OGGI VI DICO CHE…

“Non c’è niente che sappia di morte più del sole in estate,  della gran luce,  della natura esuberante. Tu fiuti l’aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso.” (Cesare Pavese,  “Il diavolo sulle colline”, Einaudi, 1949)

 

 

 

ATTUALIZZANDO…

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Dovrei amarla per i suoi eccessi, eppure odio l’estate: il caldo insostenibile quando si è all’aperto, l’indispensabile aria condizionata che ti gela le ossa. Sembrano sciogliersi le fantasie creative, qualsiasi abbozzo di idea brucia e finisce in cenere. Una doccia ti dà respiro per qualche minuto. E adesso, verso le due del pomeriggio, puntualmente arriva un temporale, così si precipita in un nuovo luogo comune: “Non si capisce più niente, ormai anche da noi è tempo tropicale”.

LA BUGIA FIAT E LA REALTA’ DELLA VALLE

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Nello sconquasso per il controllo di Rcs, emergono una bugia e una verità. La bugia arriva da Torino: secondo Elkann e Marchionne, il controllo del Corriere avrebbe una valenza strategica. Quale? Che palla. E il sindacato non dice niente? Il sottinteso, infatti, la traduzione in parole povere della presunta strategia, suona male: significa che, secondo quel padronato, il Corriere scriverebbe ciò che a Elkann e Marchionne farebbe comodo. La verità, per quanto riguarda Della Valle, a me sembra emergere con nettezza: a parte la provocatoria lettera al presidente della Repubblica e gli appelli e gli urlacci per la libertà di stampa, la realtà è più semplice. I dindi, quelli veri, ‘la fresca’, come dicono sia nel suburbio sia ai vertici delle banche, non ci sono.

COMUNICATORI E MANAGER/FESTA MOBILE

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GIANNI DI GIOVANNI, direttore della Comunicazione esterna dell’Eni, diventa amministratore delegato di Agi, l’Agenzia Giornalistica Italia, voluta nel 1950 da Enrico Mattei. Sostituisce DANIELA PAOLA VIGLIONE, mentre il presidente di Agi è designato MASSIMO MONDAZZI./ MARC GOSSELIN è il nuovo presidente e amministratore delegato di Danone spa. Francese, laureato in ingegneria agronoma, da ventisei anni lavora nel gruppo Danone.


LINGUAGGIO INSOSTENIBILE/BUONA SOSTANZA

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Lo dice spesso Enrico Mentana, in quel suo sproloquietto che anticipa il tg de La7. Più semplice sarebbe dire: “in sintesi” oppure “in poche parole”… Poi, francamente non si capisce perché la sostanza debba essere sempre buona. Esiste anche la cattiva sostanza, di solito al fondo delle cose, ma non viene mai citata.

ALTA SOCIETA’/LA BELLISSIMA URANIA

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Da tempo immemorabile (ma non scade mai?) Carlo Rossella, il grande Gatsby del giornalismo per la sua eleganza snob, pubblica su Il Foglio, in ultima pagina, la sua rubrica “Alta società”. Sono tre righe, per fortuna, ma rubate a quell’immensa miniera di riflessioni, articoli e inchieste che Giuliano Ferrara manda in edicola ogni giorno, per la gioia dei suoi fan (e puntuale all’appuntamento ci sono anch’io). Per esempio, stamattina: “Ottocento invitati extralusso alle Caprarecce di Grosseto. Festa per i diciotto anni della bellissima Urania Carrassi Del Villar.” S’io fossi romano, direi: non ce ne può fregare di meno. S’io fossi Fantozzi, vi ricorderei la mia invenzione, la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare. S’io fossi Cesare, come sono e fui, io vi chiederei: ma che cos’è, com’è un invitato extralusso?

