OGGI VI DICO CHE…IL VENTENNIO NON E’ FINITO

“Non è vero che il ventennio fatto di lacrime e sangue è finito. La richiesta dell’abolizione dell’ergastolo anche per i mafiosi rei delle stragi del 1993,  invocata da più parti e avviata sulle vie referendarie, e attraverso progetti di legge,  è la riprova che non si riesce a voltare pagina. I nostri figli sono stati messi nelle mani della mafia venti anni fa attraverso trattative impronunciabili e i processi alla mafia stragista del 1993 sono monchi della verità fino in fondo, quindi in Italia non è cambiato nulla, è solo la politica che si veste di trionfalismi per continuare a nascondere cose indicibili”. (Giovanna Maggiani Chelli, Presidente dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, citata questa mattina da Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, in prima pagina).

ATTUALIZZANDO.. QUALCHE ESEMPIO DI LONGEVITA’
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La signora Maggiani Chelli è spinta da una giusta passione civile, nel ricordare l’attentato di Firenze del 1993, tra gli Uffizi e l’Arno:cinque morti, 48 feriti. Marco Travaglio è spinto dalla inesausta determinazione a denunciare i misfatti e i malfattori d’Italia. Di suo, questa mattina, aggiunge (secondo il suo stile, con dovizia di dati e riferimenti cronistici) un elenco di personaggi politici tuttora in auge, dopo essersi affacciati alla ribalta all’inizio del ventennio berlusconiano, e anche prima. Elenco, senza dubbio, intrigante. A cominciare da Berlusconi, definito da Travaglio “capo un po’ acciaccato del partito di sua proprietà”, ma anche Enrico Letta, Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto, Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni.. Com’è evidente si potrebbero aggiungere altre decine di nomi.
E tuttavia, il punto centrale non mi sembra questo. Il dibattito, interessante, è: Berlusconi è finito o no? Entro ottobre, si potrà capire qualcosa di più. Quanto al ventennio, la storia insegna: quello di Mussolini lasciò dietro di sé un intero partito (l’MSI), in fondo il più rispettabile, rispetto a decine e decine di altri residui, scamorze, saltimbanchi, voltagabbana, travestiti da democristiani, ma anche liberali, socialdemocratici, socialisti e perfino comunisti, e anche, addirittura, ambiguissimi millantatori su tuto, non escludo la Resistenza.
Adesso per prima cosa bisogna stabilire se l’influenza di Berlusconi sarà finita o no. Dubito che i berlusconisti siano fuori dalla scena: protagonisti (mi sembra improbabile, però mai dire mai) o zombie impegnati in altri modi di far politica, si vedrà.

IDEE SCARONI. ACCORDI CON LA RUSSIA, UN INVIATO ITALIANO IN LIBIA.
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Dell’amministratore delegato dell’ENI, Paolo Scaroni (ne seguo la vita e le imprese dai remoti tempi della Techint), apprezzo la schiettezza, ovviamente anche diplomatica e astuta, e la capacità di lasciarci intravedere prospettive positive, di concederci almeno una speranza nelle sue esternazioni. Avevo già notato questo stile in un paio di recenti sue apparizioni televisive. Oggi, intervistato da Massimo Gaggi, sul Corriere della Sera, affrontando il delicatissimo e anche inquietante tema della costosissima energia, Scaroni lancia un paio di messaggi, tra gli altri, molto interessanti. Il primo: a prescindere da Putin, con il quale l’ad dell’ENI ha comunque ottimi rapporti, la Russia, fonte quasi inesauribile di energia a basso costo, potrebbe diventare il nostro Texas. La definizione “nostro Texas” mi sembra un po’ forzata, ma la responsabilità non è di Scaroni, che dice cose misurate, ma del titolista del giornale. E’ ovvio che il Texas è degli Stati Uniti, mentre la Russia non è proprietà italiana, e neanche dell’Unione Europea. Però il manager osserva giustamente che si tratta di una soluzione logica: la Russia ha il tesoro dell’energia, ma ha anche bisogno di mercati di sbocco, di competenze, di professionalità e imprenditorialità ( e noi italiani, noi europei, possediamo questa valenza tecnologica).
Nel secondo messaggio, intravedo un’intuizione strategica di alto livello: si parla del destino della Libia. Attualmente i libici sono un problema grosso, in una situazione caotica; e però, secondo Scaroni, ottimista, i libici sono anche una popolazione pacifica. “Certo, ci vuole un esercito, servono istituzioni, vanno contenute le spinte centrifughe” dice Scaroni. “Serve un’iniziativa comune: ci vorrebbe un inviato speciale dell’Europa, che potrebbe essere un italiano. Certamente godrebbe dell’appoggio degli Usa che sono alla ricerca di una strategia per quell’area”.

