educata, detesto finzioni e ipocrisie. Il de cuius Mauro Mazza mi massacrò il più bel progetto della mia vita, sulla meritocrazia. “Socrate 2000”. Perché, ricambiato, gli stavo sulle palle (che difatti non aveva, come direttore di Raiuno). Ieri ho salutato il pubblico di Domenica in, dicendo ciò che penso: “Vorrei un’altra fischiatina… Il Festival è stato caratterizzato da morti e moribondi. Sono contento di esserne uscito vivo e sono contento che siate voi tutti, così potete fischiarmi e non so perché”.

 

IL PEGGIO DI SANREMO.

 

LIGABUE CHE HA MASSACRATO DÈ ANDRÈ. Non ha cantato nè come Ligabue nè come De Andrè. CRISTIANO CHE HA MASSACRATO IL PAPÀ. Vuoto, senz’anima, sguardo opaco. Bisognerebbe strozzare in culla i figli dei grandissimi che vogliono lucrare sul successo dei padri. Inquietante. IL CERCHIOBOTTISTA FAZIO. Aveva un grande talento, lo ha distrutto, pur di restare nel giro della politica vincente, del successo fondato sul nulla. Peccato. È niente sul niente. L’ORCHESTRA PER LA SCENOGRAFIA. L’orchestra è stata relegata in vetrina, come le prostitute di Amsterdam. Brutta cosa. I COSTUMI. Ma chi ha disegnato certi costumi? Vogliamo parlare di Giusi Ferreri e di Laetitia Casta?

LE KESSLER. Le ho invitate a raggiungermi nella mia suite a Villa Arzilla. Parleremmo di struggenti ricordi, senza procurare malinconia al resto del mondo. LAETITIA CASTA CHE HA DISTRUTTO MONICA VITTI. E non dico altro, al confronto. Neanche due parole per chiedere scusa!

 

IL MEGLIO DI SANREMO.

 

ALCUNE RIEVOCAZIONI, troppe però e ne mancava almeno una, essenziale: per Franco Califano. CAT STEVENS. Grandioso, perché relegarlo a fine serata? GINO PAOLI. Dalla platea gridavo di dargli spazio, di fargli cantare almeno Sapore di sale, Quattro amici al bar, Albergo a ore… Macché! Che vergogna! MAURIZIO CROZZA. Assoluto dominatore, la Rai dovrebbe ingaggiarlo come PRESENTATORE NEL 2015?… IL GRUPPO ISRAELIANO che ha improvvisato una serie di motivi di canzoni: l’unica idea che ho invidiato, mi sarebbe piaciuto averla.

 

 

Un festival cimiteriale, di morti moribondi e tombe! Almeno ci fosse stato un pizzico di poesia e di nobiltà di Spoon River! No… ! Solo ipocrisia. Come il monologo della Littizzetto sui portatori di handicap… Perché non avete dedicato una serata intera ai diversi? Troppo facile dire quattro parole moralistiche, e poi avanti come prima. IL FUTURO. Il Festival è morto, viva il Festival. Per rifondarlo, bisogna scegliere: o le canzoni; o lo spettacolo. Le ambiguità, i compromessi, le mediazioni ci hanno stufato!

 

25-02-2014

 

* Se avete voglia, scrivetemi quel che volete: indirizzando però a cesare@lamescolanza.com