OGGI VI DICO CHE… IL GUSTO DEL POTERE

“Cumannari è megghiu ca futtiri” (Antico proverbio catanese, “Adagi, motti,  proverbi e modi proverbiali siciliani compilati dal dottor Vincenzo Scarcella”; Stamperia Fiumara, Messina, 1846).

 

ATTUALIZZANDO…RENZI E I VERTICI DELLE AZIENDE PUBBLICHE

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Qualcuno potrebbe osservare che è presto per affrontare questo argomento. Premesso che è giusto andare per gradi, in realtà nel Palazzo e nei palazzetti romani contigui, dai vertici agli uscieri e ai lavascale, passando per una complessa nomenclatura, ci si chiede che cosa farà il nuovo astro della politica italiana, quando si occuperà del rinnovo delle cariche in grande aziende come Eni, Enel, Poste, Rai e via dicendo.

Per il momento Renzi tace, non dice nulla: non potrebbe fare altro. Il primo problema è suo: riuscirà a consolidare il consenso sulla legge elettorale e le riforme? Se si, il successo sarà di portata pressoché storica: con il suo piglio giovanile, avrebbe risolto storici problemi nel giro di poche settimane. Ma anche in questo caso, non è detto che Renzi, per prima cosa, metta mano sulle nomine nelle aziende, magari a cominciare da quelle relative alla Rai, il terreno di conquista che ha sempre ingolosito tutti. No: dovrà distinguersi dai suoi affamati predecessori. E tuttavia qualcosa farà. Nel caso che l’iter delle riforme e della legge elettorale si complichi, Renzi (se fosse simile ai suoi predecessori) avrebbe molto spazio per irrigidirsi su varie partite, per far sentire comunque il suo peso politico. Non credo che lo farà: si adeguerebbe ai criteri della vecchia politica politicante, che desidera rottamare.

 

IL MENU DELLE NOMINE, 1. C’E’ ANCHE SCARONI.

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Metto le mani avanti: da questo angolo di osservazione, ritengo che non succederà un bel niente. Comunque, sia se Renzi si consoliderà, sia se troverà ostacoli all’interno del Pd, soprattutto, e dei partiti minori, come si dice volgarmente il sindaco di Firenze avrà ben altre gatte da pelare. Ma nel menu delle nomine ci sono personaggi di assoluto valore, il chiacchiericcio è inevitabilmente ricco di gossip e di spunti, quindi mi lascio tentare..

Il nome più importante è quello di Scaroni, che ha vari mandati alle spalle e quindi, se la politica avesse coerenze, per Renzi dovrebbe essere il primo a essere rottamato, nell’isola dei famosi. Più o meno come i vecchi compagni di partito di Matteo, da D’Alema a Bersani, da Finocchiaro alla Bindi! Ma Scaroni ha ottenuto risultati eccellenti, e stimato a livello internazionale, una rimozione e una sostituzione provocherebbero sconquassi inevitabili e un effetto domino sulle altre possibili nomine. Non converrebbe a Renzi fissare semplicemente un appuntamento a Scaroni, nell’immediato, per farsi una bella chiacchierata a quattr’occhi? A mio parere, sì. Ma c’è di più: un piccolo ostacolo sulla strada del dominus dell’Eni, nonché il suo personale orgoglio.

L’ostacolo è l’indagine sulla Saipem in Algeria. Grazie a una simpatica Giamburrasca in gonnella, la signora Linda Lanzillotta, l’accesso a incarichi pubblici deve essere inibito a qualsiasi manager, in caso di rinvio a giudizio. Più importante è l’orgoglio: Scaroni ha tante offerte nel mondo, se annusa non dico bufere, ma semplici perplessità, potrebbe decidere di fare un passo indietro e togliersi di mezzo. Sarebbe un gran danno sia per l’Eni, sia per Renzi, e, anche per l’Italia, una sconfitta per quanto attiene alla meritocrazia.

 

IL MENU DELLE NOMINE, 2. LA RAI DI GUBITOSI.

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Ho già scritto che la Rai è una prelibatezza per il potere politico. Lo è stato sempre e – mi sbilancio – sempre lo sarà, senza Renzi ma anche con Renzi. Perfino Beppe Grillo, che non fa accordi con nessuno, nel caso della Rai si è concesso il piacere di riservarsi una posizione: la presidenza della Vigilanza. E’ difficile resistere a certe tentazioni. Non credo che Renzi possa permettersi di fare irruzione in viale Mazzini, se non a una condizione, molto difficile da perseguire. Dovrebbe rottamare quasi tutto e quasi tutti, determinare l’occupazione della Rai non attraverso i renziani e le varie spartizioni, ma con personaggi assolutamente indipendenti per mente e cultura, senza appartenenze e soprattutto servitù verso i partiti. Semmai succederà, non succederà oggi, né presto.