PERSONALISMI ASSOLUTAMENTE SCORRETTI .1

Bettini

Goffredo Bettini sarà anche un genio, lo ammetto, e anzi “sarebbe stato un ottimo Sindaco di Roma” come scrive Barbara Palombelli, tenera e incauta nei suoi entusiasmi. Io, invece, sono tuttora risentito perché Bettinone (da non confondere mai col vero, irraggiungibile super Bettino) nel 2008 rifiutò il mio film “La perfezionista” al Festival di Roma. Giustamente, a parte ogni giudizio, perché i tempi erano scaduti. Avemmo un bel colloquio nel suo ufficio all’Auditorium, lui era attorniato da una squadra di assistenti, giovanotti solerti e devoti, perfino scattanti. Me ne andai con un retrogusto amaro in bocca, come quando scopri di non essere accontentato: con buona causa, ma non ti rassegni.

PERSONALISMI ASSOLUTAMENTE SCORRETTI .2

 

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha mandato a quel paese Sergio Marchionne rifiutandosi di incontrarlo. Al di là degli obblighi istituzionali, ha fatto bene. E con scaltrezza lo ha fatto sapere: un giorno questo rifiuto le gioverà, politicamente. La pregiata Laura, che ho sostenuto con passione per la sua designazione alla Camera, una infinità di volte su Twitter, Facebook e su questo lieve diario, qualche giorno prima non aveva neanche risposto al mio invito a far capolino alla presentazione del mio libro “Elogio del gioco d’azzardo”. Vi rassicuro: non ho preso una insolazione, non ho mai avuto la pur minima speranza che la Boldrini si facesse vedere per dibattere sul gioco d’azzardo, verso cui è assolutamente ostile. Avevo invitato anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, che da par suo mi ha risposto, negandosi, con una bella lettera. Altrettanto mi aspettavo dalla gentil Lauretta. Non per questo sgarbo cesserò, tuttavia, di sostenerla. Ma un paio di righette, su una carta intestata, per la mia collezione di autografi, non fosse altro che per educazione, avrebbe potuto dedicarmele. O no?

PS. Luigi Magistro, dei monopoli di Stato, ha dato una lunga intervista a Il Fatto quotidiano sul “gioco d’azzardo che fa più paura degli evasori fiscali”. Commenterò domani.

DOMANDA ANCHE PIU’ SCIOCCA: CHE GUSTO C’E’…

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… nel passeggiare, o volare, nello spazio, come ha fatto il nostro astronauta Luca Parmitano, a quattrocento chilometri di altezza? A parte il fatto che lui è il primo italian boy, ma più di duecento lo hanno preceduto nel mondo. E tutti noi non lo imiteremo, ma almeno quelli della mia età ricordano un’emozione indimenticabile di cinquantacinque anni fa: Domenico Modugno ci fece ‘volare’, tutti, nel “blu dipinto di blu”, davanti alla tv, in poltrona, coi piedi per terra. Parmitano, trentasei anni, non era ancora nato. Se lo fosse stato, il suo sogno non sarebbe stato né suggestivo né incalzante.

 

DOMANDA PIU’ SERIA AI RICCASTRI ITALIANI

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Ma non c’è un patriota italiano, uno solo, a sentire l’orgoglio di andare a comprare qualcosina all’estero e di farcelo sapere strombazzando la notizia sui giornali? Così, semplicemente, per compattarci, lui con l’acquisto e noi con sentimenti di solidarietà nazionale, sotto la bandiera tricolore. Negli ultimi vent’anni molti nostri grandi marchi sono passati a proprietà estere: Da Berluti a Fendi, da Pucci ad Acqua di Parma, da Rossi Moda a Bulgari, da Pasticceria Cova a Loro Piana… Una grande abbuffata. E noi? Che so, a nessuno fa gola Yves Saint Laurent o Dior, un cognac o uno champagne famoso, Le Monde o il New York Times? Oh riccastri, non avete abbastanza soldi o non avete abbastanza coraggio? O siete troppo prudenti? Anche questa è crisi, non solo di denaro, ma di personalità.

 

 

 

 

10-07-2013

 

cesare@lamescolanza.com

 

 

 

*”Elogio del gioco d’azzardo” di Cesare Lanza, editore L’Attimo fuggente, Euro 22. La prima edizione ha avuto una tiratura limitata a opinion leaders e agli addetti ai lavori. Non è, al momento, distribuita in libreria. Chi desiderasse prenotare una copia (fino a esaurimento o per le successive edizioni) può scrivere a info@luce2007.it.