OGGI VI DICO CHE… LE DIMISSIONI DI BLATTER

“Anche il Calcio si dimette. Solo i nostri politici non si dimettono mai. Sono persone serie e coraggiose, che vanno avanti imperterrite per la loro strada…” (Domenico Mazzullo)

ATTUALIZZANDO…UNA PESSIMA DIVERSITA’ ITALIANA

JOSEPH BLATTER

Il sarcasmo amaro di “Dom” Mazzullo, psichiatra di fama e popolare opinionista in televisione, mette il dito nella piaga – perdonate la frase fatta! – forse più vergognosa, una pessima diversità italiana, rispetto a usi e costumi dei Paesi occidentali: la sconfitta, in politica, non lascia mai tracce, altrove i politici sconfitti si dimettono immediatamente. In casa nostra, mai. Ricordo solo un caso di dimissioni significative: quelle di Cossiga, ministro degli Interni, dopo la fine tragica di Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Questa meschinità di difendere la propria poltrona con le unghie, e con facce da bronzo, oltre all’insostenibilità etica frena e paralizza il ricambio della classe dirigente. Eppure la dignità delle dimissioni lascia aperta la finestra per la resurrezione politica: come fu per Cossiga, che qualche anno dopo arrivò alla presidenza della Repubblica. Le dimissioni di Blatter, molto “italiano” nel difendere la poltronissima della sua FIFA, dimostrano che per tutti esiste un limite: vista la sua età ultra senile, è da escludere una resurrezione in stile Cossiga. Ma non è da escludere che cambi idea, da oggi al 2016, data prudentemente indicata per lasciare, finalmente, il cadreghino.

IN MORTE DI DANIELE, UN GIOVANE DI STRAORDINARIA QUALITA’

aldilà

Oggi è un giorno tristissimo, nella notte, dopo mesi di sofferenza straziante, se n’è andato Daniele, un ragazzo molto vicino alla mia famiglia, affezionato a noi come noi a lui. Aveva solo ventisette anni, e questo dice tutto – sul non senso della vita, così come l’ha immaginata chi l’ha inventata, per noi umani. Perciò non riesco ad avere fede in Dio (e invidio chi ce l’ha, trovando conforto almeno in quella): come può esistere un Dio, che consenta tragedie immani e orribili nel mondo e, nella nostra vita quotidiana, un dolore – per chi ne è vittima –  di inspiegabili ragione e misura? Poveri genitori di Daniele! “Daniele era un giovane gioioso ironico luminoso”, dicono tutti quelli che lo hanno conosciuto a fondo, quotidianamente. Amava la vita, era certamente destinato a una vita importante, ma alla vita è stato strappato dalla crudeltà indifferente, che mai riuscirò a capire ed accettare, del destino.

