OGGI VI DICO CHE… L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA

“Se in un uomo che ami ancora scompare poco alla volta il fascino del sesso,  può accadere il nuovo miracolo di trovarti di fronte il bambino che quell’uomo era prima che tu lo abbracciassi come donna,  e allora lo amerai più di prima.” (Arthur Schnitzler,  “Il Libro dei motti e delle riflessioni”, Bur, 2002).

ATTUALIZZANDO… DEDICA NON SOLO ALLE DONNE
Schnitzler
Troppo facile e ingenuo dedicare questo splendido aforisma di Schnitzler alle donne che ho fatto soffrire per amore. Lo dedico a tutte le donne capaci di compiere questo miracolo: trasformare l’amore che provano verso un uomo, coniugale, erotico, sessuale, spirituale, in un sentimento materno. Penso che lo desiderino gli uomini, in grande maggioranza. Purtroppo, forse, per le donne è soprattutto un ripiego.

EDITORIALISTI. SCALFARI E ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
GalliDellaLoggia
Oggi vorrei uscire dal tormentone di deplorare i lunghissimi articoli di fondo, che ci infliggono i più famosi editorialisti… Vorrei dire qualcosa di più. Cito, non a caso, La Repubblica di ieri e il Corriere della Sera di oggi. Eugenio Scalfari, su La Repubblica, ieri ha scritto la consueta e ultra decennale omelia domenicale. Cosa dice, di interessante? Nulla, salvo un’inezia, perché ripete compulsivamente tutto ciò che ha scritto molte volte, e instancabilmente ripetuto. Come ammette egli stesso, nel corso dell’articolessa, più di una volta. Sul disastro italiano, sul futuro, non esclusa la solita fosca previsione che, dopo averci comunicato le immancabili ricette, tutto finirà a schifìo perché non riusciremo, noi poveri italianuzzi e fedeli lettori, a seguire la predica. L’inezia, intrigante, è la notizia che Papa Francesco (rieccolo, e chissà ancora per quanto tempo, nei ricordi del Fondatore) gli ha confidato di apprestarsi a rileggere “I Promessi Sposi”, dopo aver già letto il romanzo manzoniano un paio di volte. Questa noterella marginale, questa sì meriterebbe un approfondimento. Se non altro perché “I Promessi Sposi” passa universalmente per il più grande romanzo italiano dell’Ottocento. A parer mio, non è così, e mi piacerebbe una discussione nel merito. Il più grande romanzo italiano dell’epoca è di Giacomo Casanova, le sue memorie. Non è riconosciuto come tale perché Casanova scrisse in francese e perché l’autore, da allora ad oggi, purtroppo è sputtanato dalla sua fama di avventuriero, seduttore, giocatore e baro, truffatore. Capisco che queste caratteristiche non siano compatibili con una conversazione col Papa, benché privata e estranea alle rigide regole del cerimoniale. Ma tant’é. Quanto a Ernesto Galli della Loggia, butta giù le solite tre colonne, uno scritto esagerato che dilaga nelle pagine interne, sempre su un tema che fa gonfiare i cabbasisi ai suoi pur fedeli ammiratori (come me, debbo confessare). Tre colonne inutili. Le prime due per affermare che la colpa del disastro è di tutti noi; l’ultima parte per affermare temerariamente che gli unici innocenti o comunque avulsi da responsabilità, sono i giornalisti. A dirla tutta, mi sembra una risposta indiretta agli strali che gli lancia Marco Travaglio, sovente, dalla prima pagina de Il Fatto Quotidiano. Che senso ha? Tanto per non andar lontano Della Loggia occupa – anche con merito, se riuscisse ad essere più breve e meno ripetitivo – lo spazio più nobile del Corrierone da qualche lustro. Predica dopo predica, davvero presume di non avere alcuna responsabilità? Lo aveva già dichiarato in una indimenticabile intervista a Il Foglio.

