OGGI VI DICO CHE… TI SOGNO, MIA CRIMEA

“Amico mio, e se ci annettesimo alla Crimea? Ti abbraccio forte. Viva l’Italia. Dom” (Sms di Domenico Mazzullo, 19 marzo 2014).

ATTUALIZZANDO… IRONIA E DIRITTO

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Il modo migliore per cominciare la giornata, per me, è quello di ricevere di buon’ora gli sms ironici del mio amico Domenico Mazzullo, psichiatra eccellente, personaggio televisivo, un uomo generoso come pochi altri e ricco di sottile ironia. In questo caso, il suo sms sulla Crimea si inserisce in un filotto in cui Dom, da settimane, si diverte a commentare i discorsi e gli annunci, i moniti e quant’altro, di papa Francesco, di Renzi, di Napolitano. Con morbida ironia, ma spesso anche con feroce sarcasmo, e sempre intinta nei valori mazziniani, alla ricerca – puntualmente delusa – di positive prospettive per i destini italiani. In questo caso, visto che la fine del tunnel non si scorge, la soluzione non potrebbe essere l’annessione alla Crimea?

Già che ci siamo, due osservazioni sul caso del giorno. La prima: ma perchè l’annessione della Crimea dovrebbe essere considerata illegittima, dal momento che proviene da un risultato popolare, elettorale, con una scelta plebiscitaria? Forse perchè l’annessione riguarda la Russia dello “zar” Putin? Seconda riflessione. Il comunismo è finito, Putin sta dimostrando qualità straordinarie di statista, ricostruisce la Russia, mentre in tanti Paesi del mondo si fanno chiacchiere… Salvo la Merkel. Ieri ascoltavo una bella intervista di Giorgio Porrà a Fabio Capello, commissario tecnico della Russia, su Sky: a un certo punto ha detto che l’universo Russia è in continuo movimento, rinascimento, crescita. Conosco Capello da quando, minorenne campione della Roma, era il riferimento della squadra, nello spogliatoio e in campo: già in quella giovanissima età, mostrava di saper ragionare con la sua testa, e di essere un “capo” equilibrato (la sua carriera ha dato piena conferma di quella mia impressione). Le sue parole mi hanno colpito. Capello è un convinto (salvo qualche riserva sulle ultime stagioni) berlusconiano, un liberale, un conservatore. Nessuno può sospettare che sia un comunista nostalgico o un superficiale fan di Putin. Le sue opinioni sulla Russia di oggi valgono moltissimo.

A PROPOSITO DI MERKEL. L’ITALIA SOFFRE, LA GERMANIA GODE.

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Dice bene Osvaldo Napoli, di Forza Italia: ogni volta che l’Italia subisce un danno economico, c’è una coincidenza: la Germania ne riceve benefici. E il Paese forte dell’unione europea, anzichè aiutare i più deboli, è sorretta e nutrita dai Paesi più deboli. Meditate, gente, meditate. (A scanso di equivoci: non sono anti-europeo, ma fortemente critico verso lo strapotere tedesco, sì.)

RENZI E D’ALEMA, OTTIMO INCONTRO

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Molti hanno criticato la svolta di Renzi verso D’Alema. La sua partecipazione alla presentazione del libro di D’Alema (con il regalo a Baffino, tifoso romanista, della maglia di Totti) è stato letto quasi all’unanimità sia come un’apertura inaspettata verso l’ex leader della sinistra, sia come un errore d’immagine del giovane premier – che aveva predicato urbi et orbi la necessità di rottamare D’Alema.

La penso diversamente. Renzi è un gran paraculo, per dirla con un francesismo,  e fa visibilmente ciò che gli conviene. D’Alema di fatto è stato rottamato, fuori dai giochi di potere più pesanti, ma è un gran bel cervellone e dispone di un seguito importante, mica pizzi e fichi. Se gli fosse ostile, farebbe male: qualche avvertimento è stato trasparente. A sua volta fa bene D’Alema a riconoscere la sconfitta e ad accontentarsi di un fruttuoso e lusinghiero compromesso. Non certo, la maglia di Totti! Ci sono prospettive onorevoli e forse straordinarie per lui. Commissario europeo? Successore di Napolitano al Quirinale? Vedremo. D’Alema sa bene come muoversi. Ma Renzi dimostra di avere una qualità politica da purosangue.

SENTIMENTI SQUILIBRATI, IN AMICIZIA. MAI LAGNARSI

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Da quando ho raggiunto una certa maturità, cioè da ieri o poco più, sono convinto che un rapporto di amicizia funziona solo se è equilibrato, cioè se è corrisposto, se la voglia di vedersi è ricambiata, ecc. E oggi è un giorno malinconico per me: non vi confido nomi e particolari, ma lo stato d’animo sì. Avevo (ho ancora? non so) un’amica, nel mio stesso settore professionale: persona splendida, intelligente, educata, corretta, sensibile, altruista. Fino a poco tempo fa, ci mettevamo d’accordo al volo per incontrarci, lunch o aperitivi, veniva di frequente nel mio ufficio, c’era un prezioso – per me certamente – scambio di opinioni. Oggi le ho chiesto di incontrarci e d’improvviso ho scoperto un atteggiamento diverso, che peraltro subodoravo da qualche settimana. Mi ha proposto una sola opzione d’incontro per le prossime settimane. E ho reagito con la peggior replica possibile: lagnandomene. Mai lagnarsi, mai, quando ti accorgi che un sentimento affettivo, o anche di semplice stima, non è ricambiato. Tenere sempre dentro di sé delusioni, amarezze, rimpianti. Il rischio certo è di diventare patetici.

Le ho chiesto subito scusa, ci vedremo ad aprile inoltrato. Di più: coltivato anch’io dai morbosi complessi di colpa che ci sono inculcati nella nostra società in cui il peccato resta al centro di tutto, ho cominciato a chiedermi se dove e quando io possa aver sbagliato, commesso uno sgarbo, o altro. Per ora non ho trovato nulla, ma non si sa mai. Non basta una sola vita per riuscire ad essere in pace con se stessi.

 

CONFORTI. LE MILLE E UNA NOTTE…

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Prosegue la mia terapia antidepressiva: prima di addormentarmi, leggo un capitolo delle Mille e una notte. Una meraviglia. Ma sono solo al secondo giorno. Meglio delle diciannove pastiglie che prendo ogni 24 ore, per volontà di medici pietosi e di altri crudeli, comunque tutti implacabili.

UN DUBBIO ESTREMO, VALE LA PENA?

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Da qualche giorno, i miei istinti cazzari mi inducono a fermare la gente per strada: “Sto facendo un sondaggio – dico. Se uno è in punto di morte, vale la pena di fare la dieta?”. Gli italiani sono davvero brava gente. Tutti sorridono e mi dicono che no, non è il caso di imporsi diete. I più scaltri mi dicono che non sono in punto di morte e avrò lunga vita. Un saggio mi ha detto che importante è raggiungere la serenità con se stessi. Un tizio, cinico e forse renziano, mi ha risposto: crepa tranquillo, e stai sereno. Il sondaggio continua.

 

cesare@lamescolanza.com
19.03.14