OGGI VI DICO CHE… LE DONNE E IL SACERDOZIO

“Il sacerdozio per le donne può essere perfettamente comprensibile in una società in cui le donne esercitano tutte le professioni liberali, dirigono imprese, siedono nei Parlamenti, hanno cattedre universitarie e combattono.” (Sergio Romano, “Lettere al Corriere”, 14 marzo 2014).

ATTUALIZZANDO… IL PAPA E’ FAVOREVOLE

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Sergio Romano risponde a una lettera, chiara e intelligente, firmata da veronica.tussi@tiscali.it: “Oggi non c’è nessuna ragione seria per escludere la donna dal sacerdozio. Se il Papa lo dichiarasse apertamente, nella Chiesa ci sarebbe davvero una rivoluzione. Rivoluzione che sicuramente avrebbe i suoi effetti anche nella nostra società.” Nella sua risposta, Sergio Romano si spinge a interpretare una risposta del Pontefice all’intervista del direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, come una cauta, ma evidente apertura. Spero, come amico delle donne, che sia davvero così. Sicuramente, come dice la lettrice, una rivoluzione di questo tipo produrrebbe effetti positivi anche sulla nostra società, dove solo pochi giorni fa – nel segreto dell’urna – le donne si sono viste beffare dai loro colleghi maschi…

ISOTTA / DINO CIANI, IL PIANISTA PIU’ AMATO DAGLI DEI

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Il grande intenditore di musica Paolo Isotta ha la qualità dei grandi divulgatori: da una parte le sue opinioni, rappresentano un sigillo su qualsiasi dibattito, “così parlò Isotta”, e si può essere tranquilli, difficilmente i suoi giudizi possono essere contestati; per altro verso, fattore fondamentale per l’insegnamento e la crescita della cultura, è un formidabile divulgatore. Accende curiosità, crea interesse e passione. L’ultimo esempio è di oggi, almeno per me, che non sono intenditore e neanche studioso, ma affamato di sapere e di cultura sì. Isotta ci racconta Dino Ciani, “il pianista più amato dagli dei”, quarant’anni dopo la scomparsa del musicista. Ciani morì a trentatré anni, in un incidente stradale. L’elzeviro di Paolo Isotta è un godimento per lo spirito. Isotta ricorda i concerti  di Ciani con Claudio Abbado, la sua presenza al debutto di Riccardo Muti alla Scala con la Fantasia in do minore di Beethoven e conclude così: “Di lui può dirsi ciò che fu detto per un altro musicista caro agli Dei e quindi presto rapito, a soli trentun anni, Franz Schubert: “Con lui perdiamo un ricco tesoro, ma ancor più meravigliose speranze”.
INGHILTERRA, TI INVIDIO!… I BANCHIERI RESTITUISCANO IL BONUS

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In Inghilterra i banchieri che hanno intascato bonus a fronte di operazioni spericolate rischiano grosso. Il governatore della Banca Centrale Mark Carney chiede la restituzione di sei anni di bonus. Evviva! Qua la mano, caro Mark! Quando vengo a Londra posso chiederti di farci una birretta. Vorrei che anche in Italia si facesse come proponi tu. Un grande scandalo sono non solo i megastipendi dei manager pubblici, ma anche, e soprattutto, i bonus e le liquidazioni che molti lazzaroni incassano, anche quando con le loro azioni disastrose mandano a picco le aziende che a loro sono state affidate (con stolta superficialità, con viscidi interventi della politica).

CALCIO E PROVERBI, I CALCIATORI COME I MONACI

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C’è un delizioso proverbio siciliano, che traduco così: “Il monaco bravo non lo fanno uscire dal convento”. Lo dedico a quei grandi club italiani del calcio, che si illudono di fare grandi affari, ingaggiando calciatori che militano nei grandissimi club europei vincenti… Barcellona, Chelsea, Bayern, Real Madrid, Manchester City e Manchester United… Il più delle volte si tratta di pipponi: veri, mascherati, alla fine della carriera… Perché un grandissimo club dovrebbe privarsi delle prestazioni di un grande calciatore? Perché noi italiani siamo più furbi? Boh… Come i monaci, se un calciatore è bravo non lo lasciano uscire dal suo club.

