OGGI VI DICO CHE … L’AMICIZIA, COS’E’

“Ci sono tre tipi di amicizie: quella fondata sull’utile, quella fondata sul piacere, e quella incentrata sulla virtù, l’unica forma di amicizia vera e duratura, ma assai rara” (Aristotele).

ATTUALIZZANDO … INVITO ALLA RIFLESSIONE

matisse_operaNon so perché, ma in questo periodo della mia vita rifletto molto sul sentimento forse più nobile che ci sia concesso di nutrire, l’amicizia. Certo non vi infliggerò la noia delle mie riflessioni, sarebbe un pessimo modo di cominciare la settimana! No. Vi esorto, se avete voglia, a guardarvi intorno, leggere la vostra vita, il passato e il presente, e provare a stabilire le categorie di amici che avete avuto e/o conservate. Vi avverto, se siete sensibili come, al fondo, lo è il bestione che vi sta scrivendo: molto probabilmente questo esercizio esistenziale e analitico potrebbe rivelarsi doloroso, faticoso. Se si scava nel profondo, riaprendo qualche cicatrice.
Più divertente è sfogliare i giornali, guardare la televisione e riflettere su tutti coloro che si dichiarano, o si fingono, amici. Quanti lo saranno realmente? Sono credibili? Cosa nascondono? L’animo umano è complesso! Cosa si nasconde nelle trame psicologiche, tra i fili dell’amicizia. Tanto per uscire dalla vaghezza, leggete qui sotto …

CONTI, PANARIELLO, PIERACCIONI / 1. TRE AMICI, DA FIRENZE…

Pieraccioni, Panariello, Conti2Sabato, l’ultima sera del Festival di Sanremo, molti di voi avranno visto in scena i tre amiconi fiorentini: non è stato un gran momento dello show, si poteva far meglio … Ma il problema per gli autori, forse, era proprio quello di addentrarsi nei meandri dell’amicizia, senza immalinconire – in una manifestazione dedicata alla festa e all’allegria – né loro tre, per prima cosa, né i telespettatori. E l’amicizia tra i tre, cioè proprio il motivo ispiratore del loro incontro in tivù, era un notevole freno per la buona riuscita della scenetta.
Carlo Conti, Panariello e Pieraccioni, sconosciuti e amici per la pelle, si fecero largo a Firenze più o meno negli stessi anni. C’era anche un quarto amico, il vero “cervello” della banda: provò anche lui a fare il comico, ma aveva una mente profonda, e si ritirò presto, restando amico dietro le quinte; oggi è un grande medico, un ginecologo di fama internazionale.
All’inizio Carlo – impiegato in banca – sembrava il meno talentuoso, grigio, ordinato, impeccabile, perfetto – ma senza il talento, frizzante, a volte esplosivo, degli altri due. Panariello, con un’infanzia infelice alle spalle, era e credo sia rimasto il più tormentato, Pieraccioni era il più limpido, scanzonato. La lunga gavetta fu preziosa per tutti, seguita e sostenuta non solo dal quarto amico, futuro medico, ma anche da un agente concreto e molto in gamba, Fernando Capecchi.