“SOCRATE” IN RICORDO DI DANIELE / L’ESTREMO PASTICCIO POLITICO IN CAMPANIA

Rosy Bindi

Se Daniele miracolosamente fosse guarito, gli avrei chiesto di partecipare – con la sua qualità – al nostro movimento di opinione “Socrate” a sostegno del merito, contro la rassegnazione e tutti i pregiudizi. Aveva tutti i requisiti utili per impegnarsi nel progetto di cambiare la miserabile condizione in cui è ridotta l’Italia: una giovinezza positiva, la consapevolezza di insostenibili ingiustizie e storture, un entusiasmo concreto, il senso del rispetto della persona e delle opinioni degli altri, la volontà, onesta trasparente e intransigente, di cambiare. Oggi, in questo giorno di dolore e di lutto, desidero intitolare al suo nome, per il primo mese, questo mese di giugno, un premio simbolico (il movimento non è ricco, non ha finanziamenti, è mosso dalla passione e dalla fatica individuali) da destinare al giovane under 30 che meglio sappia esprimere una riflessione su un tema di attualità. In questo primo mese, per il Premio Socrate intitolato, a giugno, al ricordo di Daniele, vi propongo una riflessione sull’incredibile, inaudito, indecente pasticciaccio che investe il Pd dopo le elezioni regionali in Campania. Riassumo: 1. Il Pd ha ammesso De Luca come candidato alle primarie. 2. De Luca le ha vinte. 3. De Luca, benché sospeso per la legge Severino, ha guidato la lista elettorale del Pd e il segretario e premier Renzi lo ha benedetto. 4. De Luca ha vinto le elezioni. 5. Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, alla vigilia delle elezioni ha inserito il nome di De Luca, suo collega di partito, nella lista dei cosiddetti “impresentabili”. 6. Si spalanca un problema intricatissimo: a) De Luca, neo eletto presidente della Regione Campania, sarà sospeso in base alla legge Severino? b) e chi lo sostituirà? secondo legge, dovrebbe essere il vicepresidente… ma il vicepresidente non esiste c) oppure si dovranno rifare le elezioni con quanto tutto ciò comporterebbe: costi, burocrazie, ingovernabilità della regione d) cosa farà Renzi? Il pd, fino ad oggi (vedi – non solo – le infinite vertenze contro Berlusconi)  ha sempre detto che le regole non vanno rispettate… 7. Se Renzi risolve il rebus, con un decreto legge che modifichi la Severino, si aprirà uno scandalo pericoloso per il governo sul tema: De Luca è al di sopra delle legge? 8. Se Renzi non interverrà, si aprirà un estenuante conflitto giuridico/ politico, in attesa di ciò che potrà decidere la Corte Costituzionale… 9. Nel frattempo, come ciliegina sulla torta…

CAMPANIA / TRE COMMENTI INDISPENSABILI… SU RENZI, DE LUCA, SEVERINO

Vincenzo De Luca

Il primo, per rispondere alla diffusa domanda: perché Renzi non ha bloccato sul nascere la candidatura di De Luca? A me la spiegazione sembra semplice: Renzi non ha bloccato De Luca alle primarie perché, forse, pensava e sperava che De Luca le perdesse. Poi, non ha bloccato De Luca perché, se lo avesse fatto, De Luca, elettoralmente fortissimo, si sarebbe candidato comunque con un’altra lista, con alte probabilità di vincere. / Il secondo commento: De Luca, come sindaco di Salerno, è stato un eccellente amministratore, con un larghissimo consenso. Non entro nel merito delle sue grane con la giustizia – che non conosco – ma la sua qualità di amministratore va riconosciuta.  Terzo e ultimo commento: la legge Severino va modificata. Non certo perché lo chiede De Luca, ma perché è una legge sbagliata, che rischia di consegnare la politica alla magistratura: basta un’indagine, un avviso di garanzia, una condanna in primo grado per considerare incandidabile qualsiasi politico o, al minimo, inopportuna la sua candidatura.

IL PREMIO “SOCRATE” MENSILE PER SOSTENERE IL MERITO / A GIUGNO, IN ONORE DI DANIELE

socrate

Ribadisco per chiarezza. E’ istituito un premio mensile (simbolico, ma significativo) per sostenere il merito e divulgarne il valore e l’importanza. In questa prima occasione, nel mese di giugno, il premio è intitolato al giovane Daniele e sarà attribuito al giovane under 30, che saprà proporre una riflessione sul tema politico di attualità: in questo caso il pasticcio inaudito che ha portato De Luca (considerato impresentabile per la legge Severino e per la dichiarazione di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia) alla presidenza della Regione Campania. Aspetto la partecipazione di tutti, ma il premio è riservato ai giovani under 30 perché i giovani rappresentano il nostro futuro.

ANCHE IL “TREMARELLA” INTERVIENE SU RENZI E CAMPANIA

matteo renzi

(Dietro lo pseudonimo “Tremarella” si nasconde un giornalista che ha un ruolo importante nella stampa romana. E “Tremarella”, considerandosi a ragione un informatissimo esperto della politica locale e nazionale, per la sua innata prudenza preferisce non firmarsi con il suo vero nome. Qui, nella nostra casa libertaria, accogliamo le sue note).

