OGGI VI DICO CHE… L’ONESTA’ DI MARCO PORCIO CATONE, IL CENSORE

“L’accampamento gli si confaceva meglio del Foro, perché con più pertinenza poteva farvi appello alla disciplina, ch’egli considerava la condizione dei valori morali. Pare che fosse un generale pignolo. Mai soldati glielo perdonavano perché marciava a piedi come loro, combatteva con tranquillo coraggio e, al momento del saccheggio, che rientrava nei diritti del vincitore, concedeva ad ognuno una libbra d’argento sul bottino, che poi consegnava interamente al Senato, senza trattenerne neanche un’oncia per sé.” (Indro Montanelli, “Ritratti”, Rizzoli, luglio 1988)

ATTUALIZZANDO… IL BUON ESEMPIO PRIMA DI TUTTO
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Ho riletto per caso quel vecchio libro di Indro e, riflettendo sul ritratto di Catone il Censore, mi sono ancor più fermamente convinto (lo penso da sempre!), che il vero problema del governo di fronte ai cittadini è quello di dare il buon esempio. La corruzione c’è stata sempre, dovunque, ed era scandalosa e considerata “insostenibile”, come oggi, anche ai tempi di Catone (duecento, cento anni prima di Cristo: anche prima e anche in seguito)… La corruzione è insita nell’animo umano! Si può uscire dal dramma solo dando il buon esempio, come faceva questo singolare personaggio dell’antica Roma. Perché i cittadini dovrebbero seguirti, se non solo sei ladro ma sei anche egoista? Prova ad essere onesto in maniera trasparente e a dare il buon esempio, solo in questo modo qualcuno (Renzi? Spero di sì, è vergine, è credibile) può tentare di farci uscire dal tunnel.

FURTI 1. A CASA MIA, QUALCHE RIFLESSIONE

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E’ stata una domenica orribile. A parte la claudicante salute e le sconfitte ingiuste del Genoa e della Roma, in mattinata ho anche subìto un brutto furto in casa. Ci sono forse furti belli? Direi di no. Però a me è andata così: io e mia moglie verso le 11 siamo usciti per andare a far colazione in un simpatico bar di piazza Vescovio. Dopo una mezzoretta ha chiamato nostra figlia, dicendo che c’erano dei ladri o, comunque, persone sconosciute in casa. Abbiamo chiamato il 113 e in taxi ci siamo precipitati a casa. Qui il danno era fatto. I ladri non si erano minimamente allarmati per i cani che abbaiavano, anzi li hanno azzittiti, sono entrati e li hanno chiusi in terrazza. Hanno anche capito che mia figlia aveva percepito la forzatura della porta, ma non si sono impressionati: a colpo sicuro sono andati in camera da letto e hanno portato via i pochi gioielli di mia moglie. Non hanno toccato nient’altro. I poliziotti sono arrivati qualche istante dopo e ci hanno detto che in genere questi furti hanno la medesima caratteristica: i ladri vanno di corsa in camera da letto, dove non solo io e mia moglie, ma molti altri furboni come noi, di solito nel comò nascondiamo le cose di valore.

Perché ne parlo? Lo scoprirete nel capitoletto successivo. Per il momento, posso solo dire una cosa: si avverte, di fronte a un furto, una sensazione di violenza ingiusta e immeritata, anche un senso di impotenza. In Italia, secondo le statistiche, c’è un furto ogni due minuti, ovvero, se la statistica è esatta, 30 ogni ora; 660 entro ventiquattr’ore, quindi 20 mila ogni mese. E, diciamolo, 240 mila circa ogni anno. Chi siamo noi – così ho cercato di consolare mia moglie – per dichiararci vittime, di fronte a questo mare di numeri?

FURTI 2. UN CONDOMINO MI RUBA IL CORRIERE

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La domenica era cominciata in modo ancor più spiacevole. Quando può, mia figlia esce presto e va ad acquistare i giornali che leggo ogni giorno, poi li lascia sulla cassetta della posta. Questo succede intorno alle 8. Quando ieri mia moglie e io, alle 11, siamo usciti di casa per il nostro breakfast, ho scoperto che sulla cassetta della posta i giornali c’erano, ma ne mancava uno: il Corriere della sera (c’era il supplemento “La lettura”, ma il quotidiano no). Che dire? Considerando che alla domenica le visite sono rare, ladri a parte, il cleptomane potrebbe essere stato, con grande probabilità, un amico del condominio. Ma perché? Con dispiacere e risentimento, mi faccio qualche domanda. 1: La tentazione fa l’uomo ladro, ma allora perché rubare solo il Corriere? 2: Perché rubare solo il Corriere e non anche il supplemento “La lettura”? Perché è un supplemento molto discutibile o perché la cultura non interessa al simpatico condomino? 3: Perché non restituire il Corriere dopo averlo letto? Conclusione: ci sono i ladri di professione che mi hanno portato via i gioielli; ci sono i ladri di occasione, che mi hanno portato via il Corriere. Forse più allarmante questa seconda categoria, con il sospetto di non poter fidarsi degli inquilini dei piani a fianco. Preferisco pensare che si tratti di un visitatore esterno, non di un coinquilino! Nel dubbio concludo con una preghiera: domenica prossima se volete leggere i miei giornali, fatelo pure. Però non spiegazzateli e restituitemeli. Grazie!

SCHERZI DA BAMBINI / IL CUGINO DI GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA

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Fulco di Verdura, “bambino insolente e di complicata malignità”, era cugino alla lontana, compagno di gioco di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, futuro autore del “Gattopardo”. Secondo il racconto di Salvatore Silvano Nigro, Fulco amava raccontare le bravate del padre e dello zio, che ai loro tempi si erano divertiti alle spalle di una nonna centenaria, ormai del tutto stolida, che però pretendeva ricevere visite di cortesia… “Le portavano in camera un gatto o un cane presentandolo come una visita e lei sorridendo diceva: “S’accomodasse”. Una volta le portarono un gallo, dicendole: “Nonna, questo non c’è bisogno di presentarlo perché te lo devi ricordare”. E la vecchia signora con cortesia settecentesca: “La faccia mi è nota, ma la voce no”.

TURISMO, ITALIA AL QUARTO POSTO

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Se le statistiche non sono cambiate negli ultimi anni, la Francia è al primo posto negli arrivi internazionali, segue la Spagna, poi gli Stati Uniti. Al quarto posto l’Italia, con metà delle visite di cui ha goduto la Francia. Quinta la Cina, sesto il Regno Unito, settimo il Messico e ottavo il Canada.

 

cesare@lamescolanza.com

10-03-2014