SINISA MIHAJLOVIC, A CENA SENZA FRENI

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Ammiro molto Mihajlovic: come calciatore aveva carattere, era un generoso centrocampista, un micidiale cecchino nei tiri di punizione… Come allenatore (peccato che lo abbia la Samp, io tengo al Genoa…) si sta rivelando bravissimo. E’ stato a lungo al fianco di Mancini, uno dei più intelligenti calciatori/allenatori di scuola italiana, poi ha fatto molta gavetta, ora si sta imponendo. Mi congratulo anche con Miha, buongustaio come molti slavi. Quando giocava era molto severo con se stesso, ora lo è con i suoi giocatori. Quanto a lui… beh, lunedì scorso con la moglie e amici festeggiava non so che all’Assunta Madre, il miglior ristorante di pesce di Roma. Dopo pesci in quantità industriale, lo hanno visto ordinare una cofanata di gnocchi e aragoste… Alla salute!

 

QUESTO WEEK END E’ TORNATO IL BUON UMORE

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Ho ricevuto tanti messaggi affettuosi la settimana scorsa, perché – forse esagerando e vittimizzandomi – non vi avevo nascosto una certa, precaria condizione di salute. Scrivevo che c’erano ombre da scacciare. Bene, in questa settimana le ombre sono state spazzate via tutte. Tutte, tranne una: non vi dico cosa, ma se vi confido che sono stato invitato a seguire una rigida dieta (Miha, mai a cena con te!), non è difficile capire quale sia il mio insidioso malanno.

CONSIGLI SU COME TRATTARE UN PARENTE O AMICO MALATO

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Allora: ciò che ho scritto prima è una futilità personale, dedicata solo a quelli che si sono interessati a me; gli altri giustamente si saranno annoiati. Quindi mi faccio perdonare con due considerazioni sulla condizione del malato, valide per tutti, per i malati, per quelli che debbono occuparsene e per i medici. Cominciamo dai medici: la maggior disgrazia è se vi capita di finire sotto le cure di un medico catastrofista. Il medico che vi tortura e vi terrorizza con le sue previsioni catastrofiche, lo fa per tre ragioni: la prima è che sia un onesto pessimista; la seconda è che sia un astuto mercante, che approfitta della vostra malattia per ingigantire le spese mediche, dei farmaci, dell’assistenza in clinica o in ospedale. La terza ipotesi (maledizione: la più diffusa) è la paura dell’indennizzo, ovvero il timore di un errore che possa indurre il malato o la sua famiglia a chiedere un risarcimento, per una diagnosi superficiale. Una volta c’erano i grandi clinici, che ti guardavano in faccia e stabilivano quale fosse il problema. Oggi c’è una possibilità di infinite analisi, che possono escludere ogni ipotesi pericolosa, oppure indurre i medici a ulteriori accertamenti. Quindi, il medico prudente fa questo ragionamento: perché debbo rischiare di prendere una cantonata  (anche se, verosimilmente, il mio paziente non ha nulla) ? Ordino analisi, biopsie, approfondimenti invasivi e non, e sto tranquillo. Per novantanove (novecentonovantanove direi) casi, non c’è bisogno di nessuna analisi… Su cento (mille) un caso di malattia vera potrebbe saltar fuori, e io sto tranquillo. Non importa se questo modo di ragionare induce il paziente a settimane di ansia, perdite di tempo, mucchietti di spese inutili…

Quanto ai malati, o sospetti tali, l’amico o il parente sanno quale atteggiamento dovrebbe tenere? Coccole, indifferenza, sgridate, ammonimenti, previsioni terribili, lacrime nascoste, ecc? Fate voi. De gustibus…

Per quanto mi riguarda,  ringrazio tutti per eventuali coccole e tenerezze; se non ne siete capaci, vi prego di astenervi. Per me, in caso di mancanza di affettuosità, la miglior terapia per un malato è la solitudine.

 

* E infine buon week end anche a chi mi vuol male (sarò più forte). Scrivete però indirizzando acesare@lamescolanza.com

 

 

14.03.14