“Siamo corrotti, corruttori, corruttibili. E siamo anche un Paese che non è mai stato capace di fare una rivoluzione” (Oliviero Toscani a “La Gabbia”, 13 luglio 2016)
ATTUALIZZANDO… UNA RIFLESSIONE SULLA TRAGEDIA
Si dice adesso che il problema non è stato quello del binario unico, si dice che in Italia c’è un numero meno alto di binari unici, nelle ferrovie, rispetto a quello di Paesi europei più moderni e civili del nostro. A me dispiacerebbe che, alla fine, il cerino delle responsabilità restasse acceso in mano al povero diavolo di un capostazione, colpevole di un umanissimo errore. E mi permetto di ribadire ciò che ho scritto ieri, il problema è più ampio e profondo. Un povero diavolo può sbagliare, come tutti noi. Ma fatto sta che, se in altri Paesi i binari unici sono più numerosi dei nostri, e se non succedono tragedie come quelle che hanno colpito l’Italia, suppongo che la ragione stia nel fatto che altrove siano utilizzate tecnologie più razionali e moderne rispetto ai nostri fotogrammi. Senza contare che, nel luogo della catastrofe (23 morti, 52 feriti il bilancio definitivo) passano 140 treni in 19 ore, ma solo oggi viene denunciata questa agghiacciante cifra: solo oggi si dice che la sicurezza è impossibile, in una realtà tanto insidiosa.
Ha ragione Oliviero Toscani, a mio parere. Come ho scritto ieri, in ogni settore della vita italiana ci sarebbero meno disastri, se non fossimo un Paese “corrotto, corruttore e corruttibile”. Se il denaro pubblico fosse gestito e utilizzato per – in questo caso – ridurre il numero di binari unici, utilizzare tecnologie moderne, personale preparato e competente, e così via. Uguale riflessione per lo scempio non solo nei trasporti, ma negli ospedali, nella gestione della sicurezza, dell’igiene, del territorio, in tutto ciò che riguarda la nostra vita quotidiana. Meno sprechi, meno ruberie, più attenzione e rigore per gli interessi della comunità.
C’E’ UNA PUGLIA DA AMARE, ANCHE NEL MOMENTO DEL DOLORE
C’è una meravigliosa Puglia che amo da sempre, quella dei Trulli e quella di Parigi che se avesse il mare sarebbe “quasi” come Bari; quella del mare pulito, del Gargano e delle Isole Tremiti; quella dello straordinario Barocco di Lecce, della città bianca di Ostuni; quella della tradizionale gentilezza dei pugliesi e quella del senso dell’umorismo irresistibile di tanti attori comici, non solo Checco Zalone… Oggi sappiamo che c’è una Puglia capace di mobilitarsi, come molto raramente abbiamo visto in occasioni analoghe, per accorrere sul luogo della tragedia, soccorrere i feriti, provvedere alle drammatiche urgenze col cuore in mano, con tempi da record. Questa Puglia ha diritto alla verità e alla giustizia, ci trasmette fiducia e speranza.
IN MORTE DI PROVENZANO / GIANNELLI E SPINOZA
Da segnalare una singolare identità di vedute tra i due umoristi più folgoranti, in attività ogni giorno sul grande Corriere della Sera e sul piccolo, impertinente il Fatto. www.spinoza.it: “Anche Provenzano e lo Stato viaggiavano sullo stesso binario, ma mica mai si sono scontrati”. Giannelli in una vignetta che vede San Pietro a colloquio con Dio. San Pietro: “E’ arrivato Provenzano!” Dio: “Mi raccomando: immediatamente al 41 bis dell’Inferno e nessuna trattativa!!”.
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NON SOLO ITALIA, ANCHE IN FRANCIA…
“Olivier, il parrucchiere di Hollande, presidente della Repubblica Francese, costa ai francesi 10mila euro al mese. Un giornale satirico pubblica il contratto: a disposizione del presidente 24 ore su 24”. Non vorrei essere considerato in vena di tenerezze per Berlusconi, ricordando che anche il Cavaliere spendeva cifre folli per nascondere la calvizie, tentare trapianti, forse anche usare parrucchini: Silvio, però, spendeva soldi di tasca sua.
INCONGRUENZE / LA SMODATA PUBBLICITA’ DI ENAV
Enav, “Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo”, da qualche tempo ci infligge spot televisivi, presumibilmente di alto costo, per celebrare la propria immagine e le proprie ambizioni: si sta attivando per essere quotata in borsa. Domanda: si tratta di denaro ben speso, corrisponde a finalità di interesse pubblico? Certo è che la celebrazione ovviamente non dice ciò che al contrario affermano le cronache dei giornali: in questi stessi giorni si registra un esposto dei sindacati alla Procura di Roma contro la privatizzazione, “decisa senza atto parlamentare, con varie irregolarità”. Sorvolo sulle contestazioni e sulle accuse. Ne faccio, in termini di comunicazione, solo una questione di opportunità: è il caso di spendere tanto denaro per incensarsi, quando sarebbe più serio rispondere, possibilmente in maniera documentata, alle tante pesanti accuse? Sono un fautore / sostenitore della pubblicità, ma non quando – per fortuna raramente, è utilizzata per distrarre, coprire, sopire. Lo slogan di Enav vorrebbe coinvolgerci così: “Guardiamo in alto insieme!”. E se invece guardassimo in basso, nella realtà, per informare coscienziosamente l’opinione pubblica?
LETTERE / COME STRONCARE IL MALCOSTUME DEI CALCIATORI
Indubbiamente, il calcio accende interessi istantanei, in varie direzioni. Ieri deploravo il malcostume di campioni di calcio importanti, ma anche di pipponi e mezze pippe, che si infischiano dei contratti firmati e puntualmente, periodicamente, pretendono retribuzioni più alte. Via e-mail, sms, e anche da qualche telefonata da parte di amici appassionati di calcio come me, ho ricevuto tanti consensi. Ma mi sono stupito nel sentirmi chiedere: “Facile a dirsi! Ma, in pratica, come si potrebbe fare per esigere il rispetto dei contratti?”. A mia volta mi stupisco… penso che in qualche breve riunione tra giuristi, dirigenti del mondo del football e altri esperti, sarebbe facile trovare numerosi, possibili soluzioni. Perché non si fa? Non credo di essere malizioso, se ipotizzo che nel mondo dominato dal denaro, e in questo senso il calcio è in prima linea, molti sguazzano nelle cascate di euro, dollari, sterline e – da qualche anno – valuta pregiata araba e cinese!
Ad ogni modo, non mi tiro indietro e vi propongo la “mia” soluzione: un anno, e anche più, di squalifica per i calciatori che chiedono di stravolgere accordi e contratti già sottoscritti; e per tutelare gli interessi e le finanze dei club, basterebbe un adeguato sistema assicurativo. Penso però che nessun campione, e men che mai le schiappe, oserebbero più continuare in questa abitudine, francamente antipatica e scorretta, se non estorsiva.
cesare@lamescolanza.com
14.07.2016