Vorrei aggiungere che sono preoccupato per la mia adorata Rai. Non si sa ancora se i conti (io ci ho creduto) sono andati a posto, o no. E di tagli, di apprezzabili riduzioni di sprechi, di attenzione ai bilanci si è finora occupato, quasi esclusivamente, il tandem Tarantola/Gubitosi. Come sa chi mi segue, ho incontrato tutti e due e ho avuto convincenti rassicurazioni, che riassumo in due parole in latino: “Primum vivere…”

Un’azienda di comunicazione e di cultura, per di più di servizio pubblico, deve avere però i conti a posto, deve funzionare anche sul piano dei contenuti. Per questo aspetto, vedo solo macerie, o quasi. I grandi e famosi creativi sono scomparsi o sono stati messi alla porta, conduttori e autori, registi e sceneggiatori pensano soprattutto, senza regole, allo share. Non si vedono ambizioni, se non in alcuni programmi cult, mandati in onda di solito nel pieno della notte. Di recente, ho fatto un’osservazione, con riferimento allo splendido momento televisivo, nelle “Invasioni barbariche” di Daria Bignardi: il duetto tra il vecchio Dario Fo e il giovane Mika, un’esemplare congiunzione tra vecchia e nuova cultura, che hanno trovato una geniale fusione, quanto al rapporto trasversale tra diverse generazioni. Mi domando e dico, alla stregua di Totò. Ma cosa impedirebbe alla Rai di avere la signora Bignardi e i suoi autori nel proprio palinsesto? E’ solo un esempio, non so neanche se il merito di quell’idea sia di Daria o di un autore, o di Dario Fo o di Mila. Fatto sta che ha funzionato. E, nonostante lo sterminio, so che alla Rai ci sarebbe il talento di tanti collaboratori e dipendenti per avere idee di uguale qualità.

Altro esempio, tra i tanti, riguarda i servizi sportivi: i personaggi in video non sono di caratura inferiore a quelli di Sky. Ma i tagli alla Rai (telecamere, tecnologie, diritti, ecc.) sono stati feroci e distruttivi, per cui guardare una partita su Sky è un godimento ben diverso rispetto alla telecronaca di una partita trasmessa sulla Rai, che pure del settore sportivo faceva non molti anni fa un fiore all’occhiello.

Conclusione: come nel caso di Scaroni, il massimo che può fare Renzi (sia se si consolida, sia se non arriverà in porto come vorrebbe) è quello di incontrarsi – come con Scaroni – anche con Gubitosi, e sollecitare una maggior prudenza in alcuni tagli e un maggior spazio per il merito. Ovviamente, sognerei tutt’altro, ma realisticamente mi sembra che un cambiamento vero non sia all’orizzonte.

 

IL DECODER DI LANZA, UNA NUOVA RUBRICA

 

Mi fa un po’ senso auto citarmi, ma dal momento che considero “Alle cinque della sera” un diario trasparente, ho l’obbligo e il piacere di annunciarvi una nuova rubrica e soprattutto un nostro sito dedicato alla televisione. La rubrica apparirà qui, con riferimento al link del sito, “Il decoder”. L’ambizione è doppia, da una parte fornirvi un diverso, e mio personale, punto di vista su ciò che si fa in tv; dall’altra, giorno per giorno, pubblicando le mie note e i contributi di chi desidera partecipare, creando a poco a poco – su “Il decoder”- una sorta di dizionario dei personaggi e dei programmi, di cui ci occuperemo. Apertura a tutte le opinioni e/o segnalazioni. Un solo confine rigoroso, anche perché le querele me le beccherei io: il rispetto della persona! Dunque: rispetto delle persone e nostra, e vostra, assoluta libertà di pensiero.

 

TORMENTONI VECCHI E NUOVI: IL CORRIERE, ROSSELLA, LA REPUBBLICA E IL TRENO DI ANDORA

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Mi sveglio di notte, molestato da un dubbio: non sarà opportuno chiudere i vecchi tormentoni e aprirne di nuovi? Mentre il dubbio mi insidia, riassumo..

Sul Corriere della Sera gli editoriali di un Ernesto Galli della Loggia continuano alluvionalmente a proseguire nelle pagine interne, al contrario di quello odierno (complimenti) di Sergio Romano.

Carlo Rossella, che pure ha il merito di limitare a quattro righe la sua “Alta Società”, continua a vivere felicemente, mi auguro per lui, nel suo mondo sdolcinato: oggi è estasiato dal fatto che Jas Gawronsky, in gran forma, con la sua signora è andato al Teatro dell’Opera.

La Repubblica per il secondo giorno va in edicola senza le firme degli autori degli articoli: ci concede due righe e ci dice che in redazione c’è “agitazione”, ma non arriva nessuna informazione, né dagli editori, né dalla direzione, né dai giornalisti, né dal sindacato. Peccato. Peraltro, salvo sviste, non mi sembra che l’argomento abbia attirato l’interesse di altri giornali: cane non morde cane, ammesso che sia vero, ed escludendo che l’editoria italiana sia un canile.

Infine, il treno deragliato: Moretti e Fabretti (fa anche rima) non mi hanno fatto sapere più niente, in compenso il governatore della Liguria, Claudio Burlando è molto preoccupato che all’imminente festival di Sanremo non si riuscirà ad arrivare in treno. Il festival mi piace, agli aerei preferisco i treni, tuttavia mi preoccupo soprattutto dei disagi e dei nuovi tormenti per i pendolari della linea Savona-Ventimiglia, come ormai tutti sanno affidata ad un solo binario. E domani, sul deragliamento avrò altre cose da dire.

 

22-01-2014

 

* Chi voglia interagire con me è pregato di scrivermi indirizzando a cesare@lamescolanza.com grazie