CONTI, PANARIELLO, PIERACCIONI / 2. …TRE AMICI A SANREMO

Pieraccioni, Panariello, ContiPer Panariello e Pieraccioni il successo arrivò di colpo, fuochi di artificio che illuminarono di colpo le loro vite, il primo deve molto ad Agostino Saccà, che lo impose su Rai uno; il secondo deve dire eternamente grazie a Rita Rusic, che gli aprì la strada per un film di successo irresistibile. Conti intanto, come una tartaruga, procedeva passo dopo passo, senza pause e senza botti. Se è lecita una metafora sportiva, Panariello e Pieraccioni da un certo momento in poi furono scattisti, Conti è sempre stato lento, continuo e implacabile come un maratoneta (vincente).
Ed eccoli in scena, tutti e tre, sabato sera. Negli anni, il successo stabile e senza infortuni di Carlo Conti si è imposto, senza possibilità di discussioni. La carriera di Panariello e Pieraccioni ha avuto qualche flop, è stata discontinua: il successo non è più quello di una volta. Vedendoli in scena – le battute erano deboli, a mala pena strappavano un sorriso – pensavo ai tre amici come a una metafora della vita. Chissà quali saranno stati, negli ultimi vent’anni, i passaggi e le svolte dei loro rapporti, che Carlo definisce fraterni. Mi sentivo felice per Conti perché è la dimostrazione vivente che non solo nel mondo dello spettacolo, infido e superficiale – un’altalena di trionfi, illusioni e delusioni – le amicizie possono sopravvivere, ma anche e soprattutto il lavoro duro, la serietà minuziosa, l’applicazione giornaliera alla fine sono armi importanti e vincenti.

CARIGE / 1. TRAVERSIE, DECADENZA (E RINASCITA?) … ARISTOTELE TRA REPETTO E BERNESCHI

Berneschi_RepettoForse domani, comunque nei prossimi giorni spero di avere qualcosa da dire sulle vicende che riguardano la prestigiosa Cassa di Risparmio di Genova. Per ora rilevo l’inconsueta sparata pubblica di Malacalza, che chiede un azzeramento dei vertici e l’inizio di un nuova fase per la Banca. La Carige è stata devastata dalla gestione di Flavio Repetto – pessimo soggetto, ovviamente nel suo ruolo, a mio modesto parere: lo dico per un’amara esperienza personale – e Berneschi – un tecnico di valore, esperto, che purtroppo si illuse di poter diventare dominus: umanamente succede, il delirio di grandezza è sempre dietro l’angolo.
I due dapprima fecero il bello e cattivo tempo, poi entrarono in conflitto tra di loro, chissà, per ansia di primeggiare, per interessi divergenti, presumo anche per vanità. Anche il loro rapporto fa parte di quell’intricata ragnatela dell’amicizia, il tema di oggi “Alle 5 della sera”! E Aristotele porrebbe nella prima categoria, quella fondata sull’utile, la loro apparente e iniziale amicizia, costruita con accordi sui ruoli e poi sfarinata, progressivamente dissolta, cominciò, senza la copertura del tandem, il disastro dovuto a conti disastrosi.
Dopo lo scandalo, le polemiche e le note vicende giudiziarie (non ancora esaurite) è emersa la figura di Malacalza, che possiede oggi un pacchetto di azioni rilevante, ma non decisivo per determinare ciò che succederà.

CARIGE / 2. MA PERCHE’ MALACALZA HA DECISO DI GRIDARE?

MalacalzaMi sono interrogato sull’esternazione clamorosa di questo nuovo protagonista in Carige. Nella stanze del Potere, più alti sono i piani del Palazzo (la formidabile figura simbolica pasoliniana, che ben descrive l’alloggio di ogni tipo di Casta), più sono nascosti i colpi di pugnale o di cannone: se un personaggio potente vuol far fuori un rivale o anche qualcuno che lo disturbi, prima lo fa, in silenzio, e poi l’annuncia (oppure nega di averlo fatto). Perché allora Malacalza ha tuonato? Cercherò di capirlo. Le spiegazioni al momento mi sembrano due. La prima: è un avvertimento. La seconda: una chiamata a raccolta, per avere consenso e sostegni: perché, da solo, Malacalza non può fare la rivoluzione.
En passant, però, ricordo bonariamente che il pallino non è quasi mai in pugno, nelle grandi banche, agli azionisti, al cda, ai potenti apparenti o occulti su piazza. Nelle grandi banche c’è sempre una figura cruciale (amministratore delegato o direttore generale) che DEVE avere il consenso di Bankitalia e della Banca centrale europea: non si muove foglia che i due istituti non vogliano. E difatti ho letto, tra le righe, che Malacalza ha in programma un viaggetto a Roma.

cesare@lamescolanza.com

15 02 2016