UN CONSIGLIO AI GIOVANI FUTURI GIORNALISTI
taccuinogiovanigiornalisti
Il consiglio non è per quelli che già hanno il loro bravo tesserino di praticanti o di neo professionisti. Perché forse già sono pieni fino al collo dei difettucci del giornalismo di oggi. Il consiglio, scusate la mia nota presunzione, è per quelli che hanno il giornalismo nel sangue, i talenti formidabili che esistono oggi come ieri, e che saprei riconoscere sulla base di una conversazione di cinque minuti. Dunque: provate a sintetizzare l’alluvione
domenicale di Scalfari e, per cominciare altrettanto disgraziatamente la settimana, il mega fondone di oggi di Della Loggia, in dieci righe, non di più. Credetemi, ne bastano anche meno. I direttori di una volta, quelli che oggi non esistono più, dicevano ai cronisti: “Siate brevi e chiari. Immaginate che la vostra cronaca sia un telegramma a vostre spese.” Scalfari e Della Loggia non sanno cosa sia il web, voi, giovani e giovanissimi, sì; e il mondo di internet frequenterete, non la carta stampata. Coraggio! Se mi manderete, ne sono certo, qualcosa di apprezzabile, inoltrerò direttamente ai due famosi predicatori (non spaventatevi, le possibilità di essere assunti a La Repubblica e al Corriere della Sera, che oltre a tutto stanno sfoltendo i ranghi, sarebbero comunque esigue.)

POLITICA, L’ALTRA FACCIA DELL’AUTUNNO
Matteorenzi Berlusconimanette
Finora, almeno nella capitale, abbiamo goduto della tradizionale e felice ottobrata romana. Adesso, almeno metaforicamente, nei cieli della politica italiana e quindi inevitabilmente l’epicentro è a Roma, si preannunciano nuvole e traumatici cambiamenti. Entro dicembre sapremo quel che sarà di Berlusconi, se il governo reggerà, se la destra si spaccherà, se Renzi vincerà le Primarie e il Congresso. L’8 dicembre è una data fatidica, gli appuntamenti del PD e del PDL coincidono. Ma sono convinto che nei 40 giorni che precedono l’8 dicembre, assisteremo a molti colpi di scena, alcuni saranno clamorosamente pubblici, altri saranno parzialmente coperti e oscurati dalla storica abitudine italiana di ordire le trame del potere in stanze segrete. per quanto riguarda Renzi la penso come D’Alema: mi sembra un ottimo candidato per Palazzo Chigi, per guidare un governo di cambiamento; molto meno auspicabile è, al momento, credibile, come segretario del PD. Su Berlusconi non ho l’audacia di esprimere previsioni. So che non è mai tanto vivo quando sembra (politicamente) morto. Anche adesso, sebbene il baratro sembri a pochi centimetri, non mi sento di escludere sorprese, quanto meno un altro pezzo di sua longevità.

BRAVO FORMIGLI, HA BATTUTO LA FIAT
Formigli Fiatlogo
Corrado Formigli ha vinto una causa, che la Fiat gli aveva intentato contro, con una richiesta di risarcimento per danni all’immagine, una bella sommetta di cinque milioni di euro (imputata con lui, anche la RAI). In primo grado di giudizio, nel 2010, Formigli doveva rispondere di quanto aveva firmato e illustrato in una puntata del giovedì di Santoro: era stato condannato per diffamazione. Il pugnace conduttore di “Piazza Pulita”, ha fatto ricorso in appello. E ha vinto. Il tribunale (di Torino!) gli ha dato ragione. Al momento, la Fiat è condannata a pagare le spese processuali, a me sembrerebbe giusto che Corrado, accusato ingiustamente di diffamazione, ottenesse un risarcimento, se non altro per una questione di principio. Comunque sia, la domanda sorge spontanea: la Fiat ricorrerà in Cassazione? Per noi, la scelta è difficile: non farlo, equivarrebbe all’ammissione di aver sbagliato; farlo, pone probabilmente il rischio di un’ulteriore condanna e un nuovo chiasso polemico, e non certo per colpa di Formigli. Dal Lingotto la posizione ufficiale: “Nessun commento e nessun comunicato”. L’impressione – a “Le cinque della sera” – è che sia ancora in corso, coi legali, l’analisi tecnica della condanna per valutare le possibilità di un ricorso in Cassazione. Sarebbe questo, in sintesi, il bene per l’azienda?

 

 

28-10-2013

 

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