“Il risultato delle Regionali non è quello che si attendeva Renzi e molto cambierà nella strategia del premier. Innanzi tutto nel partito: la disfatta ligure ha dimostrato che la sinistra del partito, “la ditta”, se rema contro può far perdere Renzi. Fino a domenica notte non era così chiaro, anzi. Molti nell’entourage del premier ritenevano le Regionali occasione d’oro per regolare una volta per tutte i sospesi con la minoranza. Così non è stato. Renzi ha capito, ora lavorerà per riunire il partito. Il primo test, la riforma della scuola.  “In queste settimane c’è stato anche un altro episodio, apparentemente minore, invece capitale. Renzi ha avuto uno scontro telefonico durissimo con Zingaretti sul tema delle tasse locali. Il tutto è stato poi formalmente ricucito dai due spin doctor, Filippo Sensi per Renzi, Andrea Cappelli per Zingaretti. In realtà, il presidente della Regione Lazio non l’ha mandata giù e ha deciso di partecipare alle primarie quando si aprirà la corsa al voto politico. Sa di non poter vincere, ma sa anche di poter puntare a un risultato tale che lo metterebbe nelle condizioni di trattare con Renzi. Il problema per Zingaretti è non far salire sul proprio carro D’Alema, Bindi, Fassina, cioè tutto quel gruppo dirigente, vecchio e meno vecchio, che sarebbe più una zavorra che una risorsa. “Infine Roma. Renzi prima delle Regionali è stato più volte tentato di aprire subito il capitolo della successione a Marino. Spinto anche dall’ala rutelliana: Gentiloni e Anzaldi in primis. Le Regionali faranno rientrare anche questa ipotesi di lavoro. Paita e Moretti, i due flop benzinai alle Regionali, hanno sentenziato che il premier non ha il magic touch capace di trasformare candidati mediocri in candidati vincenti. Roma è anche più insidiosa in quanto da sempre in mano elettoralmente agli ex Ds. Dunque avanti con Marino, che dopo Mafia Capitale ha avuto un altro colpo di fortuna. In politica il fattore C ha il suo peso.

SANDRA LONARDO / DIO GIUDICHERA’ ROSY BINDI?

Sandra Lonardo

Ho conosciuto Sandra Lonardo, la intervistai anni fa: oggi mi ha colpito la sua invettiva contro il pronunciamento di Rosy Bindi. La Lonardo è arrivata a dire – presumo con motivazioni concrete – che la Bindi ha rovinato la sua vita, medita di querelarla. E infine ha detto che la presidentessa dell’Antimafia dovrà risponde a Dio delle sue azioni. La Lonardo mi piace come (quasi) tutte le persone che sono spinte da una sincera passione, a difesa della propria onorabilità. Premesso questo, laicamente – mi avrete letto qui sopra, spero – sostengo Sandra confidando in una giustizia giusta e nella riabilitazione in terra. Senza aspettare le eventuali sanzioni divine (che peraltro ci resterebbero ignote) da parte di Chi o è indifferente, come temo, o ha ben altri problemi e peccatori a cui dedicarsi.

VITTORIO FELTRI / LE REGIONI SONO INUTILI, COSTOSE E SPESSO CORROTTE

vittorio feltri

Non aggiungo altro, a questo titolo. E non perché sono amico e sostenitore di Vittorio, ma perché in questo caso condivido in pieno la sua opinione. Ho discettato fin qui delle elezioni regionali, ma penso che le Regioni siano una Istituzione inutile, costosa – che spesso favorisce e spinge la corruzione. Abolirle sarebbe un ottimo risultato, per la comunità.

cesare@lamescolanza.com  Si pregano tutti i lettori, in particolare quelli desiderosi di aderire al movimento di opinione “Socrate”a sostegno del merito e contro la rassegnazione  i pregiudizi, di scrivere a questo indirizzo: Lanza risponderà privatamente o pubblicamente, qui. Con le adesioni aggiungete nome e cognome, città di abitazione, se possibile età e lavoro, ogni riferimento utile per le comunicazioni. La privacy sarà rispettata per tutti.

  03.06.15