INIZIATIVA MASI, STOP ALL’ANONIMATO IN RETE!
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Mauro Masi, ex Palazzo Chigi, SIAE, RAI e oggi al vertice della Consap, ha preso un’iniziativa destinata a farsi strada e a raccogliere molti consensi. In poche parole: è urgente sollecitare gli internet service provider operanti in Italia affinché rendano impossibile l’accesso anonimo ai social network per fermare i cyber bullismo. In tal senso ha scritto una lettera ad Antonio Catricalà, viceministro dello Sviluppo Economico e responsabile per le Comunicazioni, subito accolta e rilanciata da l’attentissimo Pier Luigi Magnaschi su ItaliaOggi e MilanoFinanza. Mi associo pienamente.
“Non è più tollerabile, sostiene Masi, che bulli, violenti, malati o più semplicemente i vigliacchi, possano fare del male ad altri, nascondendosi dietro l’anonimato”. Com’è noto non esistono regole
né nazionali né internazionali che possano vietare l’anonimato, anzi, programmi come TOR, assicurando l’anonimato, sono sempre più diffusi. Masi sollecita un’autoregolamentazione. Si tratta di un’impresa molto difficile ma non impossibile. Con riferimento a suicidi di giovanissimi e ad altri drammi, giustamente il manager di Consap ricorda che il bullismo è un fenomeno esistente ben prima di internet, ma il mondo senza regole della rete lo ha enormemente amplificato e facilitato.
Catricalà ha risposto a giro di posta, assicurando che convocherà una riunione degli internet provider, per accogliere idee e proposte concrete.

IN MEMORIA DEL GRANDE GHIRELLI (E DI PIOLA)

antonioghirelli silviopiolaOggi il Corriere dello Sport ci ha fatto un bel regalo: nel celebrare la ricorrenza del mitico Silvio Piola, il calciatore italiano che ha segnato più gol in assoluto, ha pubblicato un articolo inedito di Antonio Ghirelli, che fu direttore del quotidiano sportivo dal 1965 al 1972 e, in seguito, prestigioso collaboratore. Ghirelli è scomparso poco più di un anno fa. Fu il mio maestro di giornalismo, mi assunse nel ’65, quando ero un ragazzetto di belle e non giustificate speranze. Avevo collaborato con lui, negli anni precedenti, quando dirigeva TuttoSport e io ero poco più che adolescente. Mi ha formato. Un maestro e un papà, pieno di idee, di ironia: tedesco nella disciplina del lavoro, napoletano per l’estro e la creatività. Rileggerlo – un inedito, poi! – nella sua eleganza e nello stile inconfondibile ricco di umanità, per me, ha rappresentato un proustiano ritorno al passato, con ricordi indimenticabili. Grazie al quotidiano di Piazza Indipendenza, dove anche io fino alla fine degli anni ’60, ho vissuto, con tanti amici – da Franco Recanatesi a Sergio Neri, da Franco Dominici ad Alberto Marchesi, da Mario Pennacchia a Ezio De Cesari; e in primo luogo Gastone Alecci e il caporedattore Giorgio Tosatti – una giovinezza irripetibile.

EVVIVA, OGGI ANGELO PANEBIANCO SI CONTIENE IN PRIMA PAGINA
angelopanebianco
Giorno di festa e di auguri. Il celebre editorialista Panebianco, incontinente nei suoi scritti a volte anche di più di Ernesto Galli Della Loggia, oggi è riuscito a chiudere il suo articolo in prima pagina, evitando a noi suoi critici ma fedeli lettori l’insopportaile fastidio di andare a cercare nelle pagine interne del Corrierone i suoi interminabili seguiti. Non è la prima volta, ma questa volta, mandandogli affettuosi complimenti, congratulandomi con l’Eminenza De Bortoli (sarà stato lui a tagliarlo con forbici appuntite?), osiamo sperare che sia l’inizio di una salubre abitudine.
P.s. Ernesto Galli Della Loggia, facci un pensierino anche tu!

ALTA E BASSA SOCIETA’, QUAL E’ IL GIACCONE PIU’ ADATTO?

marlonbrandoRivolgendosi ai lettori della sua rubrica “Alta società” su Il Foglio, Rossellino nostro ci da un consiglio e un indirizzo senza i quali stasera non riusciremmo a dormire serenamente. “236 Elizabeth Street, al Village. Lì si trovano gli autentici Perfecto. Sono i giubbotti da motociclista in pelle, tanto cari a James Dean, Andy Warhol, Bruce Springsteen e soprattutto a Marlon Brando. Ne ha preso uno Lady Gaga e non lo molla mai”.
Rossellino, passerotto mio non andare via: mi hai fatto venire in mente che alla fine degli anni ’90 frequentando il salone degli autori della mia prima “Domenica In”, indossavo quasi ogni giorno un confortevole giaccone del mio colore preferito, rosso con prepotente sfumatura granata. Alberto Cerruti, mio caro amico e decano degli autori, mi disse fin dal primo giorno: “Non ti vergogni, con quel giaccone da profugo rumeno?” Fiero della mia “bassa società”, e con sentimenti antirazzisti, non vi rinunciai per tutta la stagione. Poi, mia moglie lo fece sparire. Ogni tanto, inconsolabile, frugo negli armadi con speranze sempre più esigue.


08 -10- 13

 

 

 

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