OGGI VI DICO CHE…

“Ci sono frasi esemplari che andrebbero studiate. Se non va così, non si va da nessuna parte. Oppure:non bisogna abbassare la guardia. E allora non l’abbassa’! Perché me lo dici a me? Il confine tra tragico e comico non è mai stato così labile come in questo periodo. Ormai se sento uno che dice bisogna,  da un occhio me viè da ride e dall’altro me viè da piagne”. (Gigi Proietti intervistato da Malcom Pagani e Marco Travaglio per Il Fatto, 4 agosto, e ripreso oggi da Il Foglio).

 

ATTUALIZZANDO…
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L’intervista di Proietti è imperdibile, contiene una miniera di spunti, consiglio di leggerla per intero. Concordo pienamente con la riflessione citata: uno dei guai nazionali è che si parla (quasi) tutti allo stesso modo, infliggiamo agli interlocutori o ai lettori gli stessi slogan, anche se non c’è necessità di farlo, come fossero cioccolatini o patatine fritte. Cito ancora Proietti: “Non è che certe parole abbiano perso significato, il problema è che ne hanno acquisiti troppi. Quanno, raramente, ci si ricorda di citareer popolo sovrano, non so perché, ma me viene sempre in mente Er popolo cojone risparmiato dar cannone di Trilussa.”

CHE ORRORE! “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO”

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A proposito di sciocchezzario linguistico, vi raccomando il nascente slogan, già diffusosi come un pestilenziale virus: “diversamente berlusconiano”. L’autore, se non sbaglio, è il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, Angelino Alfano, subito imitato da tanti altri (chissà se il misfatto è stato studiato a tavolino). Che diavolo significa? Ci sono berlusconiani che da ieri, forse, sono un po’ meno berlusconiani: prendono le distanze dal Cavaliere in caduta libera, ma lo fanno con pudore, discrezione, devozione. Chissà fino a quando,  insomma, sempre berlusconiani sono. Al di là delle viscidità della politica, lo slogan è orribile. Evoca in modo volgare umanissime disgrazie di altri, sottointendendo un handicap. E, anche pensando a questo, i “diversamente berlusconiani” implicitamente vogliono dire che sono portatori di handicap? E l’handicap è Berlusconi? Insomma, un guazzabuglio, tanto per aggiungere confusione a confusione.

 

BERLUSCONI, IL NODO CRUCIALE
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Se ne dicono e se ne scrivono tante, forse non è male ricordare con chiarezza quale sia il nodo fondamentale, forse non scioglibile, che tormenta le scelte di Berlusconi. Nessuno può impedirgli di fare politica, anche se decade dalla carica di Senatore, e di influire con numeri vincenti o comunque importanti sugli esiti di un’elezione. E tuttavia, se decade, anzi appena decade, è assai verosimile che il pericolo di essere arrestato – sulla base di nuovi ordini di cattura – sia tutt’altro che remoto. Secondo le fantasie popolari (vox populi vox Dei), sarebbero numerosi i pm in vari angoli d’Italia, pronti a passare alla storia, firmando un ordine di cattura per il fondatore e rifondatore di Forza Italia, un grazioso se pur tardivo regalo per il suo, appena festeggiato, 77° compleanno. Anzi, secondo voci del tutto incontrollabili, i mandati sarebbero già pronti. Questa opportunità è insopportabile per Berlusconi, per milioni di italiani che lo amano, per i pochissimi, anche tra i falchi, che gli sono rimasti vicini. L’Italia, come sappiamo, è spaccata in due. La mezza Italia anti-berlusconiana e, chissà, anche molti tra quelli che si dichiarano “diversamente berlusconiani”, pensano che l’arresto potrebbe essere una risolutiva svolta per il chiarimento.

E io, come la penso? Non posso sottrarmi a questa ovvia domanda. Penso, semplicemente, che i problemi politici non si possano risolvere con eventi giudiziari. Con la rivoluzione, con la ghigliottina, la storia insegna di sì. Ma in Italia, purtroppo o per fortuna, siamo santi e navigatori, poeti, anche eroi, a volte, sempre più stracciaculi adesso, ma rivoluzionari mai.

 

GIULIANO FERRARA SCARICA LETTA NIPOTE

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C’è modo e modo di voltare pagina. Il mio idolo Giuliano lo fa con la sua classe stilistica e intellettuale. Ricorda in modo sublime come fu “tifoso” di Enrico Letta, poi la progressiva delusione.. “La prova della politica dei nuovissimi è poco meno che penosa, la Bonino inutile, il fare declamato a colpi di decreti di rinvio, il lamentoso Saccomanni, il ridicolo ministro della Difesa che digiuna.” E di più: “forse un D’Alema al governo avrebbe dato una mano politica alla sospirata continuità, alla soluzione di qualche problema.. Avrebbe trovato qualche via di mediazione furba con il contraente del partito Berlusconi. Chissà.” Giulianone spietato, infine: …“Pupazzi che giocano alla tecnica, si rifugiano sotto la gonna di Napolitano, sembrano incapaci di immaginare la politica, non dico di farla..”

RAMMARICO 1

CAZZULLO, TU QUOQUE..
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Ma sì, fino a quando sui problemi relativi all’esistenza dell’Altissimo si cimenta un perdigiorno come me, da questo umile angolo, Alle Cinque della sera; fino a quando tromboneggia il monumentale Scalfari, che gonfia il petto come la mitica rana, di fronte alla compiacenza di Francesco; fino a quando dottoreggia il superateo Odifreddi.. Ebbene, tutto è accettabile. Ma quando nella tentazione di discettare tra sacro e profano, scivola perfino Aldo Cazzullo, che è un vero e grande giornalista, come ha fatto ieri sul Corriere della Sera, allora è proprio finita: non c’è più religione.

RAMMARICO 2

EMINENZA DE BORTOLI, TU QUOQUE..
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..No, Ferruccio non è scivolato sulle questioni sacre (ha già dato ampiamente al momento della morte del Cardinal Martini). No, De Bortoli oggi si esercita in un editoriale sulla disastrosa congiuntura politica, e io, per ora, mi taccio.

Il mio rammarico nasce dal fatto che anche il mio amato ed ex allievo, oggi recordman per durata alla direzione del Corriere della Sera, si palesa incontinente. Anche il suo articolo non si chiude in prima pagina: come se fosse un Della Loggia o un Panebianco qualsiasi, ci angustia anche nelle pagine interne. E sapete bene quanto mi dispiaccia questa mancanza di rispetto per i (suoi) lettori.

 

JUVENTUS, REGALI INOPPORTUNI DAGLI ARBITRI
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Mio padre era tifoso della Juventus. Gli unici giornali che entravano a casa nostra erano L’Europeo, e così imparai ad adorare Arrigo Benedetti, e TuttoSport, il giornale da sempre più vicino alle zebre, e così per dispetto mi rifugiai nel tifo per il Genoa. Voglio dire che non detesto la Juve, ma i regali che le fanno gli arbitri (e la Vecchia Signora non ne avrebbe bisogno), assolutamente sì. Un fuorigioco del Chievo inesistente, due punti in omaggio. E subito dopo un fuorigioco evidentissimo
nel gol al Torino, un cadeau di altri due punti. E basta! Quattro punti in sei partite sono un record, speriamo che non diventi una regola ripetitiva, dal momento che di partite se ne devono giocare altre 32.

30-09-2013

 

cesare@lamescolanza.com