OGGI VI DICO CHE…

“Molto tempo fa, leggendo Il danno, in cui Josephine Hart usa la voce narrante maschile, Gabriele Romagnoli disse: “Io l’opposto non saprei farlo mai.” Poi, visto che nella vita non resta che provare quel che non si sa fare e vedere se per caso riesce, ha creato non una, ma trenta voci narranti femminili ed è arrivato in libreria Il vizio dell’amore, Mondadori”. (Mariano Sabatini, “Trucchi d’autore”, Nutrimenti editore)

 

 

 

ATTUALIZZANDO…

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Bravo Sabatini, il suo libro è molto interessante – così come è interessante la sperimentazione tentata da Romagnoli. Ho scritto molte volte che l’infelice Italia di oggi si distingue anche perché, nel Palazzo, troppi personaggi vogliono fare ciò che non sanno e non dovrebbero: a cominciare da quei politici, che vorrebbero fare i magistrati, e da quei magistrati, che vorrebbero influire sulla politica o farsi, essi stessi, politici. Ma nell’arte, e nella scienza, è diverso. Sperimentare è apprezzabile, spesso costruttivo, indispensabile. Importante è cimentarsi, innovare con umiltà.

PEPPE ORZA, GRANDE ECONOMISTA. DA MARCIAPIEDE

borsa toro borsa

Non ho simpatia istintiva per gli economisti. Fanno questo di professione, e poi sbagliano spesso analisi e previsioni, come se si trattasse di oroscopi o di previsioni del tempo. Ho invece simpatia molta simpatia per quelli, senza laurea, imprenditori, artigiani, mercanti

che fanno le loro previsioni sulla base di una pelle tatuata da esperienze forti nella vita, nel mondo degli affari, sconfitte de successi. Uno di questi (pochi) è Giuseppe Orza detto

Peppe, il mio amico di Salerno. Senza sapere una parola di cinese, ha dragato la Cina in lungo e largo. e mezzo mondo meno capillarmente, facendo e disfacendo, arricchendosi e perdendo, comunque rischiando e imparando dalla vita più che dai libri. Oggi vive a Salerno, per amore, ma la città (tra le meglio governate in Italia, complimenti al sindaco De Luca) gli sta stretta.

Peppe ieri mi ha scritto così: “S&P taglia rating da A a bbb, grandi guai per l’Italia, ancora più grandi, non voglio essere uccello del malaugurio, ma vedremo una brutta reazione dei mercati sui nostri titoli di stato e su di noi… Soluzione resta ricominciare a produrre, ma le condizioni sono stipendi da 600 euro comprese assicurazioni e tasse, max 750, non oltre. Brutta tempeste sta per abbattersi sull’Italia… Fai qualcosa se puoi. Nella grande Germania, come si fanno chiamare, hanno assunto 4/5 milioni di giovani a 450 euro al mese, tanto per dirla tutta.”

Mi fa sorridere che il mio amico mi inciti a fare qualcosa, se posso. Magari potessi. Ma non posso nulla. Solo scrivere, senza timori, ciò che sento e avverto. Caro Peppiniello, una volta in un’intervista mi definii “un cretino assoluto”, perché come tutti quelli della mia generazione non ho capito nulla, non ho capito che stavamo portando all’incoscienza i nostri figli e alla rovina i nostri nipoti. Un cretino. Mi aspettavo che qualcuno dicesse cose uguali, anche per smuovere il torpore. Macché. Vedo milioni di cretini simili a me, intorno a me, ma nessuno lo dice, nessuno capisce che la colpa è nostra: dopo aver contribuito a ricostruire l’Italia, con coraggio e forza di volontà, ci siamo perduti nella beatitudine del benessere, pensando che tutto ci fosse dovuto e che questa condizione restasse tale in eterno; per di più abbiamo trasmesso questa incoscienza ai nostri figli.

Quanto alla Germania, condivido il cinismo esemplare di Giulio Andreotti: mi piace tanto la Germania, al punto che preferirei che ce ne fossero due.

 

GERONZI SU RCS, INTERVISTATO DA MERLO SUL “FOGLIO”

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Geronzi mi sta simpatico: sia perché porta il mio nome, sia perché quando parla di P&P, ovvero Palazzo e Potere, sono d’accordo con quello che dice. Avrei voluto metterlo faccia a faccia con Bisignani, ma – finora – non ci sta. Qualcun altro ci riuscirà, e che mi frega: mi piace l’idea, che si realizza, e amen. Della vicenda Rcs, Geronzi dice: Della Valle ha fatto esplodere un petardo, Enrico Cuccia diceva: alla fine vince sempre l’articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto. Poi: “Cosa c’entra il presidente della Repubblica con le questioni di un’azienda privata?” “Un’azienda si conquista  con il denaro e con le idee chiare. Se non metti la prima cosa e non possiedi la seconda , non c’è niente da fare… Non si può pretendere di comandare, a sbafo… Per Rcs e il Corriere il giovane Agnelli, Alain Elkann, ci ha messo i soldi. Della Valle invece… può continuare a circondarsi di giornalisti cortigiani… ma che ha fatto?”

E questo è solo l’inizio. Da leggere dalla prima all’ultima riga. Salvatore Merlo, quello del Foglio, è un portento. Lucido e incisivo quanto il Merlo spumeggiante, Francesco di  Repubblica, colto e barocco. PS. Ma chi sono i giornalisti cortigiani?

 

 

 

11-07-2013

 

 

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